“Back home” per 173 alunni (e 13 insegnanti) delle Mazzini

Venerdì 22 febbraio si è concluso lo stage linguistico di una settimana nel Regno Unito – per la precisione a Londra – che ha mobilitato ben 173 alunni delle classi seconde e terze dei quattro plessi della scuola secondaria di 1° grado “G. Mazzini”, accompagnati da 13 docenti delle varie discipline. Un’attività consolidata per l’istituto, da anni inserita nel piano dell’offerta formativa, organizzata, alternativamente, con le seconde lingue comunitarie studiate: francese e spagnolo. Ovviamente, l’elevato numero dei partecipanti ha impegnato docenti e personale di segreteria al fine di far funzionare i complessi ingranaggi nel migliore dei modi.

Si fa presto a dire stage… quando si viaggia con dei minori ci sono delle pratiche burocratiche a livello di documentazione  (la dichiarazione di accompagnamento, ad esempio) per le quali vanno previsti e calcolati i tempi necessari di preparazione. Stage, non gita? Per i non addetti ai lavori, la differenza può non essere così lampante. L’obiettivo principale è stato una full immersion di lingua e civiltà, che poi veicola attraverso la lingua, tramite lezioni tenute rigorosamente da insegnanti madrelingua la mattina e escursioni in alcuni degli highlights della capitale il pomeriggio.

Il cospicuo numero di studenti e docenti è stato ospitato dalla struttura di Colindale, periferia nord di Londra, accogliente residenza in cui si sono svolte anche le lezioni e strategicamente vicinissima ad una fermata della metropolitana da cui il megagruppo, diviso in gruppi meno numerosi, si dirigeva, con i docenti accompagnatori, verso il punto di incontro con le guide messe a disposizione dall’agenzia responsabile dei servizi.

Questo primo – per molti – assaggio di Londra ha toccato alcune mete imperdibili quali: Buckingham Palace, St. James Park, Covent Garde, Camden Town, Natural History Museum e un’affascinante crociera sul Tamigi alla volta di Greenwich; senza contare un’escursione di un’intera giornata a Windsor e Oxford. Insomma, sembra proprio che non sia mancato nulla… ma che cosa avranno riportato a casa i ragazzi, oltre a qualche souvenir, panni da lavare e poche sterline rimaste?
Ci auguriamo, emozioni, nuove amicizie, un inglese un po’ più british, e una maggiore consapevolezza nel sapersi gestire lontani dalle famiglie: un piccolo passo verso la costruzione di futuri cittadini del mondo.