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Pucci si candida con le vittime del Moby nel cuore e un pensiero ai giovani e al lavoro

Venerdì 26 Gennaio 2018 — 01:42

Il giornalista entra in politica con Liberi e Uguali di Pietro Grasso. "E' un progetto a lungo termine in cui credo fermamente"

di Federico Bacci

Al bar dello stadio Armando Picchi. E’ qui che si è svolta la conferenza stampa di presentazione di Fabrizio Pucci, giornalista livornese intento a lanciarsi nel mondo della politica. Quilivorno.it aveva già parlato della candidatura di Pucci in questo articolo: adesso i tempi sono maturi per una dichiarazione formale e ufficiale da parte del nostro “collega”. Pucci ha aperto il discorso dedicando un pensiero a Loris Rispoli (presidente dell’Associazione “140” dedicata alle vittime del Moby Prince) e auspicando un emergere della verità a cui piano ci si sta avvicinando, sì con dolore, ma anche con determinatezza e senso di giustizia.

Poi la dichiarazione vera e propria. “Sono qui per annunciare con grande emozione e onore la mia candidatura alle imminenti elezioni politiche del 4 marzo, per portare in Parlamento la voce di Livorno all’interno della lista Liberi e Uguali con Pietro Grasso; insieme a me anche altri candidati, che qui saluto e a cui auguro buona fortuna – ha dichiarato Pucci – sarò candidato all’uninominale della Camera sul collegio Toscana 13”. Per il giornalista si tratta della sua prima avventura politica.  “Credo in questa lista – ha proseguito – nella possibilità che possa diventare qualcosa di grande capace di far rinascere quella sinistra che oggi manca ma che non ritengo perduta. Sosterrò Grasso in quella che non credo un’avventura estemporanea, ma un progetto reale che vuole modificare un contesto sempre più povero, con una forte lotta per i diritti umani”.

Una delle frasi cardine del pensiero del candidato è “per i molti, non per i pochi”, una frase del leader labour inglese Jeremy Corbin, a cui Pucci si sente vicino per quanto riguarda le speranze di uguaglianza sociale e culturale. “La povertà è tra noi – ha continuato Pucci – e i dati Istat lo confermano. Bisogna restituire dignità a queste persone con una politica mirata alla creazione di veri posti di lavoro, con il ridimensionamento enorme del precariato. Che cosa può fare al giorno d’oggi un giovane? Non può accendere un mutuo, non può programmare, non può progettare il futuro. Per le famiglie è diventato difficile curarsi e istruire i figli: persino la scuola è diventata un lusso. L’economia resta come ingessata”. Poi il pensiero finale al territorio, che il giornalista reputa ancora critico, soprattutto per le famiglie meno abbienti, e una dedica finale alla crisi delle acciaierie piombinesi. “Ce la metterò tutta – ha concluso Pucci – per non deludere le aspettative di un territorio intero che sta aspettando l’occasione giusta per rinascere”.

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