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Popolazione in calo, famiglie più ristrette. Lo studio

Martedì 8 Novembre 2016 — 07:17

Interessante studio della della Camera di Commercio Maremma e Tirreno rivela un calo della popolazione nelle province di Livorno e Grosseto. Motivi? "Culle vuote" e "Cervelli in fuga all'estero". I DATI

di Giulia Bellaveglia

Nel parlato comune sentiamo spesso espressioni come “culle vuote” o “cervelli in fuga all’estero”; ma che significato hanno queste espressioni? Lo spiega nel dettaglio uno studio della Camera di Commercio Maremma e Tirreno intitolato “Da giovani che eravamo…”.
Nel corso di questo progetto – illustrato dal dottor Mauro Schiano della Camera di Commercio di Grosseto nella mattina di lunedì 7 novembre presso la Camera di Commercio di Livorno – è stato possibile notare con chiarezza che la popolazione delle province di Livorno e Grosseto subisce un calo decisamente più marcato (rispettivamente 0,33 e 0,37 %) rispetto agli standard toscani (0,2%). Mentre in Toscana il 2015 è stato il primo anno di diminuzione, per le due province il calo si registra già da qualche anno. “La cosa che ci preoccupa è che i problemi demografici non sono mai relativi solo ed esclusivamente all’anno in corso ma se ne vedono le conseguenze anche negli anni successivi”, ha commentato Schiano.
Anche per quanto riguarda la media per composizione del nucleo familiare, pari a 2,34 in Italia e 2,27 in Toscana, Livorno e Grosseto registrano appena un 2,15 e un 2,14. L’età media delle due province è di circa cinquanta anni (dovuta anche al cosiddetto baby boom del 1964) e nel periodo decennale 2006-2016 per sette anni la natalità è andata crescendo per poi subire un brusco ridimensionamento nel 2013 probabilmente dovuto anche al minor afflusso di nuovi immigrati e alla maggiore emigrazione delle giovani generazioni. Da questa analisi non è difficile capire che è sempre più alto il numero di persone sopra i sessantacinque anni e sempre più basso quello di persone sotto i quindici: ne consegue che maggiori sono i cittadini bisognosi di assistenza, ma minori sono coloro che se ne possono occupare perché più giovani. La causa di questo fenomeno, secondo lo studio è dovuta probabilmente a due fattori: è meno diffusa a livello culturale l’idea di fare due o più figli (“culle vuote”), dovuta anche al fatto della carente offerta di lavoro in Italia e proprio per quest’ultimo motivo quei pochi giovani che potrebbero contribuire allo sviluppo economico e sociale del paese se ne vanno all’estero dove trovare lavoro è più facile (“fuga di cervelli all’estero”). “Ad oggi, per dirlo in parole semplici – ha concluso l’esperto – dovremo diminuire il numero degli asili nidi e aumentare quello delle case di riposo”. Tutte le aree interne delle province (in particolare Val di Cornia, Area Grossetana e Amiata Grossetana) mostrano un andamento negativo, ovvero, sommate le nascite, sottratti i decessi, persino aggiungendo i dati del flusso migratorio le morti sono superiori alle nascite di circa il 30%. “Il rischio di tale fenomeno – ha proseguito Schiano – è che si veda scomparire la popolazione indigena: sono più le persone che se ne vanno di quelle che arrivano”.
In chiusura è intervenuto il presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno Riccardo Breda: “Bisogna creare opportunità di lavoro e di crescita affinché i giovani che si sono formati in Italia, e quindi anche nelle nostre due province, siano incentivati a rimanere e a contribuire allo sviluppo economico, e non solo, del Paese”.

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