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Cold ironing: per la Corte dei Conti non c’è danno erariale

Venerdì 18 Gennaio 2019 — 10:59

L’impianto per la fornitura di energia elettrica alle navi realizzato dall’ex Autorità portuale di Livorno alla banchina Sgarallino non comporta alcun danno per l’Erario. Lo ha deciso la Corte dei Conti della Toscana

L’impianto per la fornitura di energia elettrica alle navi realizzato dall’ex Autorità portuale di Livorno alla banchina Sgarallino non comporta alcun danno per l’Erario. Lo ha deciso la Corte dei Conti della Toscana, respingendo, con sentenza n.23/2019 depositata il 17 gennaio scorso, le domande avanzate dalla Procura regionale nei confronti dell’ex Presidente Giuliano Gallanti e del Segretario generale Massimo Provinciali. “La domanda proposta dalla Procura – si legge nella sentenza  – risulta destituita di fondamento, segnatamente per difetto così di condotta illecita come di danno erariale imputabile ai convenuti”. I giudici, viceversa, hanno pienamente accolto le tesi difensive formulate, per Gallanti, dagli avvocati Luigi Cocchi e Luigino Montarsolo di Genova e, per Provinciali, dall’avv. Paolo Bassano di Livorno. In sostanza, la Corte dei Conti ha rilevato la totale assenza di entrambi gli elementi necessari per pervenire ad una condanna: il danno e la colpa grave. Il danno non c’è – si legge nella sentenza – in quanto l’impianto ha una vita tecnica molto lunga e non possono essere fatte valutazioni a brevissimo termine. Peraltro, da quando l’impianto è stato inserito nella concessione della Porto di Livorno 2000, da un lato l’investimento verrà progressivamente ripagato a valere sui canoni concessori, dall’altro è verosimile un suo progressivo utilizzo grazie all’azione di comunicazione e marketing del concessionario. Non a caso, già dal 2019 sono previsti alcuni accosti e altre prenotazioni sono vicine a concretizzarsi anche per gli anni futuri.
La colpa grave va esclusa in quanto l’azione dei vertici dell’Autorità portuale, lungi dall’essere superficiale e irragionevole, ha corrisposto invece a concrete e pressanti politiche comunitarie, nazionali e regionali finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria (non va dimenticato che buona parte delle risorse finanziarie utilizzate erano proprio di provenienza Ministero dell’ambiente e Regione Toscana, che hanno vigilato sulla realizzazione dell’opera). Le 34 pagine di questa articolata sentenza pongono fine ad una vicenda che spesso è stata oggetto di polemiche e strumentalizzazioni ed ha causato, questa sì, inutili perdite di tempo e spese legali.

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