Libertas, gara 2: le pagelle. Nella sera dei miracoli c’è San Pollone e San Filloy
L'esultanza di coach Di Carlo a fine gara davanti al muro amaranto (FOTO NOVI)
"Portami al mare, fammi sognare e dimmi che non vuoi morire..." cantava Patty Pravo. E la Libertas non solo l'ha detto: l'ha urlato forte. L'ha fatto capire in tutte le salse. La palma da MVP stasera la diamo a Filloy ma merita una menzione d'onore anche Pollone, il bravo Allinei, il sempreverde Banks e un PalaMacchia da sogno
Chissà cosa si sono detti in quello spogliatoio a metà partita. Quando fuori suonava forte il De Profundis e il mogano era già colorato di amaranto. Perché diciamocelo chiaro: la Snai quotava la Libertas a 18 (18!!!) all’intervallo lungo. Roba che se ci buttavi cinquanta euro che ti cadevano dal portafoglio domani potevi prenotare da Pinchiorri per due. E chissà quali alchimie, preghiere, divinazioni sono successe tra quelle quattro mura tra lacrime dei veterani e pacche sulle spalle. Fatto sta che accade quello che nessuno si aspetta. La Libertas è un Giano Bifronte dal doppio volto. Quello da scolaretto dei primi venti minuti e quello da squalo della seconda metà del match. Che poi conta, diciamocelo, essere sul 2 a 0. Difeso con artigli, denti, anime e core con un bacio sul taxi cabrio come direbbe la Brancale, il fattore casa. Male male male malissimo che vada… ci rivediamo al Macchia il 21 maggio per gara 5. Che non è poco. “Portami al mare, fammi sognare e dimmi che non vuoi morire…” cantava Patty Pravo. E la Libertas non solo l’ha detto: l’ha urlato forte. L’ha fatto capire in tutte le salse.
(clicca qui per il tabellino finale. N.b. Spinelli è in realtà Douvier)
Bene, direttamente dal reparto di cardiologia, allacciamoci le cinture che queste pagelle sono un bel giro di giostra…
Pollone 8 – Non sappiamo dire con tutta onestà se la palma del migliore in campo spetti a lui. Forse no. Ma vogliamo premiare e partire fortemente da questo ragazzo qua, quello che scende in campo con l’aria da boyscout che vende cioccolatini alla fiera rionale il cui ricavato va all’ospizio del quartiere vicino. Da quel turnista del Cantiere che stasera però si toglie la tuta sporca d’olio e come quel gran genio del mio amico, come canterebbe Lucio Battisti, con un cacciavite in mano fa miracoli. Bene, a Big Chicken (che in italiano tradurremo con Pollone) non serve un cacciavite: ma due mani libere, nervi d’acciaio, una linea da 3 punti da sfidare e una gran faccia tosta. Perché è lui a prendere in mano gli elettrodi del defibrillatore e a scaricare la bomba che rianima la LL e la porta al -3 a una manciata di secondi dall’epitaffio. Ed è sempre lui che si francobolla a Francis levandogli l’ossigeno, la lucidità e il mirino da cecchino dagli occhi. Oggi Pollone non è il supereroe che la LL merita ma quello, indubbiamente, di cui ha bisogno. BAT-POLLONE!
Fantoni 7 – Al capitano mancano solo le stigmate. Poi… Santo Subito. È lui il Neo che lotta strenuamente contro Mr.Smith nel Matrix di una partita surreale. Alla fine del combattimento epico vince lui. Il Keanu Reeves amaranto. Mr. Smith esce per tecnico+intenzionale e la partita cambia volto. Vigevano crolla lentamente. Pillola rossa o pillola blu. Alla fine è pillola amaranto. Il Matrix è decifrato, sul tabellone un codice ben chiaro: 105-99. “C’è sempre un’altra via”, recitava l’Oracolo nella famosa trilogia di Matrix. E la via è stata quella di non smettere di crederci. NON PENSARE DI ESSERLO, CONVINCITI DI ESSERLO
Douvier 8 – All’improvviso… lui. Il jolly pescato dal “Pres” Benvenuti. Quello che “ma cosa l’hai preso a che fare”, quello del “ma se non gioca è stato inutile averlo”, quello del “ma che scelta è avere un insurance player”. Bene, Bryce Douvier c’è e fa cadere ogni discorso al suo primo minuto di gioco. C’è al posto di un Hooker che fa la sua passerella in polo e pantaloncini zoppicante prima del match. E il ragazzone austro-americano, 201 cm per 104 kg, dimostra subito di saper stare in campo. E anche bene. Il primo canestro è da manuale. Tutto fisico, tecnica e garra. Chiude il match con 13 rimbalzi, 82 lividi, 53 imprecazioni austro-americane e 17 punti segnati con 32 minuti giocati e 26 di valutazione. Numeri non parole. SEMBRA UN ANGELO CADUTO DAL CIELO (c’è chi l’ha letto cantando e chi mente)
Filloy 9 – Ok, vi abbiamo tenuto un po’ sulle spine, abbiamo gigioneggiato un po’ ma dai… è chiaro… è lui il man of the match. Ariel El Gaucho Filloy che con le sue 38 primavere fa sbocciare, come la stagione più bella, la vittoria amaranto dopo l’inverno dei primi due quarti. Inutile dire che le due bombe finali sono meravigliose come un quadro di Monet, infinite come la galleria degli Uffizi tutta intera, preziose quanto la corona della Regina battuta all’asta da Sotheby’s. 24 punti figli di 6/10 da 3, con 6 assist, 3 palle recuperate e 5 rimbalzi. Oioi ci gira la testa. Su di lui si chiude la volta amaranto del PalaMacchia fatta di mani al cielo e ugole tremanti. E’ lui il Mosè che apre le acque e traghetta il popolo verso la dorata sponda del 2-0. È lui il San Pietro del fattore casa. SANTO SUBITO!
Banks 8 – Una nota pubblicità recitava: che mondo sarebbe senza Nutella? Ecco Adrian Banks è la Nutella libertassina. Quella a cui proprio non puoi rinunciare quando tutto il mondo va a p***ane, sapessi andarci io, cantava Baglioni. I mille giorni di te e di me non sono ancora arrivati ma l’intensità di questa sua stagione è pari a 3 anni. Lui è il cucchiaio di dessert che ti metti in bocca dopo una giornata andata a rotoli e fai mmmm e ti risolleva la giornata. Lo score recita che gioca 45 minuti. E noi gli crediamo… Tutti e 45 interminabili minuti. A 39 anni. Naaaaa? Are you kidding me? (trad. Stai scherzando?). E invece no. E’ tutto vero, reciterebbe la Rosea con tanto di Cannavaro che alza la coppa al cielo. Anche perché diciamocelo. Adrian fa tutto. Subisce “solo” 8 falli e segna “solo” 22 punti. Porta palla, tira, battibecca, aizza, scherza, si diverte. E anche stasera, ridendo e giocherellando, la corona sulla testa è tutta sua. L’IMPERATORE
Buca 6 – Ancora una prestazione un po’ sottotono rispetto a quanto ci ha mostrato fino ad oggi il 2 e 16 amaranto. Forse ci ha viziato? Si decisamente. Rispetto a gara 1 migliora sicuramente la sua gestione dei falli (solo 1 commesso contro l’uscita per 5 scorrettezze del match domenicale) ma non convince a pieno il suo apporto sotto canestro con uno Smith che vince il duello sotto le plance finché Fantoni non lo rispedisce come lo scienziato dei Ghostbuster, Egon Spengler, fa con Slimer mandandolo nell’ “Ufficio di Contenimento”. Dorin riesce comunque a metterci il timbrino e, come sempre, la sua presenza fa ombra e paura. WHO YOU GONNA CALL?
Bargnesi 5,5 – Messo ai margini dal progetto Di Carlo si trova, ex abrupto (all’improvviso), calato nel quintetto dovendo sopperire l’assenza di tale Quinton Hooker: vai e fai il play in gara 2 di playout! Beh, facile ma non facilissimo. Bene ma non benissimo dunque come direbbe il rapper Shade. Andrea prova a togliersi la ruggine di dosso mettendo in campo 12 minuti di agonismo e garra, lo dimostra il tuffo disperato su un pallone a fine partita. Il cuore non gli manca, e nemmeno l’ostacolo per buttarlo al di là. E’ risaputo. Ma stasera serviva un pezzettino di più di una spremuta di cuore come cantava Ferradini. TEOREMA
Allinei 7,5 – Altra grande partita di Gregorio. Si mette in carlinga, si abbassa gli occhiali da Barone Rosso e inizia a bombardare: 5/8 dalla linea dei 6,75. E’ lui il ricciolo matto che fa impazzire il mondo, un po’ come l’analcolico biondo, che nel primo quarto tiene a galla gli amaranto con un filotto di triple da urlo! Partita di cervello e qualità condita da 3 assist, 2 palle recuperate e 4 rimba. Allinei sembra aver spolverato la polvere di una prima parte della stagione da riporre in cantina. E quando si va in post season signore e signori… dlin dlon e palla in buca. Il flipper si accende. GREG IS BACK
Italiano 7 – In un match alla Ricerca del Libero Perduto (che detto fra noi poteva costare carissimo alla doppia L) lui è Indiana Jones che, armato di frusta e cappello da esploratore, sfida i nemici tra piramidi e miniere sotterranee. Si mette i guanti e poi: bisturi prego! 6/6 dalla linea della carità. Chirurgico e freddissimo. In difesa dà tutto. E quando deve spingere ci prova in penetrazione e si spinge oltre l’immaginabile. In tanti conoscono l’Uomo Tigre che lotta con furore. Bene, noi abbiamo l’Uomo Grinta che non si arrende mai. “Anche un cacciatore silenzioso può far tremare la foresta”. PREDATOR
Tozzi 7,5 – Dimenticato in cantina da Di Carlo viene riesumato e spolverato quando i problemi di falli bussano alla porta come un venditore porta a porta del Folletto in un giorno di paga. E lui si fa trovare pronto. Non delude. A cinque dal termine dei primi 40′ minuti serve la bomba del “Siamo ancora vivi” su di un piatto di entusiasmo e di corde vocali strappate. E’ lui il palombaro Ben Randall che va riprendersi la sua Libertas dal fondo del mare del 73-80 e la riporta in superficie con la bomba che spezza le gambe a Vigevano e con il successivo tap-in vincente del 78 a 81. Ed è sempre suo il primo vantaggio della partita arrivato dalla lunetta in overtime del 97 a 96. Forse poteva far comodo anche prima del quarto quarto. Ma va bene va bene va bene anche se non mi conviene, va bene così, canterebbe il Vasco nazionale. THE GUARDIAN
Coach Di Carlo 7 – Alla fine chi vince festeggia, chi perde spiega, diceva Velasco. Lui stasera non ha da spiegare niente ma solo da alzare le braccia al cielo. E lo fa bagnandosi di un pubblico bellissimo come pochi in Italia. Gestisce come meglio può l’emergenza Hooker piovutagli in testa che non è da poco. Come un buon giocatore di Poker Hold’Em gioca la carta di Douvier per andare al Flop, usa Bargnesi per il Turn e Pollone per il River finale. E poi va in All-In con Filloy sbancando il banco. “La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”, diceva Forrest Gump su quella panchina. Sicuramente non lo sai mai al PalaMacchia. TENENTE DAN
PalaMacchia voto 3000 – Ma vi siete visti? Forse voi noi. Ma da laggiù, dal livello parquet, tutto il mondo, vi assicuro, era amaranto. E se la Libertas ci ha creduto fino in fondo, questa sera (come domenica) è anche e soprattutto merito vostro. Che anche sotto di 20 non vi siete scoraggiati, non avete abbassato i decibel, che non vi vergognate oggi di andare a lavoro senza voce e con poche ore di sonno sulle spalle. Voi che state già progettando la trasferta di venerdì a Vigevano. Le ragazze ci lasciano, al lavoro ci licenziano, solo per te… solo per te. E stasera ve la siete meritata questa gara 2. Date retta… fatevi un applauso e raccontatela ai nipoti. SOLO POSTI IN PIEDI
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