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Cna: “Rincari in vista nel 2024 per il settore autotrasporto”

Lunedì 5 Febbraio 2024 — 16:42

Circa seimila euro in più l’anno per ciascun mezzo, esclusi gli aumenti del costo del lavoro dipendente e del carburante: è quanto graverà sulle imprese di autotrasporto nel 2024 secondo le elaborazioni di CNA

Circa seimila euro in più l’anno per ciascun mezzo, esclusi gli aumenti del costo del lavoro dipendente e del carburante: è quanto graverà sulle imprese di autotrasporto nel 2024 secondo le elaborazioni di CNA. “L’autotrasporto a Livorno sta vivendo una situazione di crisi complessa – afferma il presidente di CNA Trasporti Massimo Angioli – i traffici erano già in calo da prima del conflitto israelo-palestinese e adesso le ripercussioni sul Canale di Suez stanno ulteriormente aggravando lo scenario e le previsioni. Su questo si innestano i rincari dovuti alle principali voci di costo dell’autotrasporto composte nello specifico paniere del Ministero dei Trasporti, che subiranno un aumento percentuale medio del 4,6%, cui aggiungere quelli per personale e gasolio”. “Nel 2024 scade il CCNL di riferimento della categoria e certamente il suo rinnovo porterà un altro aumento dei costi – spiega il coordinatore sindacale CNA Alessandro Longobardi – mentre il carburante ha ripreso nel silenzio generale il suo trend al rialzo. Sul costo del gasolio alla pompa evidenziamo che tra gennaio 2022 (€ 1,598) ed il prezzo alla pompa registrato al 15 gennaio 2024 dalla CE-Energy Policy (€ 1,724), ci sono tredici centesimi in più al litro che incidono su questa voce di costo. I crediti di imposta per compensare i maggiori costi si stanno esaurendo ma per il 2024 permane un costo del carburante che incide di 4.300 euro l’anno (litri 33.000 x € 0,13) in più per ogni veicolo pesante che effettua la linea nazionale. Ma con l’avvento del 2024 ci sono anche altre voci di costo che direttamente ed indirettamente incidono negativamente sui costi di gestione dell’autotrasporto. Un forte aumento è stato determinato sui noli marittimi che, dal 1° gennaio 2024, si sono appesantiti degli effetti della clausola “Ets Surchage”. “Le problematiche relative al Canale di Suez, le rotte tra l’Asia ed il Mediterraneo, fondamentali per l’import-export dei nostri più importanti brand – aggiunge Angioli – stanno determinando forti aumenti dei costi del trasporto container; il sistema logistico è tornato a subire l’incertezza dei tempi di consegna a causa, tra l’altro, delle deviazioni su rotte meno pericolose ma molto più lunghe. Intanto in Europa crescono del 5,10% le tariffe per l’attraversamento del Monte Bianco e del Frejus e dal mese di dicembre sono scattati gli aumenti delle tariffe di pedaggio sulle autostrade tedesche in virtù della nuova normativa che differenzia il pedaggio sulla base delle emissioni di CO2”. “Per quanto riguarda i costi indiretti – conclude Longobardi – ci sono da aggiungere l’allungamento dei tempi di percorrenza a causa della situazione infrastrutturale della viabilità, carenza di personale e disfunzioni degli sportelli UMC e 940 ore complessive di lavoro sottratte dal calendario dei divieti di circolazione per l’anno 2024: sono tutti aspetti che si ripercuotono negativamente sui costi, sulla capacità produttiva e sulla possibilità di conseguire reddito. Impossibile quindi non compensare almeno parzialmente questi rincari con un aumento delle tariffe”.

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