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Diana: “Non voglio giocatori mosci. Qui perché era il momento giusto”

Martedì 17 Giugno 2025 — 18:37

Ha le idee chiare Andrea Diana, nuovo head coach della Libertas Livorno 1947. "Filoni? Un soldato pieno di energie. Gli Usa? Nel ruolo di 2 e 4 con il 4 pronto a fare anche da 5 all'occorrenza. In generale voglio gente che lotta, non voglio giocatori mosci. Nemo propheta in patria? Era arrivato il momento giusto per provare questa esperienza"

di Giacomo Niccolini

Ha le idee chiare Andrea Diana, nuovo head coach della Libertas Livorno 1947 (clicca qui per vedere la clip riassuntiva della presentazione). Lui, il mago delle promozioni dalla A2 alla A1, l’Harry Potter delle panchine, colui che è capace di trasformare zucche in carrozze di cristallo e non lasciare indietro la scarpetta di vetro. Camicia bianca e accento livornese un po’ da ritrovare tra le varie cadenze che il suo lavoro gli ha lasciato addosso, un cacciucco di lingue ed esperienze che, passo dopo passo, gli hanno fatto ritrovare la strada di casa. “Sono 16 che sono in giro per l’Italia e sono 16 anni che parlo di livornesità. Una cosa è certa, non voglio giocatori mosci in squadra. Voglio giocatori aggressivi, una squadra con carattere. Giocare davanti al pubblico di Livorno è un po’ come giocare davanti a pubblici importanti tipo Bologna. Voglio una squadra che combatta ogni partita. Come allenatore prediligo un gioco aggressivo e dinamico senza giocatori egoisti”.
E poi si sa. L’arma a doppio taglio. Essere allenatori livornesi sulla panchina di Livorno. Tutto bello finché va bene. Ma poi… servono spalle larghe quando qualcosa inizia ad andare storto perché la pressione aumenta e non è da tutti reggere questo tipo di peso. Ci riuscirà Andrea Diana ad essere un buon profeta in patria? “Ho scelto di venire qui perché credo che fosse arrivato il momento giusto per farlo. Ringrazio il presidenti di Trapani, Antonini, che mi ha lasciato andare comprendendo la mia voglia di percorrere questa strada a Livorno e ringrazio chi mi ha fortemente voluto. Non ci è voluto molto per convincermi. Qui c’è la mia gente, il mio mare. Essere qui per me vuol dire tanto”.
Uno sguardo alla squadra che sarà: “Ho parlato con chi è sotto contratto, Fantoni, Filloy e Tozzi. E ho chiamato chi mi ha preceduto per congratularmi per il bel lavoro fatto, Andreazza per la promozione e Di Carlo per la salvezza. Gli americani? Nel ruolo di 2 e 4, con il 4 che possa fare anche da 5 all’occorrenza. Avremo l’opportunità di andare alla Summer League e sarà sicuramente un grande vantaggio poter parlare a tu per tu con i giocatori invece magari di fargli una telefonata e basta”.

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