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Pd all’attacco: “Non ha un’idea di città”

Sabato 17 Dicembre 2016 — 15:51

L'analisi è stata approfondita sotto vari punti di vista: urbanistica, sociale, lavoro e pressione fiscale. Il giudizio che ne risulta è totalmente negativo.

di Jessica Bueno

Il Gruppo Consiliare e la Segreteria Comunale PD del Comune di Livorno, a metà del mandato di Filippo Nogarin, hanno stilato un bilancio e dato valutazioni sull’operato del sindaco. L’analisi è stata approfondita sotto vari punti di vista: urbanistica, sociale, lavoro e pressione fiscale. Il giudizio che ne risulta è totalmente negativo.
“Non c’è da parte nostra una pregiudiziale di parte, ma un’osservazione di quello che sta succedendo – dice il segretario comunale PD Federico Bellandi – A questo punto del mandato si dovrebbe avere un’idea del progetto per la città e delle linee guida dell’azione amministrativa per il suo sviluppo futuro: ci domandiamo dove siano. Per quel che riguarda l’urbanistica tutti gli interventi sembrano essere realizzati sulla base di momentanee e puntuali questioni: dentro un’idea di città che non c’è e ad un piano sul traffico complessivo che manca, portare a termine operazioni come quelle sul lungomare rischia di condurre, perlopiù, a situazioni di scompenso più che a risultati positivi”.
“Dal punto di vista della tassazione abbiamo visto aumentare la Tari – continua Bellandi – Quando si dice che il Concordato di Aamps non pesa sui cittadini bisognerebbe avere la coerenza di dimostrare che invece ha un costo ingente. Più del 90% della Tia mal riscossa sarà ribaltata nella Tari che pagano i cittadini. In questi anni, inoltre, l’addizionale Irpef è stata portata al massimo e ha perso anche la sua modulazione. Avere un’aliquota unica vuol dire non rispettare la progressività della tassazione e colpire le fasce meno abbienti. L’amministrazione ha soltanto a parole attenzione per la parte debole della città: di fatto dimostra tutto il contrario. Il buco di bilancio, con decisione del 9 febbraio ammontava a circa 2 milioni e mezzo. La giunta ha quindi deciso di inserire la cosiddetta “tassa sul centro” pari a un milione e trecentomila euro per quest’anno. Per i prossimi anni andrà ad aumentare a un milione e 900mila euro di previsioni d’entrata: questo porterà già dal 2017 a un ulteriore squilibrio di bilancio e non abbiamo certezze su come queste risorse verranno spese. Questa tariffa, che noi definiamo tassa, va a colpire un territorio cittadino già disagiato: c’è difficoltà a trovare posto, alcuni quartieri affrontano situazioni di degrado, problemi di legalità. Si ottiene l’obiettivo di concentrare il traffico in questa zona, l’esatto contrario di quello che è stato promesso in campagna elettorale, ovvero la mobilità sostenibile e città ecologica”.
“Andando ad affrontare il tema del lavoro, il sindaco ha da sempre dichiarato di non occuparsene – continua Bellandi – Trova tutti i giorni modo e maniera di attaccare le istituzioni regionali, che sono le uniche che cercano di fare qualcosa di concreto per migliorare la situazione. Ci ricordiamo di quando è andato a parlare coi lavoratori Trw sostenendo di avere un asso nella manica, evidentemente ben nascosto, visto che dopo due anni e mezzo non è ancora venuto fuori; ci ricordiamo dei 5 milioni che dovevano servire per mettere a punto un polo tecnologico, un occupatore d’impresa che non è mai stato realizzato. Nel bilancio regionale sono previsti ma il sindaco non è in grado di utilizzarli. Ci sono grandissimi ritardi sui lavori di pubblica utilità e c’è anche un difetto sugli investimenti futuri. Sulla Darsena Europa il sindaco affermò di avere uno studio alternativo a quello dell’OSC che doveva essere presentato entro il 23 ottobre 2015. Dopo un anno lo studio è scomparso, ma non perde occasione di attaccare l’unica vera proposta per lo sviluppo del territorio livornese. Aamps è in concordato pre fallimentare e a tutt’oggi il suo futuro non è certo. Due lavoratori rischiano il licenziamento. Su Asa c’era una proposta industriale che prevedeva 15 milioni di aumento di capitale gratuito, 50 milioni di possibili investimenti sul territorio: anche su questa si è detto di no, portando incertezza sugli sviluppi di questa azienda. Sull’ippodromo, punto d’eccellenza di Livorno, siamo ridotti a lavoratori licenziati, terra di nessuno e vittima di ladri di rame”.
“Nel 2016, quando è stato approvato il bilancio, Nogarin aveva garantito che ci sarebbe stato per il 2017 un abbattimento delle tasse – sostiene Pietro Caruso, capogruppo PD in consiglio comunale – Ma per chi? La Tari andrà a diminuire solo nel 2021. Come fa un piano di concordato del genere a prevedere un porta a porta su tutta la città, l’assunzione di 56 persone e di un direttore generale di Aamps, oltre che la riduzione della tariffa? Si è parlato di 88 milioni di investimenti in tre anni. Da dove vengono presi? Le entrate non ricorrenti superano quelle correnti. Si vanno a fare lavori su alienazioni di immobili, lotta all’evasione per 11 milioni, soldi dallo Stato. Quanti soldi tirerà fuori il Comune per gli investimenti? Tutto sull’incerto. Si sta cercando di fare cassa anche coi vigili urbani: fare 800mila euro di multe entro la fine dell’anno. I vigili perdono la loro funzione di controllo del territorio. Il primo rapporto che la gente ha con le istituzioni è proprio il vigile”.
“Come si fa a essere d’accordo con un’amministrazione che ha permesso sfondamenti e occupazioni? – afferma Cristina Bini, segretaria comunale PD – Abbiamo cercato mille volte di proporre posti dove potevano essere accolte le persone veramente bisognose, come le circoscrizioni. Non c’è neanche la volontà di risolvere il problema. Le proposte non vengono accettate”. “E’ veramente difficile trovare qualcosa di positivo realizzato in questi anni – conclude Caruso – Sicuramente questo mandato ha contribuito ad unire le opposizioni, provenienti anche da diversi colori politici”.

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