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Ufficiale, la Pro Livorno Sorgenti vola in paraDiso

Giovedì 11 Giugno 2020 — 19:35

La Pro Livorno Sorgenti è l’esempio emblematico di cosa significhi la parola “programmazione”: far crescere i talenti del proprio vivaio, aggiungere piccoli ma significativi innesti di qualità e instaurare in tutti i tesserati una mentalità da professionisti

di Filippo Ciapini

La notizia era nell’aria da giorni e adesso è ufficiale, la Pro Livorno Sorgenti è promossa in serie D (foto Amore Bianco). Sono passati diciotto anni dall’ultima volta in cui la Livorno calcistica poteva vantare due squadre nei primi quattro livelli del campionato italiano. Era il 2002: in televisione i risultati venivano letti sul Televideo, gli amaranto di Roberto Donadoni, alla prima stagione in serie B, gettavano le basi per vivere il loro periodo di massimo splendore e la Nazionale azzurra usciva come usciva dai Mondiali in Corea del Sud e Giappone. L’avventura dell’Armando Picchi, che vedeva tra i pali Fabrizio Boccafogli, durò sei anni ma dette lustro e consapevolezza alle squadre dilettantistiche del panorama cittadino. È così che, finalmente, un’altra squadra “ai poli opposti” torna ad assaggiare il mondo del semi-professionismo, al confine con il calcio dei grandi. Con la cristallizzazione della classifica la squadra biancoverde guidata da mister Matteo Niccolai si trovava al primo posto con un vantaggio di sei lunghezze sul Fratres Perignano al termine, si fa per dire, di una stagione dominata sotto tutti i punti di vista.

Programmazione – La Pro Livorno Sorgenti è l’esempio emblematico di cosa significhi la parola “programmazione”: far crescere i talenti del proprio vivaio, aggiungere piccoli ma significativi innesti di qualità e instaurare in tutti i tesserati una mentalità da professionisti. La ricetta di “chef” Marco Braccini, direttore sportivo della società, è questa: “E’ un lavoro iniziato nel 2013 – ha raccontato a QuiLivorno.it – Pianificare è il nostro primo comandamento, volevamo avere una società sana che vivesse di risorse proprie, siamo cresciuti dal punto di vista sanitario con un ambulatorio nostro, abbiamo gemellaggi con squadre importanti e tutte le nostre giovanili fanno il campionato Elite”.

Athletic Bilbao? No, cantera Sorgenti – Sì, perché tra le maggiori forze che la PLS ha a disposizione c’è una grande base di settore giovanile che ha visto ben quaranta ragazzi transitare nelle squadre professionistiche. “In sette anni abbiamo vinto 8 campionati giovanili, 2 coppe Toscana con Juniores ed Allievi, ma al di là di questo quello che ci inorgoglisce sono le 5 coppe disciplina – ha proseguito Braccini – Quello che inculchiamo sin da bambini è un certo tipo di look, di mentalità ed immagine. Se sei bravo ma hai un comportamento sbagliato sei fuori dalla squadra”.

La linea green e il sistema vincente – È così che i frutti più maturi sbocceranno definitivamente in prima squadra. Basti pensare ai portieri Giorgio Blundo (2002) e Enrico Vozza (2002), ai difensori Simone Salemmo (1998), Nicola Solimano (2000) e Alessio Bartorelli (2000). Con loro i centrocampisti Filippo Bulli (2000) e Leonardo Santagata (2002) nonché Marco Matteoli (2002), Nicola Milano (2002) e Alessandro Casalini (2001). L’80% della rosa è quindi costituito da ragazzi calcisticamente nati in casa, per un’età media complessiva di 25,4 anni. Ai più piccoli, infatti, si aggiungono poi coloro che hanno completato tutte le trafile fino a diventare giocatori importanti della squadra se non autentiche bandiere come i centrocampisti Matteo Filippi e Mattia Falleni e l’attaccante Giacomo Rossi. “L’anno scorso tutti ci sottovalutavano, siamo arrivati quarti, quest’anno abbiamo aggiunto innesti di qualità come Jonathan Granito e Claudio Costanzo, insieme a Luca Petri e Andrea Brizzi. Abbiamo giocato con quattro sotto quota e tantissimi altri giovani, siamo fieri di questo percorso” ha aggiunto il direttore sportivo.

Qualche dato, i numeri della stagione 2019/20 – La matematica non è un’opinione. Rossi + Granito + Costanzo, 17 + 12 + 8 = 37 reti in tre. Il primo è il capocannoniere del girone A, il secondo ha una media di un gol a partita ed il terzo è un centrocampista non senza il vizietto della rete. Altri numeri? Miglior attacco (50 reti), prima per differenza reti (26), vittorie (16) e, ovviamente, punti (53). Dalla sesta giornata primi in classifica, un campionato letteralmente e, numericamente, dominato. Lo stadio Magnozzi? Un fortino praticamente inespugnabile. Tredici partite giocate, dieci vittorie, due pareggi e una sola sconfitta. Con i 32 gol segnati tra le mura amiche, la promozione passa proprio dalla struttura intitolata alla leggenda amaranto: “E’ un campo che ci consente di esprimere la nostra identità, per noi è fondamentale giocare a calcio e ottimizzare le azioni”.

La serie D che verrà – Neanche il tempo di festeggiare che è il momento di programmare la prossima stagione. “Stiamo già contattando qualche atleta, ci stiamo già muovendo – ha detto Marco Braccini – confermeremo questo gruppo e prenderemo uno o due giocatori di esperienza, migliorando la nostra linfa giovani con quattro innesti, qualche ragazzo delle giovanili verrà promosso mentre altri verranno dai professionisti”. È stato siglato il prolungamento di affiliazione con l’Empoli, storica promotrice delle scuole calcio e sempre attenta allo sviluppo dei propri tesserati. Nonostante il “Campionato d’Italia” sia dispendioso economicamente, il ds della Pro Livorno Sorgenti non ha paura del futuro biancoverde: “Certamente questa pandemia ci aiuterà dal punto di vista logistico-economico. Le tredici squadre toscane saranno messe, credo, tutte nello stesso girone con poche trasferte fuori regione. Ad ogni modo abbiamo anche avviato contatti con imprenditori e sponsor importanti che avranno l’esclusiva per la prima squadra”.

Tra sogni e consapevolezze – “Un sogno? Vorrei vedere con questa maglia Francesco Bardi, Federico Ceccherini e Simone Dell’Agnello. Magari a fine carriera, loro hanno iniziato con noi. Penso poi ai tanti giovani che si stanno distinguendo in tutta Italia come i fratelli Filippo e Lorenzo Bardini, entrambi alla Vastese ed i gemelli Andrea e Alessio Zini il primo con l’Arezzo e l’altro con il Montevarchi”. Parole d’orgoglio per Marco Braccini che non nasconde poi l’emozione nel vedere più di 1000 spettatori nella decisiva gara casalinga contro il San Miniato: “Questi ragazzi si meritano di avere quel tipo di entusiasmo e tante persone al loro seguito. Abbiamo sempre creduto nelle loro capacità. Il più grande complimento è stato quello di non essersi mai fatti prendere dalla mano, sono anni che siamo la squadra che spende meno in promozione, eccellenza e faremo altrettanto in serie D. Siamo una società sana, solida e giovane”.

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