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Salvetti: “In isolamento 40 persone. Palestre? Chi garantisce standard può aprire”

Sabato 7 Marzo 2020 — 15:03

Il primo cittadino ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda le palestre, le manifestazioni sportive, il commercio, i contagiati e le quarantene in città

di Giacomo Niccolini

E’ il sindaco Luca Salvetti che, ancora una volta in questo periodo di emergenza sanitaria, ha voluto incontrare la stampa per far chiarezza e luce su di alcuni aspetti legati alla vita quotidiana (clicca qui per leggere cosa rimane aperto e cosa no) e agli aggiornamenti dei casi di Coronavirus in città (clicca qui per rivedere lo streaming della diretta FB trasmessa da QuiLivorno.it). Sull’ultimo aspetto il primo cittadino ha confermato che al momento i casi di contagio a Livorno sono tre.
I contagiati – “Si tratta del primo caso emerso in città, quello di un uomo di 55 anni attualmente ricoverato in Rianimazione in gravi condizioni che avrebbe contratto il virus a Bologna – ha detto il sindaco ai giornalisti –  A lui si aggiunge il caso di una casalinga di 54 anni che era stata recentemente in una città dell’Emilia Romagna e che è ricoverata a Malattie Infettive in buone condizioni. Infine, positivo ma non ricoverato, un imprenditore di 54 anni tornato di recente da Milano. Ripeto comunque che gli aggiornamenti clinici non sono di mia competenza perché di competenza dell’Asl”.
Quarantena domiciliare per 40 – “In questo momento ho firmato quaranta ordinanze di quarantena domiciliare per persone che sono state a stretto contatto con i tre contagiati. In queste quaranta rientrano anche le prime dodici di mercoledì scorso. Al momento non vi sono altri operatori sanitari coinvolti negli isolamenti oltre a quelli relativi al primo caso”.
Palestre e impianti sportivi – “Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri è molto chiaro in tanti punti ma alla disanima specifica apre tanti casi uno diverso dall’altro. Noi abbiamo l’obbligo di applicare questo decreto con grande attenzione. Ma per come è costruito apre una serie di punti interrogativi da parte di palestre, scuole, commercianti, centri di aggregazioni. Questo decreto entra nel percorso quotidiano all’interno della vita di tutti noi. Quando mi si dice ad esempio il sindaco deve chiudere tutte le palestre della città. Non è vero. Non è strutturato così questo decreto. Se le chiudo tutte faccio un abuso, non rispetto il Decreto. Se la palestra X, piuttosto che la Y, rispetta i precetti e le normative di sicurezza igienico-sanitarie presenti nel decreto può rimanere aperta e continuare a fare attività.
Controlli – “Secondo l’articolo 3 del Dpcm il prefetto di ogni città ha l’obbligo di controllare e garantire che queste misure siano rispettate. La prefettura è organizzata per fare questi controlli e chiede a tutti i sindaci, alle forze dell’ordine e ai rappresentanti istituzionali sul territorio, di segnalare eventuali situazioni che non dovessero essere in linea con il Decreto nazionale. Sindaco e forze dell’ordine devono quindi vigilare e controllare”.
Attività commerciali – “Il decreto poi parla chiaro: il differimento di ogni attività convegnistica e congressuale, sospensione di eventi e spettacoli fino al 3 aprile, mantenimento di mercati settimanali e rionali previa adozione di misure che evitano sovraffollamento. Si raccomanda ai sindaci di chiedere a tutti gli esercizi commerciali di attuare e diffondere prevenzioni igienico sanitarie riportate dal decreto. Quindi chiunque mi dice: ma dovresti chiudere quel supermercato, piuttosto che quell’altro, al momento attuale il sindaco e tutti i sindaci non sono nelle condizioni e non hanno le facoltà di fare un’operazione di questo genere perché andremmo contro il Decreto”.
Il sindaco ha concluso la conferenza stampa con queste parole: “Incontro continuamente tanti livornesi allarmati, però consapevoli che la situazione si può gestire nel migliore dei modi senza allarmismi, con buonsenso, ma nel rispetto assoluto del Decreto del Presidente del Consiglio”.

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