Ntc, in scena Anna Meacci in “Volevo fare la dj”
Un viaggio nell'adolescenza della brillante attrice toscana, che ci racconta il ruolo della musica, dei rapporti, del passato nella sua e nella nostra vita
Nuovo appuntamento in programma per sabato 2 dicembre con le “cene con spettacolo” del Nuovo Teatro delle Commedie, che uniscono in un unica serata il mangiar bene e importanti nomi del teatro nazionali inseriti nella rassegna Comico d’autore del Ntc.
La cena, che prevede piatti e specialità di stagione, sarà preparata dal bar Pilar, il bar interno al teatro e servita alle ore 20 nel bel foyer del Ntc e a seguire, ad aprire quest’anno questa fortunata formula del Ntc sarà Anna Meacci in “Volevo fare la dj”.
Un viaggio nell’adolescenza della brillante attrice toscana, che ci racconta il ruolo della musica, dei rapporti, del passato nella sua e nella nostra vita. Note e parole si aggrovigliano in un groove inscindibile con la memoria, personale e singolare di Anna Meacci, dei suoi trascorsi intimi e familiari, per aprirsi ed ampliarsi all’infanzia di tutti, ai primi timori e turbamenti, le insoddisfazioni, le perdite, le sconfitte, ma anche le piccole gioie, gli amori e le delusioni che accomunano tutti quanti. “Una musica può fare”, spiegava Max Gazzè. Può fare molto: ricordare, rievocare, riportare in vita, far ridere, far piangere, sospendere il tempo, estraniare, far trasognare dentro una bolla di sapone, aprire porte, spiragli, sospirare, respirare, fermarsi a riflettere.
“Senza musica la vita sarebbe un errore”, argomentava Nietzsche. Con i capelli ad ananas, il tacco altissimo, i pantaloni in pelle attillatissimi, la Meacci prende a pretesto la colonna sonora della propria vita per il suo “Volevo fare la dj”. La musica è importante, sottolinea momenti che, volenti o nolenti, torneranno, ritorneranno prepotenti a bussare alla porta del presente. E’ un battimano folle quello che accompagna i dischi, rigorosamente in vinile old style, con il sottofondo croccante come pop corn a graffiare, prima i 45 giri da bambina (ognuno legato ad una storia familiare), poi i 33 di ragazza. E si sconfina nel rapporto con la madre, con il proprio corpo, con la propria crescita, la propria inadeguatezza, i primi amori.
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