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Il sindaco ha ricordato la tragedia di Pian di Rota

Lunedì 10 Agosto 2020 — 16:34

Nel 2007 persero la vita quattro bambini nel rogo, il 10 agosto al cimitero comunale dei Lupi si è svolta la cerimonia

“Oggi siamo qui per ricordare una tragedia dell’emarginazione che fermò per sempre la vita di quattro bambini. Allora una parte della città non offrì il suo volto migliore, rispose con eccessivo disinteresse. Vorrei invece che, partendo dal ricordo di quel giorno, la nostra città affermasse con forza tutti quei valori quali tolleranza e solidarietà, che l’hanno contraddistinta. E’ anche un tema purtroppo di estrema attualità, alla luce di fatti di cronaca accaduti a Livorno questi giorni”. Così il sindaco Luca Salvetti durante la breve cerimonia (foto tratta dal sito del Comune) che si è svolta al cimitero comunale dei Lupi (presenti gli assessori al Sociale Andrea Raspanti e al Bilancio Viola Ferroni, il consigliere regionale Francesco Gazzetti), per ricordare la drammatica notte tra il 10 e l’11 agosto del 2007. Quattro bambini di famiglie rom, i piccoli Eva, Menji, Danciu e Lenuca detta Tutsa, tra i 4 e gli 11 anni, soli nella baracca sotto il cavalcavia di Pian di Rota dove vivevano,  morirono in un incendio. In quel momento i genitori non erano presenti. Come ha sottolineato Salvetti, ponendo dei fiori alla tomba di Lenuca detta Tutza, l’unica dei quattro bambini che è ancora sepolta a Livorno (le altre salme per volontà dei genitori sono state traslate in Romania), Livorno non reagì come si sarebbe immaginato al fatto eclatante, nemmeno per il fatto che le vittime erano bambini. “Livorno deve avere invece la capacità di essere vicina a tutti, e deve saperlo riaffermare. Questi bambini rappresentano qualcosa di importante per noi, è fondamentale non dimenticarli”, ha concluso il sindaco, ringraziando gli intervenuti alla cerimonia, come l’Associazione Don Nesi (l’operatore socio-culturale Stefano Romboli, i membri del direttivo e e volontari Ivano Pozzi e Irene Carmassi) e la Comunità di Sant’egidio (Lorenza Litrico e Claudio Brondi) sempre presenti sui difficili temi della marginalità.

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