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Zannotti: “La trasparenza non può essere divisiva. Ecco perché ho lasciato Livorno Civica”

Martedì 6 Febbraio 2024 — 16:15

L’altra sera nel corso dell’assemblea di Livorno Civica mi è stato chiesto di rendere conto del mio intervento nel corso dell’iniziativa “Parola alle idee” della coalizione di centro sinistra. Ho sollevato una riflessione su di un patto trasparenza col nostro elettorato, per garantire una prassi regolamentata nella scelta della futura governance locale (giunta e partecipate). Vosa vuol dire? Vuol dire assumersi una responsabilità in più col proprio elettorato e garantire che certi passaggi vengano fatti nella massima trasparenza e regolamentazione. In un attimo è esploso il putiferio. In quel gruppo ci sono persone oneste e di buon senso, oltre che professionisti che stimo, ma che non possono essere considerati garanti, se poi nei fatti i procedimenti  di confronto sono questi. Non mi spiego come in un contesto simile qualcuno possa aver raggiunto certi toni sprezzanti, in particolare non ho compreso come un approfondimento sul tema della trasparenza, potesse risultare così divisivo. Dovrebbe essere il cavallo di battaglia di una forza di centro sinistra, uno dei temi centrali della prossima campagna elettorale. Ecco credo che si debba al nostro elettorato un ragionamento complessivo e responsabile sui criteri che precedono la scelta di una governance. Glielo dobbiamo perché ce lo chiede ed è una delle prime cause di astensione. Un ragionamento coraggioso e responsabile, che dovrebbe basarsi su due fattori: visione e competenza.

Non adoro le organizzazioni che esprimono un marcato assenso a un gruppo dirigente. Anche nell’ideazione attorno al mio settore, cultura e turismo culturale, l’associazione è come rimasta orfana di obiettivi a medio termine, vedo un’approvazione troppo reticente, sbandierata a più riprese, delle politiche della Giunta. Avere una visione, degli obiettivi col coraggio di proporli, è cosa diversa. Significa avere la libertà e il coraggio di mettere le mani dove serve, mettere in discussione il lavoro svolto, parliamo e miglioriamo il LEM, se vogliamo parlare di cultura, prima di parlare di tanti temi collaterali seppur interessanti. Se manca la disponibilità di mettersi in discussione, e si compone un fortino per coprire gli errori compiuti, perdiamo le amministrative. Ho percepito negli ultimi mesi un’insolita animosità legata alle formulazione delle nomine della futura giunta. Niente di più sbagliato.

Dopo l’assemblea di martedì ho avuto contezza che in Livorno Civica, nonostante le ottime iniziative pubbliche, non si possa mettere seriamente in discussione nulla, che le decisioni importanti vengano decise altrove. Ma sono altrettanto convinto che questo cortocircuito dipenda da una mancata regolamentazione dei rapporti di forza e senza regole chiare che garantiscano i processi decisionali, non si vince, perché se da una parte consolidi la fiducia del capo, perdi quella della gente, che di certe dinamiche di scambio si accorge ed è stufa, specialmente quando i rapporti di interesse personale ci sono, e sono evidenti. Se il contesto è questo, trovo rischioso intestarsi il mondo civico di sinistra, perché rischi di deluderlo ulteriormente. Per quanto mi riguarda una riflessione sui criteri di trasparenza, rappresenta un avanzamento civico, che non rinuncerò a promuovere altrove, perché è ossigeno per il nostro mondo, ed è importante. Continuerò a rivendicare l’esigenza di criteri partecipati nella scelta della governance locale che quando sono stati applicati hanno dato dei risultati magnifici; penso a Paolo Cova il direttore scientifico del Museo cittadino, e al suo ottimo lavoro di restituzione alla cittadinanza di una collezione che è stata nascosta colpevolmente per anni. Un bando, una nomina, un avanzamento per l’intera collettività.

“Si dice libera quella cosa che si determina ad agire da se sola, per sola necessità della sua natura”, così Baruch Spinoza descriveva il libero arbitrio nella sua “Etica”, si può essere liberi con una tale soggezione verso certi rapporti di forza e di opportunità? L’atteggiamento di cooptazione è pericolosissimo perché rappresenta il patriarcato della politica, e va superato. Spero che i rapporti di fedeltà personale non abbiano mai la meglio su di una prassi, che dovrebbe privilegiare la categoria della concertazione, valorizzando quella della competenza e della visione, più che della fedeltà. Continuerò a sostenere la coalizione di centro sinistra, da un’altra angolazione, nel frattempo mi chiamo fuori da Livorno Civica. Questa non può essere la mia casa. Perché nella mia casa una battaglia per la trasparenza non può essere così divisiva.

Luca Zannotti 

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