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Due archeologi in Vespa da Livorno all’Iran

Domenica 16 Giugno 2019 — 00:01

Martina Leonardi, livornese, e Roberto Arciero dal 30 giugno in Vespa fino a Persepoli: "Vorremmo diffondere l'amore per i siti archeologi custodi della memoria di tutti noi". Ecco come seguire l'impresa

di Jessica Bueno

In Vespa per 5.200 km. Leggendolo, la maggior parte delle persone penserà: “In Vespa? E anche fosse, a cosa potrebbe servire?“. 5.200 km rappresentano la distanza che separa due giovani archeologi dal raggiungimento del centro di studi: l’archeologia. I protagonisti di questa avventura sono Roberto Arciero e Martina Leonardi. Roberto (Capua, 1984), è archeologo di professione e dottorando di ricerca all’Universitá di Leiden (Olanda). Martina (Livorno, 1991) ha conseguito la laurea magistrale in Archeometallurgia all’Università di Pisa. I due si sono conosciuti durante uno scavo in Turkmenistan. La loro passione comune li ha portati ad ideare, a gennaio, un progetto unico nel suo genere: un viaggio in Vespa da Livorno a Persepoli, simbolo da preservare e difendere che racchiude al suo interno tutte le bellezze culturali del Medio Oriente. Un’ambizione chiamata “Iran in Vespa“, che ha il patrocinio della Fondazione Piaggio e il MotorTeam Piaggio e WRTS Motors di Livorno come sponsor tecnici.
“Vorremmo portare un forte messaggio – racconta Roberto Arciero, contattato telefonicamente da Quilivorno.it – Un messaggio di sensibilizzazione e tutela che venga recepito sia dalle popolazioni locali che da tutti coloro che potranno seguirci telematicamente: tramite social network e il blog dell’iniziativa dove ogni settimana posteremo foto, articoli e dirette. Vorremmo cercare di creare maggior interesse verso la conservazione e la protezione dei siti archeologici custodi della nostra memoria e del nostro passato, come ad esempio Palmira. Molti di questi tesori sono stati teatro di numerosi saccheggi nel corso degli anni, dobbiamo far capire quanto siano fondamentali. Ci sentiamo spinti ad intraprendere questo lungo viaggio che attraversa gli stati balcanici, la Grecia, la Turchia ed infine la Persia per amore del nostro patrimonio archeologico. Patrimonio che non appartiene ai singoli Stati entro cui fisicamente si trova, ma rappresenta la nostra memoria viva e tangibile di tutti noi in quanto esseri umani”. Il sito di Palmira, in particolare, nel 1980 venne dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, ma nel 2013 si ritrovò inserita in una lista ben più spiacevole: quella dei siti del patrimonio mondiale in pericolo. Le ragioni sono da ricercare nella guerra civile siriana scoppiata nel 2011, durante la quale il mondo ha visto andare in frantumi le colonne della Valle delle Tombe, il Tempio di Baalshamin, il Tempio di Bel e l’Arco di Trionfo.
La scelta di partire proprio da Livorno non è casuale: la sua natura multiculturale l’ha sempre portata ad essere punto di riferimento e di passaggio di numerosi popoli e, conseguentemente, numerose culture. Culture che hanno convissuto in un clima di tolleranza. Quello fra Oriente ed Occidente è equilibrio seriamente messo a repentaglio dagli eventi dell’ultimo periodo: ed infatti un altro messaggio che i giovani vorrebbero portare in sella alla loro Vespa è una simbolica ricongiunzione tra le due parti. Cercare di far capire che la mescolanze degli usi e delle tradizioni è un valore aggiunto che non può portare altro che beneficio in una comunità. Il viaggio di Roberto e Martina idealmente ripercorre a ritroso quegli itinerari, condotti per mare e per terra, che portarono le genti d’Oriente (dalla Grecia alla Turchia e dall’Armenia alla Persia) a vivere e ad integrarsi, costituendo delle comunità stabili  in Italia e, più precisamente, in Toscana.
E neanche la scelta del mezzo è stata casuale: la Vespa permette di viaggiare vivendo un’esperienza a tutto tondo a livello di vedute, odori e colori. E’ inoltre un mezzo che riesce ad attirare l’attenzione dei passanti, un vantaggio in più per poter interagire e, di conseguenza, diffondere meglio il messaggio. Perché la storia è testimonianza del passato, vita della memoria e maestra di vita. E’ fondamentale preservarla. “Il Medio Oriente è la culla della civiltà – prosegue Roberto Arciero – La speranza è quella di riuscire a farne capire l’importanza, la preziosità dei tesori custoditi. Saranno coinvolti giornali e radio locali lungo il tragitto attraverso articoli e interviste. Coinvolgeremo quando possibile le scuole nelle città principali in cui ci fermeremo, tramite l’organizzazione di piccole lezioni che sottolineino l’importanza e la tutela del patrimonio archeologico che imprimano il messaggio anche nelle menti delle future generazioni”. L’impresa dei due giovani archeologi avrà inizio il 30 giugno e si concluderà ad agosto inoltrato. Per seguire l’itinerario, fare donazioni ed avere ulteriori informazioni:

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