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Porto: avanti con il microtunnel

Venerdì 11 Dicembre 2020 — 16:41

L’obiettivo finale è arrivare ad allargare il canale dagli attuali 97 a 120 metri, portando la sua profondità a 16 metri nel centro, e a 13 metri sulle sponde, e permettendo così il transito delle navi di ultima generazione

Il 2020 si chiude con una nuova iniezione di fiducia in vista del completamento dei lavori di realizzazione del microtunnel, l’opera che una volta realizzata consentirà la rimozione delle tubazioni che dalla Darsena Petroli corrono sino alla Raffineria Eni, attraversando il canale di accesso alla Darsena Toscana, in corrispondenza della Torre del Marzocco.

Oggi infatti è stato letteralmente messo un primo tappo alla problematica di tenuta idraulica di uno dei due pozzi alle estremità della futura galleria sotterranea, quello cosiddetto di recupero, in prossimità della Calata del Magnale.

I tecnici lo chiamano jet grouting. Ed è quella tecnologia utilizzata per il consolidamento di terreni particolarmente incoerenti o sabbiosi grazie all’introduzione ad alte pressioni di una miscela cementizia. La prima iniezione è stata praticata oggi. Complessivamente, ne verranno fatte altre 193.

Tante ne occorrono per consentire al fondo del pozzo, che nel frattempo è stato temporaneamente tombato, di diventare impermeabile alle infiltrazioni d’acqua.  “Ci vorranno circa tre mesi per completare l’intervento e altri 45 giorni per far maturare il cemento iniettato”, ha dichiarato il direttore dei lavori per conto dell’AdSP, Matteo Baroni.

Il pozzo è stato realizzato con diaframmi spessi 1 metro e larghi 2,8, con uno sviluppo verticale di 41 metri. Il diametro esterno è di 15 metri, quello interno di 13. Il cemento si disporrà in 13,5 metri di spessore all’interno del pozzo, in un tratto compreso tra -29 e – 42,5 metri di profondità.

La maturazione del cemento permetterà all’AdSP di rendere nuovamente agibile il pozzo di recupero: “Scaveremo fino a -28 metri di profondità e realizzeremo la platea armata ancorata ai diaframmi laterali”.

A quel punto, la talpa meccanica, che nel frattempo sarà stata fatta calare nel pozzo di spinta (lato Torre del Marzocco), comincerà  a scavare per realizzare una galleria di tre metri di diametro, di 234 metri di lunghezza a 20 metri sotto il livello del mare. In circa due mesi avrà attraversato tutto il canale industriale partendo dalla Darsena Toscana, dove si trova il pozzo di spinta, e arrivando alla Calata del Magnale, dove, invece, è stato costruito il pozzo di recupero, chiamato così perché sarà da lì che verrà estratta la talpa.

Sulla base del cronoprogramma, una volta terminato il microtunnel ci vorranno poi altri 10 mesi per la posa delle nuove tubazioni da parte di Eni, quindi altri 4 mesi per rimuovere le vecchie condutture. Si arriverà più o meno a metà 2022.

A partire da quel momento potranno concludersi i lavori di resecazione e banchinamento della sponda della strettoia lato Torre del Marzocco, il cui primo lotto è stato realizzato nel 2011. L’obiettivo finale è arrivare ad allargare il canale dagli attuali 97 a 120 metri, portando la sua profondità a 16 metri nel centro, e a 13 metri sulle sponde, e permettendo così il transito delle navi di ultima generazione.

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