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Violentata alla stazione, era tutta una bufala

Sabato 30 Luglio 2016 — 18:03

Nessun segno di violenza accertato dai medici del Pronto Soccorso, nessuna telefonata d’aiuto che la donna ha dichiarato di aver fatto al 113 e al 118 di Livorno per denunciare la violenza, nessun riscontro emerso dall’analisi del sistema di video-sorveglianza

Nessuna violenza sessuale alla stazione, come riportato da altre testate. Tutto inventato. Una bufala. Dalla prima all’ultima parola. Fin da subito il racconto non aveva convinto noi cronisti di Quilivorno.it, ma soprattutto gli investigatori, ed è bastato attendere qualche giorno per avere il riscontro.

Per questo è stata denunciata con l’accusa di simulazione di reato la donna originaria di Pisa che ha dichiarato di aver subito una violenza sessuale nelle prime ore del mattino dello scorso 27 luglio (clicca qui per leggere – rapina e giardino incendiato: tutto inventato?). Gli accertamenti compiuti dalla Squadra Mobile di Livorno e di Pisa, in collaborazione con la Polfer della Stazione Centrale di Pisa, hanno consentito di accertare che la donna ha inventato tutto dopo un acceso diverbio con il capotreno del treno regionale sul quale era salita senza aver prima provveduto a munirsi del biglietto. La donna, non nuova a episodi analoghi, giunta alla stazione di Pisa ha dapprima inveito contro il capotreno, reo di averle chiesto di mostrargli il biglietto, e poi, mentre si allontanava lo ha colpito da dietro provocandogli lesioni giudicate guaribili in 10 giorni dal pronto soccorso dell’ospedale di Firenze, dove il capotreno si è recato solo dopo aver finito il suo turno di servizio. Sul posto quel giorno era poi intervenuta una pattuglia della Polfer di Pisa alla quale la presunta vittima ha dichiarato di aver subito violenza alla stazione di Livorno Centrale. La donna aveva poi lasciato la Stazione di Pisa a bordo di un’ambulanza del 118 per poi sporgere denuncia per violenza sessuale al presidio fisso di polizia di Stato all’interno del nosocomio pisano. Senza per altro che i medici del Pronto Soccorso rilevassero segni della violenza riferita. Tantomeno, sono stati trovati riscontri delle telefonate d’aiuto che la donna ha dichiarato di aver fatto al 113 e al 118 di Livorno per denunciare la violenza sessuale quando ancora si trovava sulle banchine dei binari della Stazione labronica. Nessun riscontro al racconto della donna, inoltre, è emerso dall’analisi del sistema di video-sorveglianza della Stazione ferroviaria di Livorno e non risulta alcuna richiesta d’aiuto pervenuta all’indirizzo della pattuglia della Polfer in servizio quella mattina. E ancora, la donna non risulta aver viaggiato sul treno proveniente da Cecina, con il quale ha dichiarato di aver raggiunto la Stazione di Livorno Centrale. Infine, quella mattina, a quell’ora, non risultano treni in sosta tra i binari 6 e 8 della Stazione ferroviaria di Livorno che, a dire della donna, sarebbero stati utilizzati dai tre uomini per ripararsi durante la violenza dalla vista di potenziali testimoni.

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