Soli a metà 2.0: Manuel Aspidi rivisita il suo successo e si racconta
L'artista livornese: "Spesso se cadi non ti rialzi ma io credo che le batoste fortifichino e ripaghino sempre. Il talento è fondamentale. Il mio motto è: insisti, persisti, raggiungi e conquisti"
Soli a metà 2.0 è un inno all'amore. Manuel Aspidi ha voluto rivisitare la canzone che lo ha reso famoso legandola a un messaggio di speranza e di forza per tutti quelli che non hanno voce
Nel 2006 Manuel Aspidi ha portato Livorno sul palco di Amici, poi in giro per il mondo grazie al successo delle sue canzoni che sono state ascoltate anche oltreoceano.
È uscita da poco la sua nuova canzone: Soli a metà 2.0. Per chi lo segue da tempo il titolo non è nuovo, si tratta infatti della riproposizione della canzone che lo ha reso famoso nel 2006 uscito dalla scuola di Amici. Un inno all’amore, riproposto in questo momento anche per motivi personali legati al cantante.
Lo abbiamo intervistato in occasione del lancio del nuovo singolo e ci ha raccontato un po’ di se e delle novità in arrivo.
Ciao Manuel, come stai?
“Sto bene si prosegue alla grande. Il mondo della musica sta piano piano riprendendo a muoversi, tra poco si rinizia con il tour”.
Quando e come si è sviluppato il tuo percorso artistico?
“Il mio percorso è iniziato nel 2006 ad Amici che è stato il trampolino di lancio per farmi conoscere dal grande pubblico e mi ha dato tanto. Il programma ci ha dato la possibilità di realizzare una compilation, bianco e blu, al cui interno si trova Soli a metà, la mia prima canzone che ha avuto grande successo. A distanza di 15 anni ho voluto lasciare la stessa canzone in una veste inedita. Sono affezionato a questo pezzo che mi ha permesso di aprirmi le porte nel mondo della discografia. È stata riproposta e arrangiata da Ugo Bongianni e mixato da Celeste Frigo che hanno sempre collaborato con grandi artisti. La canzone ha una nuova veste estremamente diversa rispetto alla prima ma non perde il suo significato”.
Una canzone che è un inno all’amore. La sua uscita è avvenuta il giorno del tuo coming out pubblico in televisione.
“L’amore non ha razza, religioni e confini. Abbraccia tutte le persone che amano a prescindere dal tipo di sessualità. Ho voluto lanciare un messaggio importante e dire chi sono. La canzone parla di amore e ho voluto fare coming out e lanciare un messaggio forte. Nel 2021 ci sono ancora troppe discriminazioni e pochi diritti equiparati. Maltrattamenti. Ho voluto raccontare un messaggio importante”.
Qual è stata la reazione del pubblico?
“Amo Livorno, l’ho portato in giro per il mondo. Volevo fare conoscere la città in tutto il mondo, far capire quanto è bella ma ho letto messaggi tristi scritti da miei concittadini. Sarebbe opportuno che ci tutelassimo. Hanno scritto che è la moda del 2021, che mi auto-discrimino da solo. Nel 2021 certe cose non dovrebbero esistere. Mi sono dispiaciuto. Sono livornese e orgoglioso di esserlo. Volevo promuovere la canzone e aprirmi e farlo nella maniera più serena e tranquilla possibile. Sono orgoglioso e vado avanti a testa alta. Ho voluto dare voce a chi non ce l’ha”.
Come è cambiata la tua vita e la tua carriera dopo i talent?
“Vengo da una famiglia umile, ho sempre cercato di essere autonomo e indipendente. Lavoravo in serra. Dopo Amici la mia vita è cambiata un bel po’. Da piccolo era un sogno che avevo nel cassetto. A 33 anni posso dire che ancora non sono arrivato ma mi sono tolto tanti sassolini dalle scarpe e sono molto orgoglioso”.
Cosa ti hanno lasciato e insegnato la partecipazione ad Amici e a The Voice?
“Amici è una vetrina e scuola a 360 gradi. Stavamo là tutto il giorno e potevamo approcciarci ad altre discipline, ci formava. Riuscire a stare su un palco e affrontare palchi importanti con una determinazione e tranquillità ampia. Esperienza unica che credo siano anche irripetibili.
Ho partecipato a The voice dopo 10 anni di percorsi e collaborazioni. L’ho fatto perché dopo tanti anni di canzoni ci sono dei momenti in cui un artista deve essere indirizzato. Il talent ti da una scossa che ti riequilibra e ti fa capire dove andare. Hai timore a vedere i giudici girati di spalle perché attraverso la gestualità e i movimenti arriva qualcosa. Poi ho avuto consenso di tutti i coach. È stata un’esperienza diversa, non vivevamo con i coach o con la squadra”.
Uscirà un nuovo album?
“Stiamo lavorando a una serie di nuove canzoni per il mercato italiano e internazionale. Dopo la canzone “Last call” scritta per il WWF mi si è aperto il mercato americano. Da quel momento abbiamo continuato ad abbracciare il pubblico internazionale. I testi saranno scritti in italiano e tradotti in lingua inglese e spagnola per il mercato sudamericano”.
Che consiglio daresti a chi pensa di intraprendere una carriera come la tua?
“Deve rimboccarsi le maniche, non è una strada semplice. Ti devi fare le ossa e allargare le spalle, ci sono delle difficoltà come in tutti i campi. Non sempre è semplice e bello; ci sono momenti di difficoltà da affrontare e gestire. Serve molta determinazione; spesso se cadi non ti rialzi ma io credo che le batoste fortifichino e ripaghino sempre. Il talento è fondamentale. Il mio motto è: insisti, persisti, raggiungi e conquisti”.
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