Confcommercio, a Romano un documento con le necessità più urgenti per le imprese
La presidente e il direttore di Confcommercio Livorno, Francesca Marcucci e Federico Pieragnoli, mettono nero su bianco le richieste alla politica da parte delle imprese della provincia
Dopo l’incontro informale di sabato scorso con il deputato Andrea Romano, la presidente e il direttore di Confcommercio Livorno, Francesca Marcucci e Federico Pieragnoli, mettono nero su bianco le richieste alla politica da parte delle imprese della provincia.
“Se non si interviene con decisione cancellando le tasse perderemo definitivamente non solo la possibilità di agganciare la ripresa economica, ma non si riuscirà ad evitare migliaia di chiusure delle imprese del commercio, del turismo e del terziario. Questa non è una profezia, ma una previsione che tutti gli indicatori economici prodotti dai più affidabili centri studi ci confermano inequivocabilmente. Ci sono intere filiere che hanno azzerato i loro fatturati, pensiamo al turismo e moltissime imprese del commercio al dettaglio e dei pubblici esercizi hanno già chiuso definitivamente l’attività. E ci sono tante imprese che ancora oggi – tra difficoltà di accesso al credito, calo dei – consumi e un futuro molto incerto – rischiano di chiudere, con inevitabili ripercussioni anche per l’occupazione. Per questo motivo, nel tentativo di scongiurare il peggiore degli scenari, è necessario intervenire anche perché l’economia non può reggere un altro lockdown.
Per citare solo un dato, l’emergenza Covid ha riportato i consumi ai livelli più bassi degli ultimi 25 anni, parliamo di 116 miliardi di euro in meno nel 2020, di cui 10 miliardi nella sola Toscana. Non a caso le aspettative sono tutt’altro che rosee, con il 56% delle imprese dei servizi che temono il perdurare degli effetti del Covid anche nel 2021.
Tasse e Tributi – Considerando la situazione attuale, è ineludibile la cancellazione tout court di tutte le tasse a carico delle imprese (Imu, Tari, Irpef, Inps, Inail) relativamente all’anno in corso, sull’esempio di quanto già fatto a livello locale da parte di molti comuni, e non il semplice posticipo o rinvio delle stesse. Auspicabile anche un taglio dell’Iva per favorire il rilancio dei consumi interni. Inoltre, considerando che l’Agenzia delle Entrate sta inviando oltre 9 milioni di cartelle esattoriali, considerata la grave crisi di liquidità in cui versano imprese e lavoratori autonomi a causa dell’emergenza economica e sociale dovuta alla pandemia da Covid-19, riteniamo opportuna una ulteriore proroga dell’azione di riscossione dei tributi già iscritti a ruolo.
Contributi a fondo perduto – Senza l’immissione di liquidità fresca per fronteggiare l’emorragia di incassi, le aziende finiranno per morire di debiti, tra bollette, fornitori, stipendi, burocrazia. Il contributo a fondo perduto dovrà essere corrisposto in una percentuale assai significativa dei mancati incassi dovuti a chiusura, restrizioni, crollo dei consumi e di presenze, attingendo anche alle ingenti risorse del Recovery Fund.
Credito – E’ necessario e urgente uno sblocco finanziamenti anche per quelle imprese che a marzo 2020 non avevano onorato in modo puntuale le rate derivanti da prestiti o non erano in regola con i contributi previdenziali, visto che nel 2020 la pandemia ha aggredito un sistema economico già provato da dieci anni di crisi economica. La situazione è grave ed esiste un’ampia fascia di aziende che non riesce ad accedere a nessuna tipologia di sovvenzione o finanziamento perché non è stata in grado di sostenere i crediti in essere. Non stiamo parlando di “cattivi pagatori”, da anni nelle black list della Centrale Rischi, ma di piccole imprese che stavano cercando di onorare il credito ottenuto col proprio lavoro e sarebbero probabilmente restati a galla se non fosse sopravvenuta l’epidemia e il conseguente lockdown. Oltre a mantenere le garanzie attraverso Medio Credito Centrale, chiediamo che lo stato si faccia carico di rimborsare i costi derivanti dagli interessi passivi dei finanziamenti, così da permettere alle aziende di rimborsare solo il capitale che è stato loro prestato”.
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