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Al Goldoni concerto Beethoven-Haydn e la musica popolare scozzese

Giovedì 29 Marzo 2018 — 12:32

Il concerto presenterà parte del progetto “Scotland” che hanno recentemente interpretato e pubblicato per la prestigiosa etichetta DECCA

Una performance musicale unica nel suo genere, con un viaggio nella vita quotidiana della Scozia di inizio Ottocento attraverso la bellezza delle opere di Ludwig van Beethoven e Franz Joseph Haydn. E’ quanto propone il prossimo appuntamento, rinviato a causa dell’immane tragedia avvenuta al porto industriale il 28 marzo scorso dove hanno perso la vita due lavoratori, della stagione musicale “Al chiaro di luna” della Fondazione Goldoni realizzata in collaborazione con Menicagli Pianoforti ed il progetto artistico di Carlo Palese.

Protagonista un’artista di caratura internazionale come il mezzosoprano Monica Bacelli ed il Trio Metamorphosi, una formazione caratterizzata da un sodalizio artistico ormai consolidato, composto da Mauro Lo Guercio, violino – Angelo Pepicelli, pianoforte e Francesco Pepicelli, Violoncello.

Luminosa la carriera della Bacelli, applaudita nei maggiori teatri italiani e del mondo collaborando con direttori d’orchestra quali Abbado, Chailly, Chung, Gatti, Metha, Muti, Ozawa, Pappano e Rattle. Vincitrice del premio Abbiati, il suo ampio repertorio comprende ruoli mozartiani e rossiniani, ma si estende dall’opera barocca all’opera francese dell’Otto-Novecento. Il Trio, il cui nome è un inno al processo continuo di cambiamento, così necessario in ambito artistico, si è esibito in sale  quali la Philharmonie di Berlino, Teatro alla Scala di Milano, Salle Gaveau di Parigi, Suntory Hall di Tokyo, Carnegie Hall di New York e Coliseum di Buenos Aires.

Il concerto presenterà parte del progetto “Scotland” che hanno recentemente interpretato e pubblicato per la prestigiosa etichetta DECCA: il viaggio scozzese inizierà così con il Trio in mi maggiore Hob. XV:28 di Haydn, composto alla fine del ‘700 dopo il suo secondo soggiorno in Inghilterra: un’opera la cui ricchezza di trovate strumentali – spiegano gli artisti – non prevarica mai la verità dell’espressione, che passa dalla serenata all’inno, dalla grazia all’ironia, con estrema naturalezza. Successivamente, attraverso le Scots Songs e le Scottish Airs ci immergeremo con Haydn nella vita popolare della Scozia, passando dalla malinconia di While hopeless all’ironia di The widow. La meravigliosa aria celtica Morag aprirà le porte all’intrepido Rattling roaring Willy e i dolorosi cromatismi discendenti di The slave’s lament non riusciranno a fermare il rutilante My love she’s but a lassie yet, sigillo finale all’amore, principale protagonista della piccola selezione. L’intermezzo strumentale della serata è una composizione risalente al periodo giovanile di Beethoven costituito dalle enigmatiche Dieci Variazioni in Sol min.-magg. sul Lied “Ich bin der Schneider Kakadu” op.121a.

Seguirà una selezione degli Schottische Lieder op. 108, composti dal musicista di Bonn nel 1815/16, che sarà aperta e chiusa da due Trinklieder su testi di William Smyth, molto diversi fra loro per carattere. Ma all’interno dei due canti da brindisi si apriranno veri e propri gioielli poetici e musicali, opera di alcuni fra i migliori letterati di quella terra affascinante, che vengono impreziositi da geniali e al tempo stesso semplici intuizioni beethoveniane. Così appaiono due quadri legati alla famosa battaglia di Culloden di metà Settecento, un punto focale della storia della Scozia, con il riferimento in The lovely lass of Inverness – testo di Robert Burns – alla brughiera di Drumossie, e Bonny laddie, highland laddie – testo di James Hogg. Dopo il tenero dialogo sui temi della lontananza, della fedeltà e del ritorno in Faithfu’Johnie, su testo di Mrs. Grant, giungeranno le due mirabili descrizioni del sentimento della Sympathy prima, su testo di William Smyth, e di un incredibile tramonto scozzese poi di Walter Scott, dopo il quale non si potrà che rientrare nel locale dal quale il concerto sarà partito ed invitare l’oste a riempire i bicchieri per brindare tutti insieme alla Scozia, alla fine del viaggio: Come fill, fill, my good fellow!

 

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