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Doping, 4 anni di squalifica per Mazzoni. L’avvocato: “Faremo appello, la partita non è finita”

Martedì 23 Luglio 2019 — 17:47

Il legale del portiere amaranto: "Sono abituato a lottare contro le ingiustizie. E' finito soltanto il primo tempo. In appello un farmacologo di fama mondiale per difendere Luca"

di Giacomo Niccolini

“La partita finisce quando l’arbitro fischia tre volte. E noi abbiamo ancora molte carte da giocare. Sapevamo che la sentenza di primo grado non sarebbe stata né in caso di assoluzione, né come in questo caso di condanna, un traguardo finale ma soltanto una tappa. La partita finirà al Tas (Tribunale Arbitrale dello Sport, ndr) di Losanna”. Sono queste le parole dell’avvocato difensore del portiere Luca Mazzoni, Antonio De Rensis, in seguito alla condanna a quattro anni di squalifica nei confronti dell’ex portiere amaranto comminata dal tribunale nazionale antidoping. Il tutto è scaturito dal fatto che l’estremo difensore del Livorno Calcio fu trovato positivo alla Benzoilecgonina-Ecgonina, metabolita della cocaina, a un controllo antidoping al termine della partita giocata tra i toscani e il Lecce il 17 febbraio del 2019.
“La Fifa ha imposto che le motivazioni della sentenza vengano rese note entro il 26 agosto anche in inglese e noi su queste costruiremo un durissimo appello che presenteremo in tempi rapidissimi, subito a settembre – continua De Rensis contattato telefonicamente dalla nostra redazione – Posso già anticipare che ingaggeremo anche un noto farmacologo di fama mondiale pronto a ribattere punto su punto alla dottoressa in farmacia utilizzata dal tribunale come consulente. Quello che abbiamo potuto notare infatti, che questa consulente, nominata dal tribunale ha argomentato inizialmente che lo scambio tramite saliva è possibile aggiungendo però che il periodo intercorso dall’ultimo contatto, 48-96 ore, rendeva impossibile la nostra tesi di contaminazione. La consulente così facendo non ha fatto altro che essersi appiattita al deferimento della Procura, tralasciando le dichiarazioni testimoniali della signora che frequentava Mazzoni la quale ha dichiarato di aver dormito la notte tra il 15 e il 16 febbraio con l’atleta del Livorno e di averlo salutato la mattina quando lui è partito per andare a giocare. Quindi – spiega l’avvocato – dobbiamo spostate il range temporale di 30 ore. Non diventa 48-96 ore ma diventa 30 perché dalla mattina alle 9 al pomeriggio del giorno dopo sono circa 30 ore se la matematica non è un’opinione. Nonostante questo la consulente non ha ritenuto di dover cambiare opinione al riguardo”.
Alla fine De Rensis è convinto quindi che “la partita è apertissima. Ci sarebbe voluto tanto coraggio per creare questo precedente. Quello che le assicuro che se alla fine di questo giudizio qualcuno avrà sbagliato tecnicamente – specifica il legale di Mazzoni – sarà chiamato a risponderne personalmente. Siamo amareggiati, dispiaciuti ma non sorpresi. Così come non avremmo esultato, ed eravamo già d’accordo, in caso di esito positivo perché sapevamo che la Procura sarebbe ricorsa in appello. Ribadisco, questo è solo il primo tempo. Sono abituato a combattere le ingiustizie. Combatteremo anche quella che per il momento ha colpito Luca Mazzoni. La parola fine la diremo alla fine”.

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