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Sequestrate 25.000 confezioni di integratori alimentari non conformi

Martedì 27 Febbraio 2024 — 08:27

La nuova e corretta classifica doganale della merce ha permesso, inoltre, il recupero di circa 5.900 euro di dazio. La società importatrice, nell’accettare le risultanze del verbale, ha attivato le procedure per regolarizzarsi da un punto di vista autorizzativo e conformare l’etichettatura. Operazione dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) di Livorno sempre impegnati in prima linea a tutela della salute pubblica all’atto dell’ingresso di prodotti alimentari nell’Unione Europea, hanno sequestrato 25.000 confezioni di integratori alimentari non conformi alla normativa. Come si legge in un comunicato del 27 febbraio, l’attenzione dei funzionari del Reparto Controlli allo Sdoganamento si è dapprima concentrata sulla documentazione allegata alla dichiarazione doganale, nella quale una parte del carico era dichiarata semplicemente come prodotti vegetali. La successiva visita della merce, anche sulla scorta di alcune indicazioni provenienti dal circuito doganale di controllo, ha evidenziato che si trattava di confezioni da 100 e 200 grammi di integratori alimentari di fibre a base di “Plantago ovata”, pronte per la vendita al dettaglio, le cui etichette suggerivano, inequivocabilmente, proprietà fisiologiche e relativa posologia.
Tali integratori sono assoggettati a una specifica disciplina prevista dal Ministero della Salute, che richiede un’autorizzazione alla commercializzazione, di cui la ditta importatrice risultava essere sprovvista. Il confronto con il personale sanitario del Posto di Ispezione Frontaliero ha confermato le valutazioni effettuate dai funzionari ADM, che quindi hanno proceduto al sequestro amministrativo di tutte le confezioni, contestando all’importatore l’assenza del nulla osta sanitario e delle indicazioni obbligatorie previste in etichetta dalla specifica normativa, a tutela della salute del consumatore. La nuova e corretta classifica doganale della merce ha permesso, inoltre, il recupero di circa 5.900 euro di dazio. Sono state inoltre elevate sanzioni amministrative da un minimo di 4.500 a un massimo di 25.000 euro. La società importatrice, nell’accettare le risultanze del verbale, ha attivato le procedure per regolarizzarsi da un punto di vista autorizzativo e conformare l’etichettatura.

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