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La Camera di Commercio premia i maestri artigiani

Venerdì 19 Luglio 2019 — 11:06

Premiazione avvenuta all'interno della presentazione sullo status dell'economia locale. Il reddito pro-capite del nostro territorio è inferiore alla media

di Letizia D'Alessio

È una fotografia fatta di luci e ombre quella scattata dal rapporto sull’economia locale redatto dal Centro studi della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno, che è stato presentato il 18 luglio nella sede di via del Porticciolo. In apertura della manifestazione il presidente Breda ha assegnato l’attestato di Maestro Artigiano a Simone Battistella, pasticcere di Portoferraio; a Sergio Cristiani, pasticcere di Livorno; a David Lombardi, acconciatore di Cecina. Uno speciale riconoscimento è andato anche a Leonardo Piagneri, titolare della Trattoria da Galileo di Livorno, per i 60 anni di attività.
Per quanto riguarda lo status dell’economia locale la cartina tornasole è data espressamente dal dato relativo al reddito pro-capite che per il 2018 nella nostra provincia ammonta a 19.862 euro, rispetto alla media toscana che si attesta oltre i 21mila euro.
Guardando al decennio 2008-2018, che ha visto una contrazione forte del reddito, si stima che nei prossimi mesi possa crescere anche se meno rispetto all’anno scorso. A livello di consumi poi la nostra provincia mostra di essere superiore sia rispetto al dato nazionale e regionale: 20.794 euro, contro gli appena 20mila della Toscana e i quasi 18 mila dell’Italia. La nostra città ha recuperato la quota pre-crisi già nel 2018, il sospetto che però ha evidenziato Mauro Schiano del Centro studi e servizi della Cciaa è che si spenda più di quello che realmente si ha. Anche i dati della popolazione residente nella nostra provincia non sono positivi: la popolazione livornese (di tutta la provincia) si è ridotta negli ultimi mesi, registrando un -0,4%, a cui si aggiunge anche un saldo naturale (differenza tra il numero dei nati e quello dei morti) di oltre duemila persone e un saldo migratorio che non colma il divario. Per quanto riguarda la percentuale di popolazione straniera, il dato si attesta intorno all’8%, in linea con la media nazionale. Piccola curiosità: le prime tre nazionalità presenti a Livorno sono quella rumena, albanese e ucraina. Anche nel nostro territorio si fanno meno figli o si fanno più tardi e aumenta l’età media della popolazione. I livelli di occupazione superano quelli pre-crisi, anche se i dipendenti a tempo pieno sono ancora la minoranza.
Importante il dato che riguarda il tasso di disoccupazione: dal 2016 a oggi ha fatto registrare sempre un calo e si prevede che nel 2020 sarà intorno al 7%. Le professioni più richieste di figure professionali sono legate al lavoro stagionale (ristorazione, addetto alle vendite, consegna merci, addetti alle pulizie) e nei settori con prevalenza di lavoro part time. Se ne deduce che sia bassa la domanda di laureati e si preferiscano i diplomati o le persone che posseggono qualifiche negli ambiti della finanza, del marketing,del turismo, della meccanica e del benessere. Per i settori nella nostra provincia solo il terziario (commercio e servizi) ha incrementato gli introiti, a discapito degli altri ambiti e in particolare dell’artigianato. Tiene però il commercio con l’estero: Livorno insieme ad Arezzo e Firenze è uno dei principali territori toscani per import ed export. Dati non troppo positivi arrivano dal turismo: a Livorno (e provincia) quasi 1,5 milioni di arrivi e 8,6 milioni di presenze nel 2018, tuttavia sono calate quelle italiane e sono aumentate quelle straniere. Si è pero ridotta la permanenza media sul posto. “La crisi iniziata dieci anni fa ha trasformato la nostra economia e il nostro modo di vivere e fare impresa – ha dichiarato il presidente Riccardo Breda – Quello che però adesso preoccupa è il futuro. È necessario oggi più che mai portare avanti un progetto comune, teso a promuovere il territorio anche sotto l’aspetto dell’attrazione di investimenti. Su questo stiamo lavorando, con la Regione, con i Comuni, con le associazioni di categoria e dei lavoratori”.
“I dati mostrano una progressiva stabilizzazione del sistema, ora il problema è cercare di orientarsi verso la crescita – gli ha fatto eco l’assessore regionale Stefano Ciuoffo – La Toscana deve essere vocata alla produzione e non solo al turismo. La prospettiva è creare un territorio infrastrutturato in grado di ospitare imprese competitive in tanti settori”.

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