“Salvare vite umane è un dovere”, oggi incontro all’Enriques
Nel corso dell'attività gli studenti e le studentesse delle classi coinvolte incontreranno Cristian D’Alessandro, soccorritore SAR con SOS Méditerranée, Tommaso Stella, skipper milanese che ha comandato operazioni di salvataggio di naufraghi nel Mediterraneo, e Cecilia Strada, operatrice umanitaria di ResQ-People Saving People
Venerdì 27 gennaio alcune classi del Liceo Federigo Enriques parteciperanno nell’aula magna dell’istituto a un incontro intitolato “Salvare vite umane è un dovere”. Nel corso dell’attività gli studenti e le studentesse delle classi coinvolte incontreranno Cristian D’Alessandro, soccorritore SAR con SOS Méditerranée, Tommaso Stella, skipper milanese che ha comandato operazioni di salvataggio di naufraghi nel Mediterraneo, e Cecilia Strada, operatrice umanitaria di ResQ-People Saving People. I relatori parleranno ai ragazzi e alle ragazze del liceo dei campi di prigionia in cui i migranti sono confinati in Libia, delle condizioni in cui avviene la loro traversata del Mediterraneo e della morte per annegamento cui sono andati incontro decine di migliaia di uomini, donne e bambini, quasi sempre a causa dei mancati soccorsi. D’Alessandro, Stella e Strada porteranno anche la loro testimonianza personale riguardo le missioni umanitarie alle quali hanno partecipato e illustreranno le obiezioni che alcuni governi europei oggi pongono alle operazioni di salvataggio dei naufraghi condotte dalle ONG.
Questo incontro si inserisce nel Progetto 25 aprile del Liceo Enriques, un’attività di educazione alla cittadinanza che prevede nell’ultima settimana del mese anche tre iniziative dedicate al Giorno della memoria del 27 gennaio: la partecipazione all’evento cittadino “Custodire la memoria tra le generazioni” sulla trasmissione della memoria storica della Shoah, la proiezione del film “Vento di primavera” sul rastrellamento fascista degli ebrei francesi e l’inizio di un ciclo di incontri con Roberto Rugiadi sul fascismo, sulla Shoah e sulla vicenda della madre Frida Misul, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz.
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