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All’Enriques si festeggia il capodanno cinese

Lunedì 11 Febbraio 2019 — 08:05

Gli studenti si sono suddivisi in 4 laboratori creativi: c'è chi ha sperimentato la costruzione delle classiche lanterne rosse e chi invece si è improvvisato insegnante di calligrafia orientale

di Tommaso Lucchesi

In una affollata aula magna del liceo scientifico Enriques, intorno alle 15 di venerdì 8 febbraio, gli alunni delle classi I e II L si sono radunati per celebrare il capodanno cinese, la festività orientale più importante, in una precisa rappresentazione delle abitudini tipiche del Paese orientale. Il pomeriggio è stato aperto dall’insegnante madrelingua cinese che, con l’aiuto di una studentessa, ha riprodotto fedelmente la cerimonia del tè e illustrato tutte le fasi di preparazione di ben 6 tipi di bevande. A seguire si sono cimentanti in una breve prova teatrale quattro ragazzi che, in lingua, hanno simulato l’ordinazione in un bar di piatti caratteristici della terra del dragone rosso. E’ stato dunque il turno della declamazione di diverse poesie e del canto Xin Nian Hao, un augurio di buon anno nuovo. Dopo la parte dedicata alle esibizioni, gli studenti si sono suddivisi in 4 laboratori creativi: c’è chi ha sperimentato la costruzione delle classiche lanterne rosse e chi invece si è improvvisato insegnante di calligrafia orientale e “astrologo” per svelare i segreti dell’oroscopo cinese. “Un’esperienza utile per facilitare l’apprendimento fonetico e del lessico – ci spiega Chiara Buchetti, docente di cinese alle Enriques e coordinatrice della giornata – nonché per entrare ancora di più nella cultura cinese e capire da vicino in cosa effettivamente consista il capodanno cinese, che da loro dura ben 15 giorni”. Alla domanda su quanto sia importante la conoscenza della cultura del territorio di cui vogliamo imparare la lingua, Buchetti ci risponde citando il fatto di cronaca di Dolce&Gabbana (e del loro spot di qualche mese fa ritenuto offensivo proprio dai cinesi): “Una conoscenza maggiore delle tradizioni e della mentalità della Cina avrebbe senz’altro evitato la perdita in un giorno di un fatturato multimilionario. Una consapevolezza più profonda della cultura di riferimento permette di non commettere gaffe e di risparmiare tempo e denaro, specialmente con i commercianti di un Paese che si sta avviando ad avere la lingua maestra proprio in questo ambito”.

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