Baseball, harakiri dei Mori: alle ortiche gara 1, poi il ko anche in gara 2 con S. Lazzaro
I Mori del manager Barbieri sfiorano la vittoria nella prima delle due gare in programma allo stadio Sisi di Banditella cedendo a San Lazzaro per 10 a 7 dopo un big inning ospite (all'ottavo inning) dove segnano 8 punti. Nel pomeriggio i bolognesi strappano tutta la posta in palio imponendosi per 11 a 6
I Mori Livorno Baseball 1948 gettano alle ortiche la possibilità di uscire dal doppio confronto casalingo allo Stadio Sisi contro San Lazzaro Bologna, con almeno una vittoria. I ragazzi del manager Alessandro Barbieri sono costretti ad alzare bandiera bianca nel primo match dei due in programma contro gli emiliani per 10 a 7. Un vero peccato se si considera che fino a sette riprese punto due (ovvero parte alta dell’ottavo inning con 2 out) gli amaranto conducevano per 6 a 2. Poi il big inning dei felsinei che incarnano al meglio il detto “i punti si fanno con due out”. Niente di più dannatamente sincero in questa occasione. Sul monte il rilievo Max “The Rocket” Geri inizia a scoppiettare. Il “Rocket” sembra finire la benzina, dalla panchina non si prendono contromosse adeguate, e si aprono le porte del validificio: otto hit consecutive e S. Lazzaro che gira sul diamante come le macchinine sulla pista Polistil. Peccato perché sul monte di lancio (con un bullpen molto corto a onor del vero) Piero Soldaini aveva aperto bene le danze tenendo a bada fino a 4.2 riprese lanciate le mazze dei biancoverdi. Geri impatta bene subentrando e chiudendo il quinto con un K. Tutto sembrava andare per il verso giusto con l’attacco che con Lomi, Repetti, Fioravanti e Medina macinava valide e punti battuti a casa. La difesa tiene botta (bene Leonardo Cavallini nel ruolo di seconda base).
Poi l’imponderabile dell’ottavo inning. Il manager Barbieri vuole a tutti i costi di chiudere la ripresa con un terzo out che non arriva purtroppo mai e, spaventato dalla coperta corta del bullpen in vista del secondo match, lascia Geri ad allenare le mazze avversarie non pensando che forse era possibile provare a portare a casa una partita “costi quel che costi” anche mettendo un manichino in terza base e provando per esempio soluzione Spignese sul monte. Così San Lazzaro chiude con 8 punti segnati e si porta sul 10 a 6. A Livorno mancano solo due attacchi per provare a ribaltarla. Nella parte bassa dell’ottavo prova subito a reagire mettendo due uomini in base ma caricandosi di 2 out. Uno strike out looking di Lomi (discutibile la chiamata al piatto sul terzo strike a dir poco esterno), tronca l’entusiasmo dei Mori e si arriva così all’ultima ripresa. Geri regge botta. Per S. Lazzaro è uno 0 sul tabellone. Livorno ci prova e grazie a due basi mette due uomini sui cuscini. Secinaro batta a casa il 10 a 7. Si sente il corno della riscossa. Ma l’entusiasmo si spegne sullo strike out swinging finale di Savorelli. San Lazzaro esulta. Livorno si mangia le mani con 8 valide regalate (sulle 13 totali di San Lazzaro) solo nell’ottavo “big” inning.
Chi pensava che il secondo match fosse una passeggiata di salute per i bolognesi dopo il crollo degli amaranto si sbagliava. San Lazzaro e Livorno si danno battaglia fin dal primo inning in un match quanto mai equilibrato e lungo, lunghissimo. Sul monte parte Jacopo Binelli ma già alla seconda ripresa il pitching coach Soldaini richiama l’attenzione di Barbieri per richiedere il cambio dopo un singolo, due doppi e una base ball concessa che valgono i 3 punti per gli ospiti.
Sale così sulla montagnetta Shirab “Takashi” Spignese, coordinato bene da Cavallini, che in gara due nel frattempo si è messo schinieri e maschera, e tiene a bada gli avversari fino al quinto concedendo la possibilità ai suoi di riportare il muso avanti sul 4 a 3. A fine quinto è equilibrio perfetto: 5-5.
Livorno può provare a fare lo sgambetto. Yes we can, si dicono nel dugout gli amaranto. Ma anche qui arriva il “little big inning”. Spignese inizia ad essere prevedibile per le mazze bolognesi e arrivano 4 punti scoppiettanti che troncano le gambe ai Mori. Shirab è costretto a uscire e anche qui c’è da chiedersi se forse si poteva cambiare un pochino prima dell’imbarcata ospite. Livorno si riavvicina però nella parte bassa dell’ottavo: 9-6. C’è ancora un inning per crederci. Ma San Lazzaro sprinta sul finale, si mette sui pedali e va ad alzare le braccia al traguardo con altri due punti che fanno abbassare il tendone. Si chiude sul punteggio di 11 a 6 per gli ospiti che si fanno corsari allo stadio Alfredo Sisi e tornano in terra emiliana con un bottino bello pieno.
Ai Mori rimane l’amarezza di averci creduto, di esserci andato vicino. Ma andarci vicino, si sa, conta solo a bocce. E qui si gioca a baseball. Peccato davvero. Ma c’è la consapevolezza di mettere in campo un nove davvero giovane in un campionato competitivo come quello di questa serie B (e per fortuna senza retrocessioni) dove ogni domenica gli amaranto riescono sempre a dire la loro facendo maturare un gruppo di under prezioso per il futuro.
Clicca qui per ascoltare l’intervista del manager Barbieri a fine partita.
Prossimo doppio incontro domenica prossima sul diamante di Ravenna.
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