Dal Fides ai Cinque Cerchi, Anabella e Beppe scrivono la storia del Venezuela
La fiorettista Acurero, allenata dal maestro Pierucci, ha sfiorato per un soffio la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici Giovanili in Argentina ma ha compiuto un'impresa mai riuscita a nessun schermitore venezuelano
Sulla punta del suo fioretto c’è l’intera rabbia e l’orgoglio di un popolo fiero e guerriero, ci sono i sogni arroganti e dolci che solo una sedicenne può fare sbattendoli forte sul finestrino piovoso che guarda là fuori… e nessuno se ne accorge (foto in pagina di Augusto Bizzi).
C’è il sudore, la vita rovesciata in un amen che dal Venezuela ti catapulta a Livorno per crederci a quei sogni. A quelli arroganti. Ed anche a quelli più dolci. Sulla sua schiena da adolescente invece c’è un peso enorme, quello di cinque cerchi delle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires conquistate mangiando pane e scherma da oltre un anno a fianco di quel maestro sognatore, folle ma dannatamente bravo che le ha aperto il Circolo Scherma Fides e che risponde al nome di Beppe Pierucci.
“Voglio sporcarmi di emozioni”, ha detto Pierucci guardando Anabella Acurero Gonzalez dalla profondità dei suoi occhi color ghiaccio bollente a quel volto sudamericano, da cerbiatto illuminato da due fari nella notte. Perché i sogni fanno paura. Fanno dannatamente paura. E le emozioni sporcano l’anima. Per sempre.
Ed è allora che i titoli di coda su queste Olimpiadi sono ancora più belli con il sogno appena rotto là davanti agli occhi umidi e un palazzetto tutto in piedi che ti osanna come una vincente mentre il tuo maestro ti porta in trionfo sventolando la felpa con i colori del Venezuela tra gli applausi del pubblico argentino come se tu avessi davvero infilzato quel bronzo sfumato solo negli ultimi dieci secondi di un assalto sfortunato, maledetto e dannatamente spietato. Sei lì che piangi di rabbia, di emozione, di incredulità. Lo avevi tenuto in mano, lo avevi preso per poco. Era tuo. Ed è sfuggito. Ti danno un diploma olimpico, quello che chiamano la “medaglia di cartone”. E stai un giorno a non parlare a ripensare a quella botta e risposta andata in bersaglio non valido per pochi millimetri. Una stoccata che ti avrebbe consegnato quella medaglia sognata con arroganza qualche anno fa nel lettino di camera tua a Città di Valencia, in Venezuela. E invece no.
Ma poi pensi e realizzi che hai scritto la storia. A soli sedici anni. La storia sportiva di un paese che mai, e poi mai, aveva piazzato un fioretto in una semifinale olimpica. E allora allarghi quegli angoli della bocca all’insù. E riparti da quei titoli di coda. E poco importa se la botta e risposta non è entrata. Pensi che con quella punta di fioretto hai scritto un capitolo di sport della tua nazione. E allora guardi avanti e pensi che anche Tokyo 2020 sia possibile. E pensi “Si, podemos”.
“Un risultato che se me lo avessero anticipato sei mesi fa lo avrei ritenuto davvero un’impresa impossibile – spiega il maestro Pierucci tornato alla base al Circolo Scherma Fides – Un diploma olimpico arrivato grazie ad un vero e proprio lavoro di squadra di tante persone a partire dal nostro psicologo sportivo Angelo Carnemolla, passando per il nostro preparatore atletico Franco Fabbri, la nostra nutrizionista Mariella Ardizzone, il medico Alessandro Pierucci e tutto lo staff del Fides che ha sempre accolto e fatto sentire a casa Anabella. E’ stata dura ed è stato un percorso di crescita enorme in cui la mia allieva si è confrontata con le migliori pari età del mondo. Ha lottato come una leonessa contro la giapponese campionessa del mondo in carica, ha ribaltato l’assalto dei quarti di finale da 2 a 6 al 15 a 9 finale. E’ stata grande. Davvero. Adesso siamo tornati a casa con una benzina dentro pazzesca e la voglia di guardare con ottimismo al futuro consapevoli di aver scritto un’impresa. E di potercela fare, lavorando duro come abbiamo fatto fin’ora, per centrare la qualificazione per le Olimpiadi del 2020 di Tokyo”.
E quando Beppe sogna insieme ad Anabella… le nuvole stanno ad ascoltare…
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