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“Pop Up”, così riaprono i fondi sfitti a Garibaldi

Mercoledì 26 Aprile 2017 — 11:15

Pop Up Garibaldi, il progetto che mira alla riapertura di alcuni fondi sfitti. Hai una idea? Ecco come partecipare: c'è tempo fino all'8 maggio

Prende il via con una “call for ideas” aperta a tutti, Pop Up Garibaldi, un progetto innovativo che mira alla riapertura di alcuni fondi sfitti del quartiere intorno a Piazza Garibaldi, finanziato dalla Regione Toscana e gestito da Confesercenti di Livorno. Dopo il successo delle edizioni che si sono svolte in altri 6 comuni Toscani (Castelfranco di Sotto, Empoli, Campi Bisenzio, Cascina, Quarrata, Monteverdi Marittima) con circa 90 progetti di attività commerciali culturali e sociali, l’idea è cresciuta ed è divenuta un vero e proprio laboratorio di sperimentazione di pratiche per costruire nuovi modelli di commercio. Adesso Pop Up arriva a Livorno all’interno del progetto Sicurezza in Garibladi (www.sicurezzaingaribaldi.it).

Come funziona Pop Up Garibaldi? Sono stati individuati 9 fondi sfitti in accordo con i proprietari che, con un piccolo contributo, li mettono a disposizione dell’iniziativa per il mese di giugno. La call for ideas aperta fino all’8 maggio è rivolta a singoli e gruppi formali o informali, che propongono una idea o un progetto per animare i fondi nel corso del mese di giugno. I vincitori del bando utilizzano gratuitamente i fondi a loro destinati per realizzare le idee presentate e organizzare attività sociali, culturali e commerciali di tipo amatoriale e/o imprenditoriale. Il tutto si inaugura il 10-11 giugno con eventi e iniziative aperte a tutti e pensate per rianimare i quartiere.

Come partecipare alla call for ideas? Per partecipare presentando la propria idea o attività da insediare nei fondi messi a disposizione gratuitamente per il mese di giugno, è sufficiente scaricare la call for ideas dal sito https://www.sicurezzaingaribaldi.it/call-for-ideas e compilare il form di iscrizione entro lunedì 8 maggio 2017. La call è aperta a tutti: associazioni, gruppi informali, imprese, artigiani, aspiranti imprenditori, artisti, singoli, sia italiani sia stranieri, che presentino un progetto per riempire gli spazi vuoti con inventiva e creatività. Possono partecipare con progetti di vendita temporanea anche coloro che non hanno attività commerciale o partita iva e sono incoraggiate le candidature di singoli e di gruppi indipendentemente dalla loro provenienza e residenza.

“Un’idea di partecipazione nuova con pratiche innovative come questa sono parte integrante dell’approccio alla sicurezza sottolineato dall’Assessore Vittorio Bugli della Regione Toscana, che ha finanziato e creduto in questo progetto”, evidenzia Alessandro Ciapini, Direttore della Confesercenti Livorno “La rivitalizzazione del quartiere Garibaldi è una priorità che non può essere affrontata senza la collaborazione di tutte le energie disponibili. La sinergia che stiamo mettendo in campo con il progetto Sicurezza in Garibaldi è un passo importante nella giusta direzione della riqualificazione economica e sociale che stiamo facendo insieme a Regione Toscana e Comune di Livorno oltre che con la collaborazione del CCN Borgo Reale e dei residenti”. In linea con quanto detto, il progetto prevede la possibilità di creare connessioni tra partecipanti alla call e i proprietari dei fondi, per garantire una continuità di apertura oltre il mese di giugno, attraverso la garanzia data dalla Confesercenti che mira ad una rivitalizzazione del quartiere con la presenza di esercizi commerciali di qualità.

Perché POP UP Garibaldi? Il progetto POP_UP, curato dalla cooperativa Sociolab (www.sociolab.it), nasce dalla consapevolezza di un mutamento profondo nel profilo delle nostre città e dei nostri centri storici, e lancia una sfida alla immagine simbolo di questo processo: la saracinesca abbassata che contribuisce alla percezione di insicurezza vissuta dai cittadini.
Per riempire i vuoti lasciati dalle attività commerciali, è necessario immaginare nuovi modelli di utilizzo degli spazi, che valorizzino la forza delle sinergie e mettano in rete la creatività dei singoli: gestione condivisa, temporary stores, coworking, spazi che non sono soltanto luoghi in cui si vendono merci e servizi, ma anche e soprattutto laboratori di creatività, produzione condivisa e cultura. Modelli che siano basati sul dialogo e la collaborazione attiva tra cittadini, privati e istituzioni.

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