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Elena, argento nella nazionale dei sogni. “Che bello avere questa medaglia al collo”

Lunedì 22 Ottobre 2018 — 19:39

La pallavolista livornese racconta la sua esperienza iridata in Giappone. E' la prima "millennial" a scendere in campo da titolare con la maglia azzurra in un mondiale

di Giacomo Niccolini

Elena Pietrini aveva solo 15 anni e un binario ben tracciato davanti a sé. Un futuro importante da ripiegare in valigia insieme ai jeans e ad un pallone da volley. Un futuro da mettere insieme ad una “Ave Maria” laica, una carezza, un abbraccio dall’alto dei 2,12 metri di babbo Alberto (ex cestista della Libertas degli anni d’oro) e i consigli sportivi di mamma Laura e della sorella Giulia, pallavoliste come lei (nella foto di famiglia pubblicata in pagina, ritratti tutti insieme all’aeroporto di Malpensa per il ritorno dal Giappone di Elena).
Davanti a lei un treno su cui salire che l’avrebbe portata lontano dai suoi affetti più cari, lontano dalla sua cameretta, dalla Terrazza Mascagni e dal libeccio che scompiglia i capelli e spinge forte la voglia di provarci. Rotta? Volleyrò, Casal de’ Pazzi, Roma. Un biglietto stretto in mano e una roulette dove spendere i gettoni del suo talento e su cui far girare la pallina.
Ma il talento è difficile da nascondere, da tenere ripiegato in una valigia. Ed ecco il salto in avanti: Club Italia e la prua che punta diretta sulla serie A2. Così ecco che la maglia azzurra piano piano le si cuce addosso passando dalle giovanili azzurre dove nel 2017 vince un argento europeo con l’under 18 e un oro mondiale sempre con la nazionale “junior”.
Elena compie 18 anni a marzo, diventa maggiorenne e non molla. Dedica ogni goccia della sua vita al volley. E la pallavolo la riconosce, annusa quel talento ormai troppo evidente per rimanere in un vivaio. La rosa è sbocciata. Elena Pietrini stavolta non sale più su di un treno, ma è un aereo a portarla, insieme alla nazionale “senior”, ai mondiali giapponesi dove ne uscirà con un argento di spessore, un secondo posto che brilla come un oro. “Che bello avere al collo questa medaglia – ha commentato Pietrini raggiunta al telefono da Quilivorno.it – è un’emozione incredibile, difficile da raccontare. E’ il primo mondiale con la nazionale maggiore che faccio. Le emozioni ci sono, inutile negarlo”.
Elena, al di là della medaglia, torna a casa con un altro primato, non da poco.
Sei la prima “millennial”, cioè la prima ragazza nata nel nuovo millennio, marzo 2000, a giocare titolare con la maglia azzurra della nazionale maggiore in un mondiale…
“Si, l’ho saputo anch’io. Anche se non adoro l’aggettivo millennial (ride, ndr). Questo per me non era il primo mondiale perché ne avevo giocato uno già con l’under 18 anche se sbarcare tra le grandi è tutta un’altra cosa”.
Eri la più giovane quindi?
“In rosa c’era anche Sarha Fahr, di Piombino. Lei è del 2001, un anno più piccola di me”.
Cosa si prova a giocare una finale mondiale?
“Inizialmente quando l’allenatore mi ha chiamato per entrare in campo me la sono fatta un po’ sotto. L’emozione è tanta. Poi entri in campo, ti scaldi e pensi solo a giocare. Il resto vien da sé”.
… E segni 15 punti contro la Serbia…
“Si, tredici punti in attacco e due al servizio. Direi che è andata bene”.
Nonostante tu e Sarah foste le più piccole, sembra che non sia mancato il senso di squadra. Come vi siete integrate?
“Molto bene. Le più grandi ci hanno aiutato sin da subito a far parte del gruppo”.
Chi, tra le tue compagne in particolare, ti ha aiutato maggiormente?
“Serena Ortolani è stata quella che mi ha dato una mano più di tutte. Per me è stata un esempio in tutto e mi ha aiutato in tantissime situazioni, sia in campo che fuori. E’ la più grande e la più esperta del gruppo e ho avuto la fortuna di poter dormire in camera con lei. E’ stata un’esperienza nell’esperienza. A lei va il mio più grande special thanks“.
Tornata in Italia domenica 21 ottobre con che accoglienza?
“A Malpensa, con un bel jet lag addosso, è venuto mio padre con un tricolore in mano, mia sorella e mia mamma. Adesso sono a Crema dal mio fidanzato, che gioca a basket. Ora ho un piccolo periodo di stop e poi il 24 ottobre inizio di nuovo ad allenarmi per una stagione in cui punteremo in alto e dove dovremo dare il massimo perché giocheremo con le più grandi del campionato italiano in serie A1″.
Ti aspettavi un mondiale così travolgente?
“Ad inizio estate non pensavo che andasse così bene per quanto mi riguarda. Poi, proprio prima di partire, mi sono guardata dentro e mi sono detta: ce la puoi fare Elena, puoi dare il meglio di te”.
Sportivamente parlando una figlia d’arte tra babbo campione di basket e mamma di pallavolo. Qualche consiglio da parte dei tuoi genitori?
“Mi hanno solo detto gioca come sai fare. E ho cercato di ascoltarli (sorride, ndr)”.
Hai anche una sorella che gioca a volley…
“Si, Giulia di sei anni più grande di me che, dopo un anno di stop tornerà quest’anno a giocare a Siena. Non abbiamo mai giocato contro ma insieme sì nel Volley Livorno dove ero, ancora una volta, la più piccola. E fin da piccola è sempre stato un obiettivo giocare insieme a lei”.

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