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Pierucci, il Venezuela e un sogno olimpico chiamato Anabella. “Si, podemos”

Mercoledì 11 Aprile 2018 — 15:27

Ha lasciato la famiglia e un paese in un clima di guerra civile, il Venezuela, all'età di 15 anni per inseguire un sogno: arrivare alle olimpiadi. Sul biglietto per la felicità c'era scritto Livorno... Ecco la sua storia

di Giacomo Niccolini

Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata. Siamo a più di 8500 chilometri da quel palazzetto dedicato alla scherma in via Allende e da quel Leone Rampante targato Fides con un fioretto in mano che significa “società più titolata del Mondo”. Anabella Acurero Gonzalez (nelle foto in pagina di Bizzi/Trifiletti) nasce e cresce in Venezuela, a Città di Valencia, un paesone con oltre un milione di abitanti. Nella testa un solo sogno: arrivare alle olimpiadi con il fioretto in mano per rappresentare il suo Paese, uno Stato famoso, diciamocelo chiaramente, per tante cose ma non certo per la scherma.
Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata. Anabella ha 15 anni, la poesia di un’adolescente in testa e la determinazione che può farti volare sulla luna al solo pensiero. Ah certo, nel Dna non manca una buona cucchiaiata di talento, di quella tagliata ancora grossa, da affinare… ma con la T maiuscola.
Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata. Così con una poesia in testa, la grinta nel cuore e il Talento nelle vene decide di provarci. E per provarci c’è solo un’indirizzo valido: Via Salvador Allende 3, quartiere Ardenza, Livorno, Italia.
Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata. Anabella prende un volo e ripone nella sacca la speranza. A gennaio del 2017 bussa alla porta del Circolo Scherma Fides. Ad aprirle il portone di quel Parnaso sportivo c’è Giuseppe, o come dicevan tutti Beppe, Pierucci. Un nome, la scherma. Si guardano. Si annusano. Lei: 15 anni e il fuoco dentro. Lui: come il Fra Cristoforo di turno di manzoniana memoria, con quello spirto guerrier ch’entro gli rugge.  E’ amore (sportivo s’intende) a prima vista. Non se lo dicono subito ma si promettono grandi cose. Ad un solo patto: lavorare, lavorare, lavorare. Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata. Passano tre magnifici mesi di lavoro, sudore e ossessione. Anabella deve tornare a casa. La promessa: ci rivedremo presto. Poi a maggio il caos in Venezuela, le rivolte in piazza, una nuova stagione di repressione e sangue e il braccio di ferro tra il presidente Maduro e l’opposizione. Segnali che inducono la mamma di Anabella a chiamare il maestro livornese di fioretto di sua figlia dall’altra parte del mondo. “Voglio garantire un futuro alla mia bambina – dice in un messaggio – vorrei mandarvi la cosa che di più cara ho al mondo. Solo così potrà avere una speranza. Solo così si potrà salvare e fare qualcosa di importante”.
Pierucci è a cena con sua moglie quando riceve questo messaggio che, come un telegramma alieno, gli accende ancora di più la scintilla. “Facciamolo”. Via con le scartoffie. Facciamola venire in Italia. E allora giù con i permessi e le autorizzazioni, la burocrazia in un paese alla deriva che spezza le ali all’arte e allo sport. Poi il nulla osta definitivo che giunge ad ottobre e il Circolo Scherma Fides che sposa il “progetto-Anabella”. Yes, we can. Si, podemos.
“Ho subito chiesto ad Anabella quale fosse il suo obiettivo. La sua risposta è stata chiara: la qualificazione alle olimpiadi giovanili di Buenos Aires ad ottobre. Bene, le ho detto. Lavoriamo per quello allora”. Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata.
Un appartamento e una borsa da allenamento. E 18 ore al giorno da dedicare alla scherma. E’ questo il menù per il successo. “Nel mezzo c’è tanto sacrificio e tanta programmazione – racconta Beppe Pierucci – Una programmazione effettuata con il nostro preparatore atletico Franco Fabbri e con il nostro psicologo sportivo Angelo Carnemolla. Un lavoro di team complessivo che ha visto protagonisti anche i ragazzi del Fides, gli atleti con cui ogni giorno Anabella tira in pedana e suda quotidianamente e che la hanno accolta al meglio sin dal primo giorno”.
Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata. Inizia il “road to Buenos Aires” e per farlo servono vittorie, risultati. Cosa che settimana dopo settimana, mese dopo mese non tardano ad arrivare. Fino al main event, il Grande Evento, l’appuntamento da non sbagliare: il mondiale under 20 di Verona in programma dal 1° al 9 aprile.
Anabella compete per due categorie, la sua (under 17) e quella dei più grandi (under 20), un giorno di fila a quell’altro. “Temevo per la tenuta fisica – confessa il maestro Beppe Pierucci – Due gare così toste una dietro l’altra non era semplice. Anche perché il primo giorno Anabella ha dato tanto, tantissimo facendo strabene. Tanto che l’indomani, alle 6,15 quando è suonata la sveglia mi ha detto: non riesco ad alzarmi. L’ho messa sotto una doccia ghiacciata e le ho detto: ora ci andiamo a prendere ciò che è nostro. E così è stato”. Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata.
Anabella Acurero Gonzalez entra nelle prime sedici fiorettiste del mondo con un assalto vinto di una sola stoccata. 14 pari, avversaria già ammonita. Arbitro che guarda il replay ed estrae il rosso che regala il punto della vittoria finale e il pass per le olimpiadi giovanili. “Quando ho visto che stava tirando fuori il cartellino dalla tasca ho iniziato a saltare come un canguro per tutta la sala – racconta emozionato Pierucci – Le qualificazioni alle olimpiadi giovanili sono le più difficili in assoluto perché si qualificano le prime due atlete per ogni continente. Quindi dal Canada all’Argentina soltanto due atlete. E quando ho capito che in gara era rimasta soltanto una statunitense e la mia Anabella… beh… ho capito che avevamo realizzato un sogno, un qualcosa di grande. Quando lo ha capito anche lei, le lacrime sono scese a fiotti. Un’emozione che ripaga di tanti, tantissimi sacrifici di una ragazza che ha dato tanto e sta dedicando i migliori anni della sua vita a questo sport”.
Una qualificazione storica quella di Anabella che ha fatto saltare sul divano i giornalisti venezuelani e tutto il mondo dello sport del suo Paese. Un po’ come, per farvi un paragone azzardato, se la squadra di bob della Jamaica si qualificasse per le olimpiadi invernali. Storia oggetto di film. Come film potrebbe diventare il miracolo di Anabella Acurero Gonzalez la Lady Oscar venezuelana che ha inseguito un sogno e l’ha infilzato in punta di fioretto.
“Ci hanno chiamato decine di giornalisti, sportivi, la Federazione Venezuelana. Tutti per stringerci virtualmente la mano e per farci i complimenti di questa impresa. E adesso l’asticella si alza – ammette Beppe Pierucci – Adesso ci sono i campionati del mondo Assoluti e perché no… Tokyo 2020”. Sveglia, palestra, parata, risposta, stoccata. E se è successo una volta… perché no? Si, podemos…

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