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Turandot di Puccini, Mario Menicagli racconta l’opera

Venerdì 19 Aprile 2024 — 14:48

Foto dello spettacolo al Festival Puccini di Torre del lago

Due le rappresentazioni in programma al Teatro Goldoni (venerdì 26 aprile alle 20 e domenica 28 aprile alle 16) con un nuovo, straordinario allestimento di Fondazione Teatro Goldoni e Festival Puccini di Torre del Lago. Anastasia Boldyreva vestire i panni della Principessa Turandot. E martedì 23 aprile Mario Menicagli racconterà al pubblico lo spettacolo (ingresso libero)

Torna dopo quindici anni di assenza a Livorno Turandot di Giacomo Puccini, l’ultimo capolavoro del compositore lucchese in occasione del centenario della sua scomparsa (Bruxelles, 29 novembre 1924). Due le rappresentazioni in programma al Teatro Goldoni venerdì 26 aprile, alle ore 20 e domenica 28 aprile, alle ore 16 con un nuovo, straordinario allestimento frutto della coproduzione tra la Fondazione Teatro Goldoni e il Festival Puccini di Torre del Lago; l’occasione sarà anche quella preziosa di ascoltare per la prima volta assoluta nella nostra città il finale che Luciano Berio scrisse nel 2001, al posto di quello “tradizionale” di Franco Alfano. Una produzione che porta la firma importante di Daniele Abbado, regista attivo dal 1988 per teatro, lirica e video nei principali teatri e festival italiani e internazionali, premiato nel 2012 con l’International Opera Award per il complesso della sua attività e che ha visto in Turandot un’opera di straordinaria modernità: “Questa realizzazione muove dalla considerazione di Turandot come opera che sta appieno nel percorso teatrale del novecento – scrisse per l’occasione – La favola musicata da Puccini ci spinge verso una narrazione non letterale né tantomeno realistica. Puccini non riuscì a completare Turandot. Anche con l’importante apporto di Luciano Berio, questo racconto scenico sembra non chiudersi su una fine, quanto piuttosto donare a Turandot il senso di un tentativo, un esperimento. Turandot come Opera Aperta, consegnata al destino di generare e ospitare finali di significato diverso”.
Dopo il felice ed applauditissimo debutto nelle edizioni 2021/2022/2023 del Festival Pucciniano, lo spettacolo viene ripreso a Livorno da Emanuele Gamba che ha con il regista milanese una ventennale frequentazione e collaborazione teatrale: “Conosco Daniele Abbado dal 1997 – afferma il direttore artistico della Fondazione Teatro Goldoni – e dopo tanti anni di amicizia e collaborazione, sono felicissimo ed orgoglioso di portare nella mia città una fra le sue più belle ed ispirate creazioni”. Sulla scena un impianto “contemporaneo” denso, simbolico e minimale, realizzato da Angelo Linzalata, che dialoga alla perfezione con i colorati ed ibridati costumi di Giovanna Buzzi.  Nuova la parte musicale rispetto alle recite a Torre del Lago, con l’Orchestra e Coro del Teatro Goldoni dirette da Pietro Mianiti, uno dei più affermati direttori d’orchestra italiani; Maestro di grande esperienza nel repertorio lirico e sinfonico, ha già diretto Turandot ed è stato applaudito nei principali teatri e sale da concerto in Italia ed all’estero alla guida di prestigiose orchestre. È fondatore dell’Italian Piano Quartet con il quale si è esibito al Festival dei Due Mondi di Spoleto, Lygon Arts Festival Melbourne, Carnegie Hall di New York, Kleine Musikhalle di Amburgo, Filarmonica di San Pietroburgo e alla Dixon Gallery di Memphis; nel 2008 inizia la sua collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano con una tournée negli Emirati Arabi, per divenirne negli anni direttore ospite e docente di esercitazioni orchestrali. Identico il cast impegnato per le due recite che vedrà Anastasia Boldyreva vestire i panni della Principessa Turandot, Amadi Lagha quelli del Principe ignoto (Calaf), Emanuela Sgarlata come Liù, Abramo Rosalen in Timur, Paolo Ingrasciotta, Francesco Napoleoni e Marco Miglietta rispettivamente nei tre Ministri Ping, Pang e Pong, mentre l’Imperatore Altoum ed il Principe di Persia saranno interpretati da Rocco Sharkey; completano il cast Tomohiro Nomachi (un Mandarino) e Alessia Battini, Sara Fogagnolo (Due Ancelle). Maestro del Coro Maurizio Preziosi; Coro di voci bianche del Teatro Goldoni, Maestro del Coro voci bianche Laura Brioli. Biglietti disponibili per entrambe le rappresentazioni presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204290) aperto martedì e giovedì ore 10/13; mercoledì, venerdì e sabato ore 16.30/19.30; vendita online su goldoniteatro.it e ticketone.it; prezzi da € 20 ad € 43. Tutte le informazioni su www.goldoniteatro.it

“Vi racconto Turandot in 20 minuti”: un incontro con il pubblico a cura di Mario Menicagli

“Ma l’opera lirica è una cosa semplice! Le trame sono semplici: un telefilm è già più articolato!”: a dirlo, scherzandoci sopra (ma non troppo), è Mario Menicagli, che professionalmente unisce la direzione amministrativa della Fondazione Teatro Goldoni con la direzione orchestrale e – proprio recentemente – con la composizione (è autore di 12 anni dopo – sequel della celeberrima Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni). Lo dimostrerà martedì 23 aprile, alle ore 17 con il suo personalissimo “Vi racconto Turandot in venti minuti”, un incontro con il pubblico nella sala Mascagni del Goldoni, a pochi giorni dal debutto del capolavoro di Giacomo Puccini, ultimo titolo in cartellone per la stagione lirica 2023-24 (26 aprile, ore 20 e 28 aprile, ore 16). “Tempo fa è stato fatto un sondaggio su un campione di persone dai 18 ai 65 anni – prosegue Menicagli – e che alla domanda Perché lei non va a sentire l’opera? ha risposto Perché non si capisce quello che dicono! E probabilmente è vero. Perché le parole di un’aria seguono in maniera esasperata la musica e spesso sono allungate, scorciate, sillabate, troncate. Dobbiamo allora sforzarci di togliere questo alone di austerità al mondo dell’opera, trasformarla e farla percepire come un fatto estremamente popolare ed accessibile e questo dovrebbe essere fatto già a partire dalla scuola dell’obbligo. I personaggi spesso sono curiosi, qualcuno a volte anche simpatico. Le arie, gli intermezzi, i cori sono bellissimi. E allora cosa ci rende così ostici e diffidenti nei confronti dell’opera? Qual è il motivo?”. Proprio da queste domande partirà una narrazione divertente e coinvolgente che si intreccerà con i famosi enigmi della Principessa di gelo, con le vicende ed i personaggi che il compositore lucchese trasse da un’antica favola, trasformandola e plasmandola con la sua personalissima ed ineguagliabile sensibilità artistica. Il format, già sperimentato in questa stagione per l’ancora più complessa vicenda de Il trovatore verdiano, è ad ingresso libero fino esaurimento posti.

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