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Gli auguri del vescovo. L’omelia di Natale

Domenica 25 Dicembre 2016 — 19:50

Il monsignore: "Ma mentre il bene fa star bene, il male fa star male: ti agita ti scatena dentro di te delle energie negative che ti possono portare a un infarto o una ischemia mentre il bene ti fa star bene, ti rilassa"

Ha parlato del Bene con la b maiuscola, dell’Esistenza e dell’Amore. Monsignor Giusti ha recitato così la sua omelia durante la messa Natalizia in Duomo parlando di tematiche care ad ognuno di noi nel giorno della famiglia per eccellenza. Ha parlato dell’Uomo e del suo compito nella società, della guerra, dell’odio e dell’ultima strage di Berlino e di come combattere con l’amore in Cristo l’assenza di ogni bene.

Ecco il testo integrale dell’omelia di monsignor Simone Giusti
“Una evidenza inconfutabile c’è data dall’Universo stesso. Esso è e ognuno ne fa esperienza. L’uomo può manipolarlo ma un principio fondamentale della chimica afferma: niente si crea e niente si distrugge; l’uomo non è padrone del Creato, ne è evidentemente solo il custode. Lo può usare, manipolare, lo può gestire ma non può né creare né distruggere alcuna cosa. Non è capace di creare alcun che “ex nilo”, dal nulla, manco riesce a pensare il nulla ne mai ne fa esperienza semplicemente perché non esiste. Intuisce l’antimateria, i buchi neri, ma non sa neppure teorizzare il nulla!

Come è incapace a creare qualcosa così non gli è dato di poter distruggere alcunché. Sempre e comunque è.

Emerge la grande legge dell’universo: quella della trasformazione, del divenire: un corpo cresce e poi si accascia ma per divenire qualche cos’altro, polvere e acqua, ma della materialità nulla è perso. Nulla si perde. Niente svanisce nel nulla semplicemente perché come abbiamo detto, il nulla non c’è.  Ma l’uomo non è soltanto materia, lo sappiamo bene.

Ci sono… Ci Siamo… questa è l’evidenza che appare davanti alla coscienza di ciascuno di noi, sono, esisto e mi piace di esistere. E’ bello esistere, è bello vedere tutto ciò che esiste, è bello sentire i rumori, i suoni di ciò che esiste, è bello voler bene, è bello amare, è bello fare del bene, è bello essere amati, è bello amare e stare insieme alle persone che amo.

IL VESCOVO SIMONE GIUSTI

Vorrei anzi non di staccarmi mai da esse, sento anzi chiaramente come una sofferenza, il distacco dalle persone che amo: sia per un viaggio, sia per una lontananza forzata causata dal lavoro, tanto di più a causa della morte. Ecco dunque la nemica del nostro essere e del nostro esistere. Questa sofferente realtà che va oltre la dimensione materiale per essere qualcosa di spirituale, mi genera un dolore indicibile.

L’uomo è l’unico animale che soffre a causa di questioni prettamente spirituali.
Gli altri animali soffrano per una ferita, per fame, per sete; io soffro per uno sguardo, per una parola non detta, per una parola detta di troppo, per un bacio mancato, per un abbraccio perso, per una persona perduta. E’ l’uomo un animale singolare, strano imperfetto, dice Marx Webber il fondatore della sociologia contemporanea, perché trova la sua pienezza non nel ventre pieno ma nel cuore ricolmo di affetto e di gioia, di amore. Questa esperienza di ciascuno fa comprendere una semplice quanto lapalissiana evidenza: esisto per amare, esisto per essere. Questa è un’evidenza e fa intuire come l’uomo sia un essere che va oltre la materia, ha una sua dimensione evidentemente trascendente.

IL VESCOVO GIUSTI INCONTRA IL DALAI LAMA AL MODIGLIANI FORUM (FOTO ALBERTO VINCENZONI)

C’è il bene – Se poi io guardo intorno a me, noto tanto bene, tanto bene nella natura, tanto bene nelle persone, tanto bene anche in me; avverto poi che il bene mi fa star bene, colgo che il voler bene mi fa trovare pienezza nella mia esistenza, nell’amare trovo la mia realizzazione.

Ma intorno a me non c’è soltanto bene purtroppo c’è guerra, odio e cattiveria; quanto male, quante lacrime, quanto pianto, quante sofferenze, quanto dolore, a volte un dolore gratuito, un dolore provocato deliberatamente come al mercatino di Natale di Berlino; quanta cattiveria! Come quando si fa una violenza su un bambino, quando si sopprime un proprio figlio, quanta cattiveria! Il mondo non è soltanto bene, il mondo è anche assenza di bene, è ciò che da sempre è chiamato, con un termine breve e tremendo “male” e questo male a volte assume delle forme tremende che quasi sembrerebbero frutto di una forza che travolge ogni realtà e allora ecco tutto questo è colto dalla parola greca demonis, demonio: forza della divisone o in ebraico Satana.

MONSIGNOR SIMONE GIUSTI

Ma mentre il bene fa star bene, il male fa star male: ti agita ti scatena dentro di te delle energie negative che ti possono portare a un infarto o una ischemia mentre il bene ti fa star bene, ti rilassa, non solo ti allunga la vita, si parla appunto di felice stress. Il male che ti fa star male, ti può portare alla conseguenza della morte non solo verso l’altro ma anche verso chi la provoca.

C’è Gesù! Siamo nel 2016 dopo Cristo! Dio è visibile, udibile, toccabile. Il bene cresce dentro di noi e intorno a noi. Questo bene è una realtà che

– parte da un cuore, da un pensiero:

– nel pensiero prendono forma,

– nell’agire diventano concrete e si materializzano in gesti.

Si fanno ovvero opere di misericordia spirituale e corporale. Ma come il bene si fa carne in noi e nella nostra carne e nella carne altrui così la realtà più spirituale che innerva l’Universo: il Principio increato, il Principio creatore oppure se vogliamo l’Energia creante, colui che nella nostra cultura greco romana chiamiamo l’Onnipotente, Theos, Deus, Dio si fa carne nella Parola accolta da una ragazza, Maria.

Ci raggiunge una Parola, è accolta e si manifesta in mezzo a noi. “E Dio disse e così fu”, il pensiero di Dio diventa ciò che significa: ecco il Cielo ecco la Terra, ecco le acque, ecco le foreste.

L’amore di Dio si concretizza nel momenti in cui è pensato: ecco il Figlio e il Figlio si manifesta nella Parola facendosi vangelo, lieto annunzio, carne in Maria. Ecco il mistero del Natale e il segno che manifesta questo bene incarnato e manifesto, ormai visibile, è l’immagine di una donna con il suo bambino. Non esiste in natura un simbolo più grande dell’amore; essa è la raffigurazione più grande del bene, è il mistero del Natale”.

Monsignor Simone Giusti, Vescovo di Livorno

 

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