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Aldo Montano nella Walk of Fame del Coni. “Dedico questa targa al maestro Curletto”

Sabato 24 Maggio 2025 — 13:00

Ringraziamo Aldo Montano per le foto che vedete in pagina e per la disponibilità

Aldo Montano racconta l'emozione di entrare nella storia dello sport tricolore a QuiLivorno.it: "Un orgoglio enorme. Questo momento mi rende felice perché vuol dire che hai lasciato, al di là delle vittorie, che fortunatamente in Italia non mancano, qualcosa in più, qualcosa di diverso. La dedica? Un pezzo di questa targa è sicuramente del maestro Mario Curletto che ha fatto la storia nella mia Livorno"

di Giacomo Niccolini

Non che servisse una targa per sottolineare quanto Aldo Montano ha dato allo sport tricolore. Ma adesso anche chi verrà fra qualche anno, passeggiando al Foro Italico, potrà leggere quel nome, un nome che si scrive Aldo Montano e si legge scherma. Perché il nostro concittadino non solo ha fatto la storia di questo sport ma ha lasciato un’impronta olimpica e umana indelebile con le sue medaglie vinte a Cinque Cerchi, con tutti i trofei che nella sua carriera ha messo in bacheca e con il suo modo di portate lo spirito labronico in primis e l’italianità in giro per il mondo. Da oggi Aldo è entrato ufficialmente nella Walk of Fame del Coni. E noi, da suoi concittadini, non possiamo che esserne fieri.
Un traguardo che è stato suggellato da una cerimonia avvenuta a Roma, a cui Montano ha presenziato in divisa della Polizia Penitenziaria a cui si è legato tramite e il relativo gruppo sportivo, alla presenza del presidente Malagò e di tanti altri sportivi, tra cui Gianluigi Buffon, che hanno avuto lo stesso riconoscimento del livornese (tra gli altri  i fratelli Franco e Pino Porzio, pallanuoto, Gerda Weissensteiner slittino e bob, Giorgio Di Centa sci di fondo, Francesca Piccinini, pallavolo e la collega schermitrice Elisa Di Francisca.
“Una bella cosa davvero. Sono molto contento e orgoglioso – commenta Aldo Montano contattato al telefono da QuiLivorno.it – Questo momento mi rende felice perché vuol dire che hai lasciato, al di là delle vittorie, che fortunatamente in Italia non mancano, qualcosa in più, qualcosa di diverso, un’aria nuova di vent’anni di carriera insomma. Bellissimo stare insieme a tanti altri schermitori e tanti altri sportivi in un panorama sportivo ricco come quello italiano, è davvero molto bello e gratificante”.
Anche perché il movimento sportivo italiano è sempre in crescita…
“Sono tanti, tanti nomi e ce ne saranno altrettanti e poi nel futuro ancora tanti perché il movimento è positivo. Siamo una buona organizzazione sportiva, questo c’è da dire, funziona bene”.
E anche nella sua Livorno la scherma è a dir poco un vanto…
“Certo, fioretto, sciabola, tutti e due le armi. Poi Livorno diciamocelo è sempre stata una fucina di campioncini. Qualcuno arriva più lontano, qualcuno un po’ meno, però alla fine lavorano bene. Abbiamo due entità a Livorno che funzionano alla grande, il glorioso Circolo Scherma Fides e l’Accademia della Schema di Vannini. La scherma, specialmente a Livorno, è un ambiente sereno, tranquillo dove si  costruiscono persone più che risultati o campioni. E quindi è un buon veicolo di crescita. Poi se uno c’ha passione, potenzialità, quello poi strada facendo le vede. Però quando stai una decina d’anni con un gruppo di lavoro affiatato, che ti diverti e che cresci insieme, l’obiettivo l’hai raggiunto. Il movimento olimpico è solo la punta di un iceberg. Quello che conta di più è il fondo dell’iceberg, quello che galleggia sott’acqua”.
E il tuo rapporto con la scherma? Continua?
“Certo, certo. Io sono sempre dentro. Nel bene e nel male non mi ci staccherò mai e sarà molto difficile farlo. Ho aperto un’Accademia, un’Accademia di alta specializzazione a Padova. Si chiama Montano Bauer Academy,  l’ho aperta con il mio allenatore con cui ho vinto le Olimpiadi di Atene nel 2004. Lui aveva questa sua accademia in Francia e mi ha proposto di aprirla in Italia. Ho provato ad aprila a  Livorno ma non ci sono state le condizioni, purtroppo. Così a settembre scorso mi è capitata una buonissima opportunità a Padova e l’abbiamo aperta lì. Nei locali del Petrarca Padova, una scuola sportiva molto bella. È una bella situazione. Formiamo un massimo di 30 studenti che vengono un po’ da tutto il mondo: Uzbekistan, Turchia, Grecia, America, Venezuela”.
Infine, ma non per ultimo. A chi dedichi questa targa e questo ingresso nella storia dello sport italiano?
“Sono nato a Livorno e cresciuto schermisticamente a Livorno con un grande maestro che è stato Mario Curletto a cui sono particolarmente affezionato. Alla fine la mattonella per terra, un gran pezzo di quella targa che ho scoperto ieri con il mio nome… è assolutamente suo. Curletto è stato un maestro che è stato a Livorno tanti anni, ha creato il nostro gruppo degli anni ’70-’80. Lo ha creato lui e in parte lo devo a lui quello che sono diventato. Quindi un pezzo di questa mattonella qui nella Walk of Fame è sicuramente di Mario Curletto”.

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