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Il depuratore trasloca dalla Venezia

Martedì 5 Luglio 2016 — 07:47

Spostamento dalla Venezia all'area di fronte all'ex Trw di proprietà dell'Autorità portuale e di Eni. Costo dell'operazione? Si parla di circa 31 milioni di euro, dieci dei quali già a disposizione di Asa

di Riccardo Campopiano

Da almeno vent’anni si discute del trasferimento del depuratore dal Rivellino (foto tratta dallo studio di impatto ambientale realizzato da Asa) e il 4 luglio il progetto è stato presentato ufficialmente durante i lavori della quarta commissione consiliare. Il piano, introdotto dal direttore generale di Asa Michele Caturegli, prevede lo spostamento dalla Venezia all’area di fronte all’ex Trw di proprietà dell’Autorità portuale e di Eni. La liberazione della zona, del Rivellino, che in tutta misura 3 ettari e mezzo, servirebbe, come ha spiegato anche l’assessore ai lavori pubblici Alessandro Aurigi, a riqualificare il quartiere anche, ma non solo, in chiave turistica. “Sarebbe un passaggio epocale – ha affermato – che ci permetterebbe di aprire una riflessione sul tratto di città, compresa tra Forte San pietro e gli ex Macelli e vicino alla stazione marittima”.
La nuova localizzazione, secondo quanto ha riferito Caturegli, permetterebbe il trattamento delle acque industriali, dei Sin e dei Sir, del particolato proveniente da Vallin dell’Aquila senza il trasporto su gomma e la lavorazione dei fanghi del porto. Se almeno la prima parte di trasferimento cominciasse inoltre Asa potrebbe far ripartire l’impianto, ora fermo, per il trattamento delle acque reflue industriali. Ma che costo avrebbe un’operazione di questo tipo? Si parla di circa 31 milioni di euro, dieci dei quali già a disposizione di Asa: pronti per interventi di potenziamento del vecchio depuratore ma che potrebbero essere tranquillamente usati per la delocalizzazione dell’impianto. I restanti 21 milioni di euro dovrebbero essere reperiti in modo diverso, attingendo anche a bandi comunitari. A cui ci sarebbero da aggiungere ulteriori 7 milioni se fosse deciso il passaggio nella nuova collocazione della linea di trattamento fanghi, che attualmente viene svolta al Picchianti di fronte all’inceneritore. “Il nuovo impianto – ha tenuto a precisare Caturegli – non costituirebbe un problema per la popolazione, sarebbe infatti lontano dai nuclei abitati”.

Invita ad andare molto cauti sulla scelta della nuova area Marco Ruggeri (Pd) secondo il quale la localizzazione scelta potrebbe fare nascere perplessità e proteste sia in Eni sia nei comitati. E appellandosi alla legge regionale 46/2013 chiede che vista la portata dell’argomento e del relativo costo venga fatto un dibattito pubblico. Proposta questa accolta favorevolmente dai consiglieri. Per Giovanni Fuoti (M5S) sarà possibile accettare il trasferimento solo se comprenderà tutto e non solo le acque industriali. Ma quale sarà il destino dell’area che sarà liberata? “La parte interessata dal trasferimento è costituita in buona sostanza dal Fosso reale – ha chiarito Caturegli – il cui proprietario è lo Stato. Lo smantellamento dell’area dovrebbe rientrare in un accordo tra Asa, l’Autorità portuale e il Comune che sono i soggetti chiamati a confrontarsi su cosa succederà dopo. Fondamentale sarà il progetto di riuso”.

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