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“La casa era una fornace”. Il racconto dei due poliziotti che hanno salvato la vita al disabile in casa

Mercoledì 10 Luglio 2019 — 09:19

Dalla polizia arriva notizia di un altro delicato intervento. Quilivorno.it in ESCLUSIVA ha intervistato i due poliziotti protagonisti. Il dirigente Cappelli: "Salvare una vita umana ci riempie di gioia, molto di più rispetto che al mettere le manette"

Dalla polizia arriva notizia del salvataggio di un’altra vita umana. Dopo quella del bambino sul tetto che ha visto protagonisti i poliziotti Nolfi e D’Agate (clicca qui), protagonisti stavolta sono l’assistente capo coordinatore Gianfranco Pesola, livornese, 50 anni, 25 di servizio di cui 22 nella squadra Volanti, e l’assistente capo gregario Diego De Rosa, livornese, 40 anni, 21 anni di servizio e quasi 20 in Volante.
I due poliziotti lunedì 8 luglio, intorno alle 22, hanno salvato la vita ad un disabile di 70 anni che in casa da solo, dopo una caduta accidentale dalla carrozzina, era esanime a terra e con il volto insanguinato. “Quando siamo arrivati sul luogo della segnalazione – spiegano – abbiamo udito le grida di aiuto. All’inizio erano forti poi man mano hanno perso di intensità. Trattandosi di un piano terra rialzato abbiamo controllato la finestra, ma una inferriata non ne permetteva l’accesso. Abbiamo quindi controllato il perimetro dell’abitazione, senza però trovare ulteriori accessi. Nel frattempo abbiamo chiesto l’ausilio ai vigili del fuoco e ad una ambulanza medicalizzata e ci siamo attaccati al citofono per farci aprire da qualche condomino, anche perché non sentivamo più le grida”.
Fortunatamente, la condomina del quarto piano aveva le chiavi di riserva dell’appartamento del disabile. “Una volta dentro – proseguono gli agenti – lo abbiamo trovato quasi privo di sensi e con tanto sangue sparso sul pavimento. Abbiamo capito che accidentalmente, nel tentativo di alzarsi, era caduto dalla carrozzina. Ma non avendo un arto non è più riuscito ad alzarsi. Lo abbiamo posizionato su un fianco con un cuscino sotto alla testa. Era esanime, il battito pressoché inesistente. Non ha capito subito che eravamo la polizia poi si è tranquillizzato e piano piano tenendolo sveglio si è ripreso”. L’arrivo dei poliziotti è stato quanto mai provvidenziale se si pensa che solo l’indomani, intorno alle 8, la signora del quarto con le chiavi sarebbe andata a trovare l’uomo. “L’abitazione era una fornace con più di 30 gradi e le finestre chiuse. Abbiamo acceso un ventilatore presente in casa e aperto un po’ le finestre”. Al loro arrivo i sanitari del 118 hanno proseguito le manovre trasportando l’anziano all’ospedale per gli accertamenti del caso.

Ancora grande soddisfazione, per l’operato svolto dai propri uomini, da parte del dirigente delle Volanti Claudio Cappelli: “Come responsabile dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, dal mio arrivo a Livorno ho cercato di dedicare ampio spazio alle attività formative della mia squadra portando avanti con la direzione del 118 un programma di corsi di formazione di primo soccorso. Rendersi protagonisti di una azione di carità e utilità sociale compensa tutte le difficoltà quotidiane vissute nell’espletamento della nostra attività lavorativa. Ci consente di salire sulla volante con ancor più motivazione e grinta. Anche perché salvare una vita umana ci riempie di gioia e ci gratifica molto di più rispetto che al mettere le manette ad una persona”.

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