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Benvenuti nella prima “scuola senza zaino”

Martedì 27 Marzo 2018 — 12:01

Il plesso di Montenero è la prima scuola livornese a mettere in pratica il progetto regionale. La referente Magozzi: "Come hanno reagito i genitori? Bene, hanno dimostrata tanta collaborazione"

di Letizia D'Alessio

“Scuola senza zaino” è un modello di scuola nato in Toscana nei primi anni del 2000. A Livorno è arrivato l’anno scorso, in via sperimentale, al circolo didattico Carducci nel plesso di Montenero. Sperimentazione proseguita durante questo anno scolastico, con il coinvolgimento di poco meno di 40 bambini, e che dal prossimo anno (2018-19) – come annunciato da Roberta Magozzi referente del progetto regionale per il circolo didattico Carducci – sarà estesa in tutte le classi. Il plesso di Montenero diventerà così a tutti gli effetti la prima scuola livornese a mettere in pratica la “scuola senza zaino”. I bambini interessati saranno 97.
Ma in cosa consiste? Tre sono le parole chiave di questo modello: ospitalità, responsabilità e comunità. I banchi sono messi a ‘isole’ e vengono svolti vari laboratori (accoglienza, l’angolo verde, pittura, matematici/informatici e in atelier creativo). I lavori vengono diversificati di volta in volta con lezioni generali o a piccoli gruppi. “I tempi sono individualizzati per ogni bambino – ha spiegato Magozzi – quando un alunno termina un lavoro, può iniziare un’altra attività. Non esiste più la correzione dell’errore da parte dell’insegnante ma ai bambini viene insegnata l’autovalutazione e l’autocorrezione”.
E come si svolge una giornata tipo? La mattina inizia in un’agorà (spazio comune), dove avviene il racconto da parte dei bambini di ciò che vogliono condividere con gli altri: può essere sia qualcosa di bello sia un problema da risolvere insieme. Dopo questo confronto alunni e insegnanti decidono che cosa fare durante la giornata. Per quattro giorni settimanali l’orario è distribuito su cinque ore (8 -13) e un giorno a settimana i bambini rimangono a scuola fino alle 16. “Ad ognuno viene dato un incarico che poi viene cambiato ogni settimana – ha continuato Magozzi – ciò ci permette di far diventare gli alunni più responsabili di ciò che fanno”. Anche per andare in bagno o per bere, i piccoli scolari di Montenero si autoregolano senza chiedere il ‘permesso’ alle maestre. Per parlare poi hanno un semaforo da rispettare: “Così iniziamo a dare – ha sottolineato la docente – anche piccole nozioni di educazione civica”. C’è infine un’ultima cosa che caratterizza la “Scuola senza zaino”: l’ambiente. “Gli spazi che abbiamo sono funzionali per l’inclusione di tutti – ha fatto sapere ancora Magozzi – Ogni anno il Comune ci fornisce gli arredi adeguati, per l’amministrazione è un grande sforzo e noi vogliamo ringraziarla. Senza il loro aiuto non sarebbe possibile fare quello che facciamo”. E i genitori come hanno reagito a questo cambiamento? ”Bene, si sono fidati di noi. Questo nuovo modello scolastico è adatto sia per i bambini sia per i genitori – ha concluso la maestra – c’è tanta solidarietà e collaborazione”.

Sono 130 le scuole senza zaino toscane – Il progetto “scuola senza zaino” nasce nel 2002 dall’esperienza di piccole comunità e dalla sperimentazione di metodi didattici innovativi, ma assume valore di rete regionale nel 2012, con la delibera regionale 1206/12. Sono 130 le scuole toscane che già hanno aderito alla rete promossa dalla Regione Toscana. Ben 11.800 studenti oggi in Toscana frequentano classi in cui viene applicato questo metodo, pensato per rispondere ad un crescente bisogno di innovazione didattica e costruire sempre più una ‘scuola comunità’.

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