Modì. Belais: “Caro regista, ti abbiamo già finanziato”.
Risposta: “Cultura livornese abbandonata”
L'assessore passa al contrattacco nei confronti del regista livornese: "Richiesta pervenuta troppo tardi e poi, per questi progetti, ha già preso soldi". La replica: "Contributi stanziati dall'amministrazione precedente"
L’assessore alla Cultura Francesco Belais risponde alla polemica sollevata dal noto regista livornese Luca Dal Canto che, proprio dalle pagine web di questo giornale (clicca qui per leggere), lo scorso 12 ottobre attaccò l’amministrazione comunale per averlo, diciamo così, “lasciato solo” nei suoi progetti di promozione delle figura di Modigliani e Caproni in giro per l’Europa.
A distanza di qualche giorno è giunta forte e chiara la risposta dell’assessore.
Ecco la lettera di Belais inviata a mezzo stampa – “Egregio Luca Dal Canto, Mi rivolgo alla sua cortese attenzione con riferimento agli articoli apparsi sulla stampa cittadina in merito al progetto “I luoghi di Modigliani” che sarà ospitato a Strasburgo. Leggo, con stupore e rammarico, alcune sue affermazioni circa le quali mi corre l’obbligo di una risposta. La sua richiesta è pervenuta al Comune di Livorno, peraltro per vie brevi, domenica 2 ottobre scorso, laddove il Regolamento relativo ai rapporti con le associazioni e con gli altri enti senza fini di lucro prevede che le richieste per contributi, sia straordinari che di compartecipazione, siano inoltrate all’Ente almeno sessanta giorni prima dell’iniziativa cui si riferiscono.
Da una verifica effettuata dagli uffici comunali, risulta che il progetto fu a suo tempo finanziato – per la somma di 3.000,00 euro- in occasione della ricorrenza dei 130 anni dalla nascita di Modigliani; in precedenza, come da Lei ricordato, l’Associazione culturale Bredenkeik aveva ricevuto un altro contributo – ancorché di importo non elevato, in considerazione delle disponibilità del bilancio dell’anno 2012 – per la sua partecipazione al Festival teatrale dedicato a Giorgio Caproni. A tale proposito, risulta inoltre il supporto, sia nella fase organizzativa che in quella promozionale, che gli uffici dell’Amministrazione Comunale hanno dato alla realizzazione del cortometraggio “Il cappotto di lana”: a titolo esemplificativo, potrà consultare l’articolo su Comune Notizie, all’indirizzo http://www.comune.livorno.it/_cn_online/index.php?id=563&lang=it.
Evidenzio, inoltre, la costante collaborazione di Livorno Film Commission rispetto alle attività da lei proposte, come desumibile dalla cospicua documentazione amministrativa conservata agli atti, relativamente alle riprese per “Il cappotto di lana” (autorizzazione n. 60578 del 19/07/2012), “Nella notte” (autorizzazione n. 81100 del 29/8/2013), “Chi ama il proprio cuore, chiama il 118″ (autorizzazione n. 4512 del 30/6/2014), il video presso le ex Terme del Corallo, in collaborazione con il FAI (autorizzazione n. 5111 del 17/7/2014), “Che cosa sei per me” (autorizzazione n. 1975 del 27/3/2015), “La mia chitarra” (autorizzazione n. 3357 del 15/5/2015).
La segreteria dell’Assessorato conferma, infine, che lei ha più volte incontrato gli Amministratori del Comune di Livorno, a testimonianza del riconoscimento per il livello culturale della sua opera.
Certo di avere chiarito la posizione di questa Amministrazione rispetto al suo progetto, ed auspicando, altresì, che non manchino ulteriori occasioni di collaborazione, e di incontro – per il quale mi rendo fin da subito disponibile – mi è gradito porgerle distinti saluti.
L’Assessore
(Dott. Francesco Belais)
La risposta di Luca Dal Canto – Riceviamo e pubblichiamo la risposta del regista Luca Dal Canto: “Gentile Assessore Belais, la sua fredda e burocratica risposta – che cita atti, cifre e affermazioni che poco hanno a che fare con l’oggetto della problematica di cui stiamo discutendo – mi lascia da un lato sconcertato, dall’altro conferma il mio personale giudizio di un triste piano di abbandono della politica culturale livornese. E attenzione, con livornese non intendo realizzata e promossa esclusivamente da soggetti locali, anzi. Mi dispiace poi dirle che come Associazione Bredenkeik, abbiamo inviato molte più comunicazioni – a Lei e al suo Ufficio – di quella che freddamente cita datata 4 ottobre. Le mail in cui chiedevamo un appuntamento per coinvolgere istituzionalmente il Comune di Livorno nell’evento di Strasburgo (e non certo per una richiesta ufficiale di contributo di cui conosciamo perfettamente le modalità di presentazione) sono state tre e in ogni caso non abbiamo mai ricevuto una risposta. Credevamo potesse essere interessante per l’Assessorato alla Cultura presenziare in qualche modo al Cinéma Odyssée della città francese, ospiti di un appuntamento organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura per parlare di Livorno, di Amedeo Modigliani e di Giorgio Caproni, che sono livornesi; probabilmente, anzi sicuramente, ci siamo sbagliati. Avete altro a cui pensare, tuttavia bisognerebbe forse comprendere meglio quali sono i Vostri programmi, sempre che esistano. Per il resto, tutto quello che Lei afferma nella sua risposta (che giunge a oltre due settimane dal primo articolo apparso su un quotidiano locale) non avrebbe neanche bisogno di replica. Gli uffici comunali hanno esclusivamente fatto il loro dovere; credo inoltre con un ritorno d’immagine – sempre ovviamente nel nostro piccolo – non indifferente, visto che “Il cappotto di lana” ha vinto 17 premi e ottenuto 72 selezioni ufficiali in Festival di Cinema nazionali e internazionali (oltre 100 proiezioni) e “I luoghi di Modigliani” è stato esposto a Livorno, Pisa (Palazzo Blu), Roma, Parigi e Torino e sarà, appunto, a Strasburgo fra un mese. Mi preme poi ricordare che i contributi che Lei pubblica sono stati concessi dalla vecchia Amministrazione Comunale e che dal 2014 non ho misteriosamente più avuto contatti diretti ufficiali con il Comune di Livorno, nonostante i risultati ottenuti dai progetti portati avanti da Bredenkeik (vedi il cortometraggio “Due giorni d’estate” presentato fuori concorso al Festival di Cannes e venduto in 11 paesi stranieri) e altre associazioni o artisti che hanno collaborato con noi. Ad eccezione ovviamente di permessi per riprese che, ripeto, sono automatici e sono un servizio che l’Ufficio Cultura (che stimo e con cui non ho mai avuto problemi) offre a tutti gli interessati. Anche questa volta, purtroppo, abbiamo avuto quindi l’ennesima conferma del completo disinteresse, con mancate risposte e repliche sui giornali che esulano dal vero problema sollevato.
Signor Belais mi preme dirle che la Cultura non è apparire sui giornali mentre si puliscono i cartelli turistici stradali; per quello ci dovrebbero essere le aziende convenzionate che i cittadini pagano con le loro tasse. La Cultura, e quella livornese avrebbe decine di spunti e possibilità, è molto altro. Lei lo saprà sicuramente meglio di me. Grazie comunque per l’ interesse e buon lavoro”.
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