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Un caso di “vaiolo delle scimmie” a Livorno

Mercoledì 3 Agosto 2022 — 15:15

Il primario Spartaco Sani: "Le sue condizioni sono stabili ed è sottoposto ad un monitoraggio costante, al momento non ci sono elementi di particolare allarme. E' il secondo paziente ricoverato nel nostro reparto. Nell’area livornese è il paziente 1"

E’ stato diagnosticato un altro caso di “vaiolo delle scimmie”, il  primo caso di Livorno. Lo rende noto in un comunicato del 3 agosto l’azienda sanitaria. Il giovane è ricoverato a Livorno nel reparto di malattie infettive diretto dal dottor Spartaco Sani. “E’ già il secondo paziente ricoverato nel nostro reparto, le sue condizioni sono stabili ed è sottoposto ad un monitoraggio costante e, al momento, non ci sono elementi di particolare allarme”. “La positività al vaiolo è stata diagnostica sui campioni inviati al laboratorio dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, diretto dal professor Mauro Pistello, mentre fino ad un paio di settimane fa per la diagnosi dei casi sospetti era necessario rivolgersi all’Istituto Spallanzani, con il conseguente allungamento dei tempi di refertazione”. “Si tratta di una malattia che ad oggi si è trasmessa quasi esclusivamente per via sessuale ed ha interessato quasi esclusivamente maschi, la contagiosità al di fuori di questa modalità è alquanto limitata e pertanto non rappresenta ad oggi un pericolo per la popolazione generale (niente di paragonabile con il Covid, per intendersi) anche se – continua  Sani – i casi in Italia sono in aumento, ad oggi abbiamo superato i 500. Nell’area livornese siamo al paziente 1, nel mese di giugno ne abbiamo ricoverato uno proveniente da altra provincia toscana, attualmente già guarito dopo circa un mese di isolamento ospedaliero e poi domiciliare. Entrambi sono persone giovani, con una storia di rapporti sessuali non protetti”.
Il vaiolo della scimmia è una patologia infettiva causata da un virus simile a quello che causa il vaiolo (eradicato nel 1980) da cui però si differenzia per minore diffusività e gravità”. “Nell’uomo la malattia si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, aumento di volume dei linfonodi, manifestazioni cutanee sottoforma di vescicole, pustole, piccole croste, lesioni ulcerative del cavo orale e degli organi genitali. Generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane”. E’ importante, in caso di comparsa di sintomi associati a lesioni della cute e dei genitali in soggetti che abbiano avuto rapporti sessuali di tipo occasionale e con persone non conosciute, rivolgersi al proprio medico o consultare i reparti di malattie infettive per ottenere rapida diagnosi ed evitare di trasmettete l’infezione a familiari e conviventi. Fino alla guarigione è necessario l’isolamento domiciliare o ospedaliero. “Soltanto attraverso comportamenti adeguati – raccomanda il primario – sarà possibile arginare il fenomeno che rischia di diffondersi creando ulteriore impegno sul sistema sanitario già provato dal Covid”.

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