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Brusca frenata dell’export livornese (-19%)

Giovedì 4 Ottobre 2018 — 11:52

Dopo l’exploit del primo semestre 2017 la brusca frenata. In crescita l’import (+3%) che supera il tetto dei 3 miliardi di euro. Tutti i dati nel periodo gennaio-giugno 2018

Dopo l’exploit del primo semestre 2017, brusca frenata dell’export livornese (-19%). In crescita l’import (+3%) che supera il tetto dei 3 miliardi di euro, grazie al sensibile contributo del settore petrolifero, che controbilancia il calo dei mezzi di trasporto. Nel contesto socio-economico livornese, il commercio con l’estero, per la stessa connotazione del tessuto imprenditoriale presente, riveste un’importanza fondamentale. Per questo motivo, il Centro Studi e Ricerche della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha prodotto nei giorni scorsi un report che, sulla base dei dati ISTAT, ne analizza l’andamento nel periodo gennaio-giugno 2018. Nel corso del primo semestre 2018 il commercio mondiale, pur restando ancora in fase espansiva, ha subito una certa decelerazione, causata dall’incertezza per le politiche protezionistiche dell’amministrazione statunitense. Nei primi sei mesi del 2018 le esportazioni italiane sono ammontate ad oltre 231 miliardi di euro (+3,7% su base tendenziale), le importazioni sono valse 212 miliardi di euro +(4,1%). Il saldo commerciale è stato dunque positivo per 19 miliardi di euro. L’interscambio italiano si rafforza non solo con l’area “storicamente” più rilevante, ossia i paesi Ue (export +5,1%, import +5,0%) ma anche, seppur in misura inferiore, coi paesi extra Ue (export +1,9%, import +2,7%).

La Toscana mostra da un lato una minore “vivacità” in termini di esportazioni (+2,3%), dall’altro una maggiore crescita per quanto concerne le importazioni (+7,9%). Rispetto all’immediato passato, si rilevano rialzi mediamente più contenuti a livello provinciale, tranne che a Livorno e Massa Carrara (due delle province maggiormente interessate dal “boom” dell’anno precedente): la provincia “labronica” accusa difatti un deciso calo (-19,1%). Fatto salvo l’andamento di Prato e Siena, l’import evidenzia una buona crescita ovunque, soprattutto a Massa Carrara, Firenze, Arezzo e Grosseto, dove si registrano incrementi oltre i dieci punti percentuali. In tale contesto risulta molto meno pronunciato il guadagno della provincia di Livorno, pari a 3 punti percentuali. Nel primo semestre 2018 le imprese livornesi hanno acquistato merci estere per un controvalore che ha superato 3 miliardi di euro, ed hanno venduto i propri prodotti per oltre 900 milioni di euro. Il saldo commerciale è stato dunque negativo per 2,1 miliardi di euro, in netto peggioramento rispetto agli 1,8 del primo semestre 2017. Livorno, a causa della tipologia d’imprese che storicamente vi sono insidiate, è anche l’unica provincia in Toscana a mostrare un saldo commerciale negativo.

Importazioni. Mantenendo lo slancio già mostrato alla metà del 2017, quando aveva evidenziato una vera e propria impennata, il settore estrattivo (che vale da solo 940 milioni di euro) mostra una buona crescita anche nel semestre in esame (+17%), corroborato dall’aumento del prezzo del greggio. Le importazioni del settore manifatturiero ammontano a poco meno di 2,1 miliardi di euro, valore di poco inferiore all’anno precedente (-2,8%). I mezzi di trasporto, con un’incidenza pari al 62%, si confermano in assoluto il primo comparto per valore, seguiti dai metalli di base e dei prodotti in metallo (14%) e dalle sostanze e prodotti chimici (+11%). La prima e la terza voce evidenziano però una flessione tendenziale pari, rispettivamente, a -8,3% e -7,8%, mentre le importazioni del comparto metallurgico crescono di oltre 16 punti percentuali.

Esportazioni. I prodotti delle attività manifatturiere rappresentano storicamente l’unico settore di rilievo nell’analisi delle esportazioni livornesi le quali, dopo la poderosa crescita osservata a metà 2017, subiscono calo piuttosto repentino (-25%). A tale calo contribuisce proprio l’andamento dei comparti che maggiormente erano cresciuti in passato: il valore dei mezzi di trasporto si è in sostanza dimezzato, quello dei prodotti petroliferi raffinati si è ridotto di quasi un terzo e quello dei metalli di base e prodotti in metallo di oltre un quarto. Le “buone notizie” vengono dal comparto chimico (+1,9%) e, soprattutto, da quello alimentare (+6,7%). Nel complesso, il saldo commerciale del manifatturiero è risultato in passivo per oltre 1,2 miliardi di euro, valore in netto peggioramento rispetto a quanto visto al termine del primo semestre 2017 e da imputarsi quasi esclusivamente all’andamento dei mezzi di trasporto.

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