Verso il “TEDxLivorno” con il libro di Pistono: “I robot ruberanno il tuo lavoro, ma va bene”
Tanti i temi trattati: dal rapporto tra lavoro e felicità alla distribuzione del lavoro, ma soprattutto l’importanza dell’aspetto umano che è veramente la chiave di volta della quarta rivoluzione industriale
di Paolo Rognini
All’interno del percorso verso il TEDxLivorno, che si svolgerà a marzo 2019 prosegue il ciclo di conferenze sul tema del lavoro, organizzato dall’Associazione Livorno 2020 in compartecipazione con il Comune di Livorno.
Martedì 27 novembre, al Cisternino di Città (nella foto in pagina di Simone Lanari), si è svolto il terzo dei quattro incontri che ha ruotato sul libro di Federico Pistono, divulgatore scientifico e presentatore su Ra1 1 di “Codice: la vita è digitale”. Tema: il rapporto tra automatizzazione dei processi produttivi e occupazione.
Presenti a questo evento Luca Leonardini, Business Architect, fondatore di Livorno 2020 nonché “anima” del TedxLivorno e Lamberto Frontera, caporedattore di Uni Info News, laureato in Scienze Politiche presso l’Università “Cesare Alfieri” di Firenze.
Nel 2012 Federico Pistono ha scritto e pubblicato il suo primo libro in inglese con un titolo un po’ provocatorio “Robots will steal your job but that’s ok. How to survive the economic collapse and be happy” (“I robot ruberanno il tuo lavoro, ma va bene. Come sopravvivere al collasso economico ed essere felici”).
A distanza di sei anni, questo libro è stato tradotto e pubblicato in moltissime lingue dimostrando di essere nato da un’intuizione sintetizzata con le stesse parole di Pistono: “Farsi rubare il lavoro dai robot forse è una condizione necessaria, benché non sufficiente, per trovare lo scopo della vita […] e questo sicuramente non può essere fare un lavoro che si detesta, per comprare cose inutili, per fare colpo su gente di cui non ce ne importa niente. […] Lo scopo di questo libro non è convincere che l’automazione ci renderà tutti obsoleti, bensì indurre quante più persone a non farsi sfuggire un’irripetibile opportunità di crescita personale”.
All’incontro infatti si è insistito sul fatto che la robotizzazione cambierà sicuramente il modo di pensare il lavoro. Certamente dovranno essere messi in atto processi sociali di accettazione della tecnologia. Perché oggi, diciamolo, la tecnologia è talmente pervasiva e, appunto, sostitutiva del lavoro umano, che spaventa anche un po’. Soprattutto perché, come sostiene Leonardini, la crescita segue un processo di tipo esponenziale mentre noi continuiamo a ragionare in termini lineari. Questo, in parole povere, ci porta a non sapere dove andremo. Ci rende incapaci di immaginare uno scenario futuro. Ed è proprio l’enorme grado di incertezza che dà alle persone un senso di disorientamento.
Tanti i temi trattati: dal rapporto tra lavoro e felicità alla distribuzione del lavoro, ma soprattutto l’importanza dell’aspetto umano che è veramente la chiave di volta di una rivoluzione industriale (la quarta) che se non riusciremo a governare, ne rimarremo inevitabilmente schiacciati.
Prossimo ed ultimo incontro il 4 dicembre il fondatore di COB Social Innovation, Valerio Betti, che racconterà la sua “Testimonianza di innovazione sociale dalla provincia di Bologna”.
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