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Covid, Confcommercio: “Il peso della Tari è ancora troppo alto”

Giovedì 1 Aprile 2021 — 16:57

Pieragnoli: "Con il perdurare dei contagi e delle restrizioni governative associate è necessario che le istituzioni applichino altre e più sostanziali misure emergenziali. Contestualmente però deve essere recepito il nuovo metodo tariffario vincolato al principio europeo di chi inquina paga”

Nel Comune di Livorno nel 2020 il costo pro capite è stabile al 4° posto dopo Firenze, Siena, Lucca e Massa (tra i capoluoghi toscani censiti), mentre in assoluto il costo totale della Tari per Livorno con i suoi 30 milioni di euro, è inferiore solo a quello del capoluogo di provincia e città d'arte tra le più visitate nel mondo Firenze (96 milioni)

Nel 2020 l’ammontare complessivo della Tari in Italia si è attestato su valori analoghi a quelli del 2019 (circa 9,73 miliardi di euro), nonostante sia stato quantificato un calo di più di 5 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 15% in meno rispetto all’anno precedente (clicca sul link al pdf in fondo all’articolo per consultare il pdf con il report dell’Osservatorio Tasse Locali – Focus Toscana). Questo calo assorbe anche la produzione di dispositivi anti Covid (mascherine, in particolare) trattati come rifiuti indifferenziati: tra le 160mila e le 440mila tonnellate secondo le stime dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. La produzione media di rifiuti si è dunque ridotta in proporzione alla riduzione dei consumi e alle chiusure imposte alle imprese. Resta invece sostanzialmente inalterata la TARI, che continua a rappresentare per le imprese un peso insostenibile e spesso ingiustificato. È quanto emerge dai dati raccolti dal portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it, che conferma il peso eccessivo della tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese, caratterizzata da diversi fattori di iniquità. Primo fra tutti, la mancata applicazione del principio “chi più inquina più paga”, che dovrebbe invece ispirare la riparametrazione di tutte le tariffe.

Nel Comune di Livorno nel 2020 il costo pro capite è stabile al 4° posto dopo Firenze, Siena, Lucca e Massa (tra i capoluoghi toscani censiti), mentre in assoluto il costo totale della Tari per Livorno con i suoi 30 milioni di euro, è inferiore solo a quello del capoluogo di provincia e città d’arte tra le più visitate nel mondo Firenze (96 milioni). Sono le imprese, infatti, a far salire il capoluogo di provincia. Per quanto riguarda il gruppo campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi, autolavaggio l’intera provincia di Livorno con 5,4 euro al metro quadro si attesta subito dopo Firenze (6,7) e prima di Siena (4,9), così come anche per gli alberghi con ristorante (8,3 eu/mq) Del resto le tariffe toscane sono tra le più alte nel panorama nazionale, ma comunque superiori alla media nazionale in quasi tutti i settori, con un record quando si parla di bar, caffè, pasticcerie. I baristi toscani, infatti, pagano una tariffa sui rifiuti più alta rispetto ai colleghi di tutte le altre regioni: una media di quasi 26 euro al metro quadrato, superiore di dieci euro rispetto al dato nazionale di 16.

Nel confronto tariffario tra diverse tipologie di impresa la categoria di Livorno che raccoglie ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub e birrerie guadagna il fastidioso secondo posto con ben 35,5 €/mq, poco dopo la provincia di Pistoia (37,3 €/mq) e con un buon distacco da Firenze (26,9 €/mq) per non parlare degli altri territori censiti. Il gruppo bar, caffè, pasticceria paga invece il tributo più pesante nel confronto territoriale: Livorno è al primo posto con 29,4 €/mq, sopra Pistoia e Firenze e molto sopra la vicina Grosseto, ultima con 10€/mq. Sempre alla provincia di Livorno va il record della Tari più alta per supermercati, macellerie, panifici, rosticcerie e negozi di alimentari, che devono pagare oltre 20 euro al metro quadrato. (La seconda provincia è Firenze con 19,3 euro, mentre ultima è Arezzo con circa 7 euro. In pratica, un terzo della tariffa livornese). Le categorie che in in tutta la Toscana pagano di più per i rifiuti sono ortofrutta, pescherie, piante e fiori e pizza al taglio, e qui il record è ancora una volta livornese: una pescheria o un negozio di frutta e verdura, ad esempio, pagano 44,5 euro al metro quadrato (Pistoia 40,8, Firenze 34,9). Assai meno cara la provincia di Arezzo con 13,2 euro.

“Alcuni Comuni hanno accettato le nostre richieste in favore delle imprese in lotta contro le restrizioni della pandemia, bloccando le tariffe o applicando riduzioni per i più colpiti – commenta il direttore provinciale Confcommercio Federico Pieragnoli – Ma le imprese non hanno certo avvertito questi provvedimenti come risolutivi. Con il perdurare dei contagi e delle restrizioni governative associate è necessario che le istituzioni applichino altre e più sostanziali misure emergenziali. Contestualmente però deve essere recepito il nuovo metodo tariffario vincolato al principio europeo chi inquina paga”. I comuni censiti nella Provincia di Livorno sono: Livorno, Collesalvetti, Rosignano, Cecina, San Vincenzo e Piombino (per un totale dell’80% della popolazione della Provincia).

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