Una moderna “Pia” applaudita al Goldoni
L'opera è stata ambientata ai tempi del fascismo ed è tornata sul palcoscenico cittadino dopo oltre un secolo
di Massimiliano Bardocci
“Ricorditi di me che son la Pia, Siena mi fè, disfecemi Maremma” sono i versi con cui Dante Alighieri nel canto V° del Purgatorio parla di questa nobildonna Pia De’ Tolomei protagonista di una storia di gelosia, morte e perdono, ambientata in Toscana tra Siena e la Maremma, e da cui trassero spunto anche i commediografi livornesi Beppe Orlandi e Gigi Benigni quando nel 1933 scrissero “Pia de Tolomei ovvero La sagrifiata”un grottesco musicale in tre atti, oltre ancora prima a Gaetano Donizetti che musicò questa tragedia lirica su libretto di Salvatore Cammarano.
L’opera lirica debuttò al teatro Apollo (oggi teatro stabile del Veneto Carlo Goldoni di Venezia) il 18 febbraio 1837 senza successo, rivoluzionata dallo stesso compositore per il teatro di Senigallia nel 1837 e di nuovo rielaborata per il San Carlo di Napoli nel 1838, fu riscoperta in epoca moderna a Siena nel 1967 per poi essere ripresa dal teatro “La Fenice ” di Venezia nel 2005; dopo queste lunghe pause, che sembrano aver lasciato nel dimenticatoio l’opera di Donizetti, grazie al nuovo allestimento del teatro Verdi di Pisa, in cooproduzione con il teatro Giglio di Lucca e il teatro Goldoni di Livorno in collaborazione con Spoleto Festival USA, “La Pia de Tolomei” è andata in scena al teatro Goldoni di Livorno, che ospitò le sue uniche rappresentazioni nell’estate del 1862 e dove il personaggio di Pia fu interpretato dal soprano di origini livornesi Funny Tacchinardi Persiani che vi debuttò , nei giorni di sabato 20 e domenica 21 gennaio come terzo appuntamento della propria stagione lirica 2017/18 dopo più dl un secolo e mezzo di assenza dal palcoscenico labronico.
Un’opera rara con pochissime rappresentazioni, rispetto agli altri capolavori di Gaetano Donizetti come “Lucia di Lammermoor” e “L’elisir d’Amore”, che il pubblico ha potuto rivedere con la regia di Andrea Cigni, importante uomo di teatro del nostro territorio, che ha trasportato l’originale svolgimento della vicenda della lotta tra guelfi e ghibellini ad una lotta politica degli anni trenta e quaranta tra esponenti di destra e sinistra e quindi ambientata in pieno periodo del regime fascista. Una versione moderna di questo spettacolo, il cui debutto è avvenuto al teatro Verdi di Pisa nel mese di ottobre, dove manca il romanticismo dell’800, molto caro ai tradizionalisti melomani della lirica, ma che ha reso ben seguibile la vicenda di questa tragedia che è stata applaudita dagli spettatori presenti al teatro Goldoni nelle due sere.
I personaggi erano interpretati da cantanti lirici belcantisti in ascesa, molti dei quali formatisi all’interno dei progetti formativi organizzati dal teatro Goldoni di Livorno assieme agli altri teatri del circuito toscano tra i quali LTL opera studio: Francesca Tiburzi/Sonia Ciani (Pia De’ Tolmei), Valdis Jansons/Mauro Bonfanti (Nello marito di Pia), Marina Comparato e Kamelia Kader (nel ruolo en travesti di Rodrigo fratello di Pia), Giulio Pelligra (Ghino), Andrea Comelli (l’eremita Piero), Silvia Regazzo (Bice), Claudio Mannino (Lamberto), Christian Collia e Giuseppe Raimondo (Ubaldo), Nicola Vocaturo (il custode). Bellissime le scene di coro (coro Ars Lyrica diretto dal maestro Marco Bargagna), le arie dei duetti e assoli eseguiti dai cantanti e la imponente musica. A dirigere l’Orchestra della Toscana sul podio il giovane e affermato direttore statunitense, ma italiano d’adozione, Christopher Franklin.
Alberto Paloscia, direttore artistico della stagione lirica della Fondazione teatro Goldoni, cosa può dirci in merito a questa moderna “Pia de Tolemei” ambientata non nel periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini ma nel periodo dove domina il periodo del regime fascista?
“E’ un’opera a mio avviso molto interessante che il pubblico livornese, non certo quello che era presente nel 1862,ha accolto con grande entusiasmo. Si tratta di una rilettura e di una scelta molto personale e non politica del regista Andrea Cigni quella di ambientare la vicenda di quest’opera in un epoca moderna in quanto si parla di una donna ingannata che subisce una violenza; una storia di violenza nel regime dittatoriale era molto forte per cui la scelta di renderla attuale è condivisibile in quanto rende quest’opera più vicina al pubblico di oggi. Rimane comunque un’opera di Donizetti serissima e interessantissima anche con questa novità”.
Avete come teatro Goldoni riscoperto un’opera che era rimasta nel dimenticatoio?
“Si certamente si, grazie al teatro di Pisa e in cooproduzione con i teatri di Livorno e Lucca. E’ un’opera che si svolge in Toscana e questi tre teatri hanno reso giustizia ad un capolavoro legato alla Toscana che era rimasto nell’oblio e soprattutto hanno voluto ricordare questo personaggio della Pia de Tolomei realmente esistito, citato da Dante nel V° canto del Purgatorio ,nata a Siena e morta in Maremma” con lo scopo di farlo conoscere a tutta la Regione”.
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