Bertini, la montagna amaranto pronta per la serie A
Terzo ed ultimo atleta del nostro mini viaggio nel mondo del rugby livornese. Il protagonista di oggi è il pilone classe 2000 Andrea Bertini, che, tagliato fuori da un importante selezione giovanile a causa di un brutto infortunio, dopo due ottime stagioni con i Lions Amaranto è riuscito ad abbracciare il sogno di giocare in serie A
Certe volte capita anche di prendere quel “famoso treno che passa una volta sola” e di scendere alla fermata sbagliata o, peggio, di trovarsi direttamente al capolinea. È successo ad Andrea Bertini – 20 anni, pilone destro livornese dei Lions Amaranto, terzo ed ultimo protagonista del nostro viaggio intorno al mondo del rugby ad alti livelli – che a causa di un brutto infortunio rimediato nel 2016 (trauma cervicale con distaccamento del timpano) ha dovuto rinunciare ad indossare la casacca dell’Accademia Cdfp (Centro di formazione permanente) under 18 di Prato. “Se vuoi giocare a certi livelli devi essere al top – ha confessato il classe 2000 in esclusiva telefonica a QuiLivorno.it – Ma non mi sono abbattuto, sapevo di essere ancora giovane e di potercela fare. Un infortunio, ho pensato, non può rovinarmi la carriera. Devo ripartire”. E così è stato. Con caparbietà, Andrea è ripartito e i due anni successivi all’infortunio, conditi da una promozione dalla serie C con i Lions e metà stagione da protagonista in serie B, gli sono valsi la chiamata, in serie A, dell’Accademia Fir “Ivan Francescato” dove ora gioca in prestito. “E’ successo tutto all’improvviso – ha continuato Bertini – Anche se stavo giocando bene, mentalmente pensavo che un’occasione come quella dell’Accademia Cdfp u18 di Prato così non sarebbe più tornata. Adesso sono determinato a fare bene”. Far parte della rosa dell’Accademia consente al giovane rugbista allenamenti individuali volti a migliorare ogni singolo aspetto fisico e tecnico in strutture all’avanguardia e di potersi confrontare con atleti di alto livello. Andrea ritroverà Gianmarco Lucchesi, compagno d’infanzia sin dai tempi dei Lions, a dimostrazione di quanto il movimento giovanile livornese sia sempre in crescita. “Anche se ho solo vent’anni – aggiunge il pilone – mi piacerebbe tornare a fine carriera sperando di poter costruire qualcosa di importante con le generazioni future. Ora, però, mi godo il momento”.
Niente male, a vent’anni, avere le idee chiare sul proprio futuro sportivo. Ad Andrea, l’ultimo prodotto di mare germogliato nel campo di Salviano, va il nostro più sincero augurio con la speranza che la sua storia possa essere di esempio per tutti coloro che devono superare un grave infortunio e ripartire.
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