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Muore a 76 anni storico commerciante

Lunedì 20 Febbraio 2017 — 09:07

Il ricordo del figlio Gabriele: "Lo prendevamo in giro dicendo che di lui si ricorderà che un profugo libico portò il glamour in Italia con i suoi profumi chic alla portata di tutti. Di fatto è andata così"

di Giacomo Niccolini

Si è spento all’età di 76 anni da poco compiuti Mayer El Zarugh, storico commerciante e appartenente alla Comunità Ebraica. Commercio in lutto per la scomparsa del fondatore della nota catena di profumerie Armonie. Lo storico volto dell’imprenditoria locale è morto domenica 19 febbraio al tramonto, nel giro di 24 ore, a seguito di una complicazione respiratoria verificatasi in concomitanza di un controllo ospedaliero che spesso faceva a causa di un cuore malandato ma che ha sempre tenuto duro.
Profugo libico scappò da Bengasi nel 1967 all’età di soli 26 anni e aprì la prima profumeria a Livorno in via Grande, 95 rilevando quella che era la “Profumeria Ambrosini” che da poco aveva cambiato nome chiamandosi appunto “Armonie”. Decise che quello era un nome che poteva andare e così iniziò la sua avventura proprio con quel marchio. Aprì così il primo negozio qui in città proprio pochi mesi dopo essere cacciati dalla Libia.
Tutti gli ebrei furono fatti scappare dalla Libia nel giugno del 1967. Non dal regime. Le rivolte popolari minacciavano gli israelitici, in qualche caso hanno ucciso, e bruciato le loro botteghe. Per non essere linciati Mayer e la sua famiglia furono messi in dei campi governativi, e poi, perché non capaci di garantire l’incolumità, fatti andare via.
Decise di venire qui a Livorno con il padre, la madre, la nonna, una zia e 11 tra fratelli e sorelle. Livorno fu scelta proprio perché la Comunità Ebraica era ed è sempre stata una vera Istituzione e rifugio per tutti gli israeliti.
Da quell’anno iniziò la scalata al successo di Mayer El Zarugh. Un vero e proprio impero fatto di negozi disseminati in tutta la città e non solo, che lo rese noto in tutta Livorno e oltre.
Fu l’artefice di un nuovo tipo di commercio in Toscana, un tipo di profumeria glamour e sociale, ma allo stesso tempo non di nicchia e per tutti, cosa che allora in Italia c’era solo a Milano. “Lo prendevamo in giro – ricorda con un nodo alla gola l’unico figlio Gabriele, oggi imprenditore 35enne- un profugo libico di Bengasi, che porta il glamour in Italia…Ma così di fatto è stato. Mi ha colpito – racconta Bebè, così viene chiamato dagli amici il figlio di Mayer – l’affetto che si è riversato sulla nostra famiglia in un momento così di profondo sconforto”.
Per anni Mayer El Zarugh è stato, oltre che fine e ottimo imprenditore, un creatore di veri e propri “inaspettati” salotti culturali. Nei suoi negozio si sono sempre riuniti, e di lui hanno sempre chiesto, ambasciatori, truccatori, politici stranieri, rabbini di ogni livello e figure carismatiche cristiane.  Allo stesso tempo nonostante fosse ebreo, quindi in barba alle tensioni politiche, personaggi arabi (soprattutto della vecchia Libia prima del golpe di Gheddafi), artisti, modelle e filosofi. Un mix inusuale e proprio per questo di una potenza intellettuale inaudita.
L’ultimo saluto a El Zarugh sarà tributato lunedì 20 febbraio alle 11,30 nella stanza delle onoranze del cimitero ebraico in via Aldo Mei (dietro al cimitero dei Lupi). Poi la sua salma sarà imbarcata su di un aereo in direzione Israele dove Mayer El Zarugh troverà l’eterno riposo nell’Antico Cimitero di Safed situato nel nord di Israele.

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