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Palio, l’analisi del 2016. Idea mini-campionato

Martedì 12 Luglio 2016 — 18:20

Molte sono state le novità rispetto al 2015. Ma la strada da percorrere per riaccendere l'entusiasmo è ancora lunga. A Pisa, in occasione del gioco del ponte, tutta la città è tappezzata. A Livorno... no

di Redazione

Anche questa edizione del Palio è stata consegnata agli archivi. Il Venezia ha confermato il suo strapotere con il Salviano piacevole sorpresa e l’Ovosodo capace di rovinare il trittico ai biancorossi andando a vincere la Barontini. Questo sicuramente è stato l’anno dei cambiamenti nelle gare remiere. Una svolta resasi necessaria dopo anni e anni dove è stato fatto di tutto per far scemare l’interesse attorno a questa tradizione. Lo scrivemmo già l’anno scorso come questo mondo necessitasse di una profonda modifica (clicca qui). La strada intrapresa dal presidente Maurizio Quercioli è sicuramente quella giusta, ma c’è ancora tanto da fare.

Cosa va – L’idea di far gareggiare il Palio nel tardo pomeriggio è stata azzeccatissima così come quella di far gareggiare tutte le categorie una dopo l’altra. L’anno scorso ragazze e juniores dovevano contendersi la vittoria la mattina sotto un sole cocente e con pochissimi, per non dire zero, spettatori. Lo stesso dicasi per i “grandi” costretti a vogare sotto il caldo infernale del pomeriggio. Lo spostamento delle prime gare alle 19 sicuramente ha giovato. La Terrazza infatti si è riempita come non la si vedeva da tanto tempo e tutti gli equipaggi hanno avuto la giusta cornice di pubblico e, soprattutto, hanno potuto gareggiare senza quel caldo afoso degli anni passati. Molto bene anche effettuare le premiazioni subito dopo la fine delle gare e non a giorni di distanza. L’unica pecca forse l’aver premiato soltanto i primi classificati, ma qui i problemi di budget la fanno da padrona.

Cosa non va – Partiamo subito con una premessa: i soldi per organizzare questo tipo di fare sono sempre meno e gli addetti ai lavori stanno facendo il massimo con il poco denaro a disposizione. Detto questo, sono da tenere in considerazione le parole del sindaco Nogarin: “Saremo soddisfatti quando le gare remiere saranno vissute 365 giorni l’anno e non soltanto fino a luglio”. Purtroppo questo mondo vive di celebrità soltanto per un paio di mesi, poi tutto finisce nel dimenticatoio. Ma quali modifiche apportare? Un’idea potrebbe essere quella di far gareggiare gli equipaggi di Livorno con altre realtà remiere: Isola d’Elba, Capraia (tanto per fare qualche nome) in maniera da organizzare un piccolo campionato provinciale. Dopo c’è da sensibilizzare maggiormente la cittadinanza. A Pisa, in occasione del gioco del ponte, tutta la città è tappezzata con manifesti che ricordano l’evento. A Livorno, a parte qualche caso isolato, tutto ciò non accade. Ma qui si ritorna la punto iniziale. Altro punto critico è il ricambio generazionale. Non è un caso se sui gozzi vediamo vogare quasi sempre le stesse facce. Alcune cantine si stanno attrezzando ma è un percorso che richiede del tempo. Per questo potrebbe tornare utile il far tornare in vita “Scuole in barca” che avvicinava gli studenti dei licei a questo mondo. Altrimenti sarebbe da rendere obbligatorio che tutte le sezioni nautiche abbiano sia il gozzo a dieci che quello juniores.

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