A Livorno è emergenza ludopatia: 273 euro al mese a famiglia
I dati raccolti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, relativi al 2016, non lasciano spazio a dubbi. In tutti i Comuni della provincia sono stati spesi oltre 500 milioni di euro in giochi d’azzardo di ogni tipo
A Livorno è emergenza ludopatia. I dati raccolti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, relativi al 2016, non lasciano spazio a dubbi. Lo scorso anno in tutti i Comuni della provincia sono stati spesi oltre 500 milioni di euro in giochi d’azzardo di ogni tipo. Per la precisione si tratta di 513.159.372,19 di euro.
“Questa cifra è spaventosa – commenta il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin – è tre volte più alta di quanto l’intero Comune di Livorno abbia investito nello stesso anno per la spesa corrente. Siamo dunque di fronte a una vera e propria emergenza che deve essere combattuta con ogni mezzo possibile. Nell’ultimo anno abbiamo approvato un regolamento no slot, che è stato invalidato purtroppo dal Tar, e un’ordinanza contingibile e urgente per limitare gli orari di accensione delle macchinette mangia soldi. Un provvedimento che ci ha permesso di portare a casa i primi risultati concreti, ma che non è sufficiente a bloccare questo impressionante spreco di denaro”.
Le famiglie si giocano il futuro – Scorporando i dati si scopre che ogni famiglia residente in Provincia di Livorno, nel 2016, ha speso 3.287 euro in gioco d’azzardo, pari a 273 euro al mese. Tutto questo, ovviamente, prendendo in considerazione anche le famiglie che non hanno mai giocato un euro; il che significa, dunque, che l’impatto della spesa tra i “giocatori” è ancora più pesante.
“Il dato è preoccupante già di per sé – commenta Nogarin – ma diventa drammatico se messo in relazione alla tradizionale spesa per i consumi delle famiglie. Secondo i dati Istat, sempre nel 2016, una famiglia media in Toscana ha speso 2.821 euro, di cui 460 in alimenti e bevande. Ciò significa che a Livorno si spende in azzardo la metà di quanto si spende in un anno per mangiare. Un dato che dovrebbe far riflettere tutti quanti”.
Allarme slot e Vlt – A guidare la classifica degli apparecchi maggiormente utilizzati per il gioco d’azzardo ci sono le slot machine e le nuove macchinette vlt, terminali multigioco che accettano il pagamento con monete, banconote, ticket e anche carte prepagate. Nel 2016 i livornesi hanno bruciato 273.998.009,85 euro in questo tipo di apparecchi: 168 milioni di euro sono stati giocati nelle tradizionali slot machine, mentre oltre 105 milioni sono finiti nei contatori delle macchinette vlt. La terza voce di spesa più rilevante è quella dei videogiochi on line, che nella classificazione dell’Agenzia delle Dogane sono identificati come ‘Giochi di abilità’. Nel 2016 si sono spesi in provincia di Livorno 78,7 milioni di euro. A questi si aggiungono 48 milioni di euro di lotterie istantanee, i tradizionali gratta e vinci, 39 milioni di scommesse sportive e 34 milioni di euro giocati al lotto. “Non stiamo parlando solo di un fiume di denaro sottratto all’economia reale – aggiunge il sindaco Nogarin -, ma anche di un business milionario che fa gola alla criminalità organizzata, come dimostra l’inchiesta condotta dalla procura di Firenze, che due settimane fa ha scoperto una rete di sale clandestine d’azzardo e le ha fatte chiudere. Noi Comuni, nel nostro piccolo, abbiamo il dovere di vigilare sulle attività lecite e mettere paletti rigidi per tentare di arginare quello che sta diventando un vero e proprio dramma sociale. Anche per questo il nuovo regolamento cui stiamo lavorando sarà più stringente della stessa legge regionale”.
Controlli e sanzioni – Nel corso del 2017 la Polizia Municipale ha sanzionato 8 attività, con una multa da 1.666,67 euro ciascuna, per non aver rispettato la Legge regionale 57 del 2013 che prevede il divieto di aprire centri scommesse e spazi gioco con vincite in denaro ad una distanza inferiore a 50 metri dai luoghi “sensibili”. E’ stata poi elevata una sanzione da 50 euro a carico di una sala bingo per aver violato le limitazioni di orario imposte dall’ordinanza sindacale emanata il 4 agosto di quest’anno.
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