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Libertas, le pagelle della salvezza. Banks è il Re dei Re, Douvier giganteggia, Tozzi è double double!

Giovedì 22 Maggio 2025 — 03:59

Banks è l'apoteosi, è carne e sogni, è poesia e verità. E' un album di Battisti e la discoteca del Cocoricò tutto insieme. Regala una prestazione da lacrime alla sua ultima partita in carriera. Immenso anche Douvier che recita la parte da leone e Tozzi che si fa trovare presente con una "doppia-doppia" in questa notte magica

di Giacomo Niccolini

Eccoci. Ed era qui che mi aspettavate. Lo so, lo so. La pagella più bella e al contempo quella più difficile da scrivere. Quella che vale una stagione. Difficile sì perché sul piatto c’è tuttècos’ direbbe coach Di Carlo nella sua Santa Maria Capua Vetere, difficile specialmente se pensate che sono le tre e passa di notte. Perché le emozioni, quelle belle, quelle che rimangono addosso e non vanno via, non hanno mai sonno. Non hanno mica l’orologio al polso. E allora godiamocele fino all’alba. Perché questa sarà una lunga notte amaranto. Ancora forse più dolce di quella di Roseto, sicuramente più sofferta, e dal peso specifico maggiore. Perché salvarsi non era importante: era semplicemente tutto.
Salvezza significa pianificare al meglio una serie A2 dove non ci sarà da salvarsi all’ultima giornata di gara 5 ma provare a fare un campionato senza troppi patemi d’animo con qualche sfizio da togliersi. Significa progettare e iniziare a guardare l’orizzonte. Questa salvezza è quanto mai di più bello che la Libertas potesse regalarsi e regalare al suo popolo. Una salvezza che profuma di futuro.
E ora signore e signori, allacciamoci le cinture… sta per partire il jet del pagellone amaranto!

Banks 10 – Banks Banks Banks Adrian Banks! Banks Banks Banks Adrian Banks! In loop, tutta la notte, senza ma e senza se. Perché quest’uomo qua è commovente, al limite del pornografico. Se Michelangelo avesse dipinto una partita di basket, avrebbe scelto Banks come modello. Il dieci in pagella è chiaramente troppo poco per la stella di Memphis. Ci sarebbe da dargli 43 come i punti che ha segnato, come quelli che mima a fine gara con le sue manone sante al pubblico festante e adorante davanti a San Adrian venuto al villaggio. Lui che si mette il pallone sotto la canotta come a dire “è mio, sììììì….è il mio tessssoro”. Perché, e prendete tutti quanti i fazzoletti ora, è l’ultima partita della sua carriera. Ebbene si. E cosa fa? Mette in campo una prestazione da Dio del Basket. Dolorante ma mai domo, mette in piedi una partita da cineteca, da hall of fame, da guinness dei primati. Quarantatré punti, cinquanta di valutazione, dodici falli subiti, 18/19 dai liberi, quattro assist, 5 bombe a segno. E stasera non ci sono dubbi, è lui il Quinto Moro di Livorno. E da domani intitoliamogli una strada, costruiamogli un palazzo. A imperitura memoria. Coloriamo tutti i muri e raccogliamo tutti i fiori che può darci Primavera, perché lui ama il colore (cit.) FATE UN MONUMENTO, ANZI DUE, A QUEST’UOMO!
Italiano S.V. – Rischia di compromettere il compromettibile lasciando la squadra e guadagnandosi gli spogliatoi anzitempo per le troppe proteste. Un comportamento a dir poco… da “first reaction shock!” (cit.) che fa presagire il peggio agli aruspici del grande basket che come lo stregone di Max Pezzali, nei sassolini osserva i fatti miei. Apprezziamo la passione, il temperamento labronico d’adozione, il salmastro che urla nelle sue vene e nella sua ugola contro la casacca grigia cattiva cattiva. Ma Nazza Nazza… meno male che è finita così. Un minuto a referto, un’espulsione. CHE TE POSSINO…
Douvier 9 – Il ragazzone austro-stelle-e-strisce, un po’ come Schwarzenegger insomma, stasera si trasforma in Dredd, il braccio armato della legge. Prestazione sontuosa per lo stranger pescato come un coniglio dal cilindro dal presidente Benvenuti in zona cesarini come un biglietto last minute Ryanair destinazione salvezza. I numeri il “bimbone” ce li ha e li mette tutti sul campo spalmando chili di fisico e canestri di classe. Si piazza lì a fare il lungo atipico e ci riesce non bene, di più. La sua mano stasera è più educata di un lord inglese in gita a Palazzo Reale e al contempo riesce ad essere un vero bad boy di Chicago con i suoi 12 rimbalzi catturati di prepotenza. Chiude con 6/8 da 2, 1/1 da tre e 3 assist a condire il tutto. BRYCE DOUVIER WHAT ELSE?
Fantoni 7,5 – Guardatelo bene. L’uomo che ha più tatuaggi di Maui in Oceania e che ha un cuore grande così dipinto d’amaranto. Perché lui questa salvezza la voleva forse più di ogni tifoso presente al PalaMariotti questa sera. Un match che ti toglie il sonno, un match che ti fa sentire il peso di 35 anni di storia della Libertas proprio sulle spalle. Spalle larghe di capitano. Chi poteva sopportare questo macigno se non lui? Arrabbiato, stanco, nervoso, irascibile e disarmato. Tutte emozioni che avrà provato sicuramente dopo gara 4. Perché chi era a Vigevano al termine di quei 40 minuti-furto queste emozioni le aveva senza dubbio nella palette delle sensazioni da sfoggiare come un cappotto fuori stagione il giorno dopo. “Un uomo può essere distrutto, ma non sconfitto”, scriveva Ernest Hemingway ne “Il vecchio e il mare”. Non era facile trasformare tutto questo in garra, voglia, determinazione. Sono cose che riescono a pochi. Sono cose che riescono ai vincenti. E TommyFantoni, tutto attaccato, lo è. Ma soprattutto è l’unico capitano che questa squadra si può meritare. CAPITANO A VITA
Pollone 7 – È lui il ringhio Gattuso della Libertas. Si attacca come una mignatta (leggasi sanguisuga) a Francis e a tutti quelli che li si parano davanti. Ed è anche merito suo se il folletto di Vigevano stasera chiude con solo 3/10 dall’arco. Il turnista amaranto è un Signor turnista amici del grande basket. Si lancia su ogni palla come se non ci fosse un domani, annusa l’aere come uno Spartano alle Termopili. Alla fine fa scudo difendendo il compagno alla sua sinistra. E come a difesa dello stretto greco urla agli avversari: Molon Labe, venite a prenderci! IL LORO NUMERO NON CONTA, AU AU AU!
Tozzi 8,5 – La vecchia guardia non delude. Luca Tozzi stasera sotto canestro è un gigante con 11 rimbalzi catturati, presi di forza, quasi mangiati. Efficiente come un’illustrazione tecnica di Leonardo. Quando serve un canestro, lui c’è. Quando serve difendere, idem. Non sbava una riga, non cede un passo. Per lui è doppia doppia: 11 rimba e 10 punti. Uno di quei giocatori che fanno il lavoro sporco e se ne vanno senza chiedere l’applauso. Ma oggi, applausi gliene spettano parecchi. Se la Libertas è un’opera d’arte, Tozzi è il chiodo che la tiene appesa. CUORE E BASKET
Allinei 7 – Serata schizofrenica: dall’arco dei 6,75 risulta più impreciso di un autoritratto di Bacon (0/5 da 3), ma mette corpo, testa e cuore in difesa. Non ha paura di sporcarsi, e in una partita così, vale quanto una raffica di triple. Greg non lascia il segno con l’inchiostro, ma con la grafite: deciso, ma ruvido. La voglia di non mollare è più solida del bronzo di un Rodin. Se Francis vaga ancora come Diogene alla ricerca del suo Io lo dobbiamo anche a lui. GREG IS GREG
Filloy 6 – Oggi recita in un dramma beckettiano: Aspettando il canestro. Oggi si recita a soggetto e Ariel non compare sulla lista dei protagonisti sotto la voce “punti segnati”. Se nella serie aveva messo la firma su partite importanti, stasera lo score per lui è magro e amaro. Come la selva per Dante: aspra e forte. Mantiene però sempre lo sguardo da tigre con l’occhio del pensatore che cerca ordine nel caos. Stasera è più filosofo che playmaker. Ma poco importa, alla fine si fa trovare pronto per 7 rimbalzi e 3 assist. Mette sul campo tutta la sua esperienza che in un match del genere… conta. È il silenzio tra le note che fa la musica. E Ariel lo conosce a memoria. MAESTRO
Bargnesi 6,5 -Segna una tripla importante che tiene ancora la LL a Vigevano a fine primo quarto. Poi rientra nella penombra. Ma come nei quadri di Caravaggio, è proprio l’ombra a dare profondità alla scena. Entra senza tremare, si piazza, obbedisce, lotta, si getta, si lancia e combatte. Difende e stende. E nel momento giusto: bang. Spara le sue cartucce. Più cameo alla Tarantino che comparsa: quando lo rivedi, capisci che era fondamentale. KILL BILL
Buca S.V. Pochissimo minutaggio per il lungo amaranto. Solo un minuto e quarantacinque secondi di campo per lui. Si carica di due falli ex abrupto. E Di Carlo lo richiama a sedere. Stasera volevamo vederlo un duro ma è stata cintura bianca di judo. LUCIO CORSI
Coach Di Carlo 8- Tattico, prudente, visionario. Gestisce un protagonista che esplode (Banks) e una banda che sa ascoltare e che si sa organizzare ai suoi ordini. In piena emergenza senza Italiano sin da subito, ridisegna la squadra. Trova soluzioni dettate dal bengala di SOS lanciato in aria sulla panchina amaranto. Dà più spazio a Tozzi e impegna Douvier come 5 in una serata di Buca. Mosse vincenti. La salvezza gli vale la standing ovation sul red carpet di La Spezia. E nel post partita un pensiero a chi c’era prima di lui: coach Andreazza. Chapeau. TE VOGLIO BENE ASSAI
Benvenuti + infinito – Non esistono voti per i super-eroi. Troppo facile dare 10 a Superman che mette in salvo gli inquilini di un palazzo in fiamme. Marco Benvenuti, senza mantello e senza saper volare soprattutto ma addirittura fornito di stampelle, non ha superpoteri ma mette in salvo un popolo intero: quello amaranto. Quando arriva dalle Americhe, per parafrasare il ritorno nel Vecchio Continente di Colombo, il villaggio era in fiamme. Nessuno avrebbe scommesso su questa salvezza. Nessuno tranne lui. Il carrarmato amaranto che quando si mette in testa una cosa non si ferma. Il panzer di Las Vegas macina e non si arresta, rimescola il mazzo, sistema il tavolo e va in All-In al river signore e signori! Ultimo giro. Chiama a sé gli alfieri libertassini. La cavalcata è di quelle da film. Alla sua prima apparizione al PalaMacchia sono lacrime, per tutti. Il sipario non è da meno, kleenex in offerta con il biglietto del PalaMariotti: sui titoli di coda c’è uno special thanks in formato famiglia per l’uomo che non si ferma davanti a niente. Che si piega ma non si spezza. Che con un braccio alzato verso l’infinito a fine partita indica la via. I have a dream this afternoon… anc the dream has come true. Ma non finisce qui. UN SOGNO DI PRESIDENTE O UN PRESIDENTE DA SOGNO? L’IMPORTANTE E’ SOGNARE
Tifosi amaranto – Menzione d’onore per il popolo amaranto. Che voto gli vuoi dare? Non c’è scala adatta. Se ci fossero stati 4mila biglietti sarebbero stati in 4mila. Con un biglietto carico di speranza in mano si assiepano fuori dal PalaMariotti quando il sole è ancora alto. La notte sarà lunga. E se è colorata di amaranto lo si deve anche a loro. Avete visto le foto? Avete visto i video sui social? Come direbbe il presidente Benvenuti… NO CAPTION NEEDED 

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