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Ritirata la candidatura 2021 a Capitale Italiana della Cultura

Giovedì 23 Gennaio 2020 — 16:53

Il sindaco: "Lavoreremo per candidarci nel 2022, oggi non siamo pronti. Modigliani? Un punto di partenza". Per la Toscana le candidate 2021 rimangono Volterra, Pisa e Arezzo

di Filippo Ciapini

Fare un passo indietro per farne “cento” avanti in futuro. È questo in sintesi il motivo alla base della decisione del sindaco di ritirare la candidatura di Livorno a Capitale Italiana della Cultura del 2021. Decisione comunicata nel corso della conferenza stampa del 23 gennaio. “Lavoreremo per candidarci nel 2022, oggi non siamo pronti. Vogliamo presentare una candidatura che non sia una vetrina elettorale ma un pilastro su cui far poggiare la nostra città”. Per la Toscana le candidate rimangono quindi tre (Volterra, Pisa e Arezzo) per un totale di 42 città chiamate a contendersi la “fascia” che nel 2020 è andata a Parma. La città vincitrice sarà colei che avrà sviluppato maggiormente la propria identità migliorandosi sia dal punto di vista culturale che produttivo. Ecco perché, in vista della candidatura per il 2021, la mostra dedicata a Modigliani per Salvetti è solo l’inizio di un percorso volto, appunto, alla riscoperta e valorizzazione di tutte quelle identità e tradizioni che da sempre hanno contraddistinto Livorno. “Il nostro è stato un atto di buon senso – ha continuato l’assessore alla cultura Simone Lenzi È chiaro che già da febbraio 2020 ci muoveremo in vista del 2022 costituendo un Comitato tra gli stakeholders del territorio nominando un coordinatore. Vogliamo correre per vincere”. Sì perché gli investimenti della sola amministrazione in strutture, progetti ed eventi non possono bastare. L’idea di Livorno capitale italiana della cultura 2022 seguirà il filone nato dall’idea di Marco Leone, presidente della Fondazione Goldoni: “Livorno ha una storia importante ma un presente opaco. La candidatura era e sarà l’occasione per farci la stessa domanda, chi siamo? Il nostro territorio deve ritrovare il proprio talento guardando al futuro e tutto questo ha bisogno di lavoro”. Un lavoro che come detto è iniziato con la mostra sul pittore e che proseguirà ripercorrendo storie e tradizioni livornesi, a cominciare dal numero zero del festival Mascagnano in programma nell’estate 2020. Le leggi Livornine, e quindi Livorno città dei mondi e porto aperto, saranno gli altri simboli identitari su cui puntare. “Parlando con chi ha vinto – Parma, Matera, Pistoia – ho capito che la struttura comunale viene messa a dura prova con il primo cittadino chiamato ad impegno in giro per l’Italia. In questa fase preferisco stare vicino ai miei cittadini dando priorità alla riqualificazione del territorio. Tra un anno saremo pronti per candidarci”.

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