Libertas-Vigevano, le pagelle. Banks Papa subito! Allinei e Fantoni eroici
Fumata bianca. Ma che fatica, altro che 5 scrutini. Alla fine dal balcone si affaccia proprio lui, il primo Papa Nero del PalaMacchia: Adrian "El pistolero" Banks che con i suoi 34 punti dorati manda in visibilio la piazza San Pietro di via Allende. Ma che partita anche di Greg Allinei! Eroico il capitano che risponde presente alla chiamata
Fumata bianca. Ma che fatica, altro che 5 scrutini. Alla fine dal balcone si affaccia proprio lui, il primo Papa Nero del PalaMacchia: Adrian “El pistolero” Banks che con i suoi 34 punti dorati manda in visibilio la piazza San Pietro di via Allende. Accanto a lui il Cardinale Decano Tommy Fantoni e il novizio Gregorio Allinei che stasera dimostra di saper stare nel conclave dei migliori (clicca qui per il tabellino).
Di Carlo aveva parlato di fede incondizionata anche per le cose che non si vedevano. E stasera ci è voluta non solo fede ma anche un cuore di ricambio, uno starter pack di corde vocali nuove, una maglia di ricambio e una scatola di Oki per il mal di testa (a noi, lo confessiamo, è venuto al termine di una partita così). Cinquanta minuti. Una battaglia. Un solo vincitore. Contava solo questo e questo è accaduto. Come è a dir poco rocambolesco ma alla fine, la Libertas esulta. Uno a zero e ora resettare.
Banks 9 – La sua prestazione ha qualcosa di mistico, apostolico e quasi evangelico. Si carica la croce sulle sue spalle e porta la Libertas alla luce. Sale sul Golgotha con tutti i suoi 34 punti fatti di un cristallino 14/14 dalla linea della carità figli di 10 falli (10!) subiti. Su 50 minuti si concede il lusso di sedersi in panchina solo per 2 minuti. Poi riprende il Calvario. Pasqua è passata da poco ma lui è capace di risorgere ancora. Mette a segno dei canestri che sono talento puro. Tira fuori la sua pistola. Stende sul parquet cinque assist che sono aria d’alta montagna. Il PalaMacchia lo chiama come il Colosseo fa con Massimo Decimo Meridio: al posto di Hispanico! Hispanico! Hispanico! le 3000 ugole intonano Banks Banks Banks Adrian Banks! Lui segue il ritmo con la testa e tutto il mondo fuori. Poi esce dal balcone con abito bianco. HABEMUS PAPAM!
Allinei 8 – Greg is on fire, canterebbe Gala sulla nota canzone disco degli anni ’90 Feed from Desire. Il giovìn Allinei si prende il palcoscenico a suon di bombe. I primi due quarti li chiude con un 4/6 dalla lunga. Chiude il match con un 5/6 dalla media e 22 punti in saccoccia. Stasera c’è. Lo dimostra quando dal cilindro sim sala bim tira su un mazzo da tre triple consecutive che tiene viva la Libertas. Lo sapete cos’ha in testa il mago Walter? Quando un trucco gli riesce non pensa più a niente, cantava Ligabue. Idem per il 19 amaranto. Stasera il gioco di prestigio è tutto suo. APPLAUSI E CONIGLI DAL CILINDRO
Fantoni 7,5 –“Partita da eroe”, etichetta Di Carlo nel post gara ai microfoni della stampa parlando del capitano. Tommaso ci mette tutto se stesso. Chiamato prima del dovuto a sporcarsi nell’arena a causa dei tre falli fischiati a Buca nei primi cinque minuti, il capitano si fa trovare pronto tenendo alto il vessillo amaranto. Tira giù 11 rimbalzi e mette a segno 4 assist costringendo la difesa vigevanese ad abbatterlo “illegalmente” sei volte. Inizia il viaggio dei playout e il capitano fa subito il check-in: bagaglio a mano caricato con 9 punti, carisma e faccia tosta. Un mezzo punto in meno per due canestri facili facili sotto la retina mangiati come pane e nutella a colazione che devastano due assist-bon bon di Italiano e non consentono di prendere il largo. THIS IS THE WAY
Filloy 6,5 – In un match dove spesso gli schemi sono saltati a causa di troppi falli e di troppi minuti sulle spalle, l’italo argentino si dimostra prezioso ricoprendo ruoli che non sono suoi. Qui gioca l’esperienza da veterano. Il professore è tornato, con lavagna, gessetto e assist al millimetro. Esperienza da vendere, testa fredda nei momenti bollenti, e quella regia tranquilla che fa sembrare facile anche il difficile. Oggi il mirino da 3 è inceppato, lo zero su sei finale fa male agli occhi (e al risultato). Ma, per fortuna, poco importa. Ha altre frecce al suo arco. “Non è la velocità, ma la direzione che fa la differenza” – Confucio, probabilmente dopo aver visto una sua partita. LODE!
Pollone 6 – Le statistiche di presentazione non mentivano. Non segna e sembra che il feeling con il ciuff soave e fatato della retina sia una cosa che proprio non gli appartiene. Ma si francobolla come può nei 10 minuti di gloria a Francis e si guadagna comunque la pagnotta con la sua specialità della casa: la difesa. Poteva diventare l’eroe di giornata quando a fil di sirena prova la bomba da tre ma il ferro dice no: serve un altro supplementare. Così ripone la maglia da supereroe stirata per l’occasione e torna a vestire panni del classico turno di notte che magari non ti ricordi, ma qualcuno lo deve pur fare. TURNISTA
Tozzi 6,5 – Un po’ come un missile: parte lento, ma una volta in volo diventa un problema. Si prende la sua buona parte di merito in difesa e nella pressione alta. A fine secondo quarto si prende anche una manata in faccia che fa tenere il fiato al PalaMacchia. Ma lui barcolla ma non molla. La sua energia è fondamentale, anche se poteva dare qualcosa di più in attacco. “Se non puoi essere il migliore, fai il meglio che puoi.” diceva Jack Nicholson, in “A Few Good Men”. Tozzi stasera si divide il companatico portandosi una fetta di vittoria nel suo piattino al tavolo anche grazie ai due rimbalzi finali cogliendo nel sonno la difesa vigevanese, sintomo di voglia di fare, di voglia di esserci e voglia di vincere. DUE RIMBALZI PER LA VITTORIA
Hooker 7,5 – Con 22 punti e 7 rimbalzi e 3 assit, Hooker è stato uno dei motori fuoribordo che hanno spinto la Libertas verso l’isola della vittoria. “Il talento è come il caffè: se non lo usi nel momento giusto, rimane freddo”. E lui lo sa usare al momento giusto. Nessun clamore, solo fatti. Hooker è l’uomo che trasforma un’ordinaria partita in una performance degna di un applauso, ma lo fa senza neanche guardarsi allo specchio. Per lui, è tutto troppo facile, ma almeno lo fa bene. THE SAME OLD GOOD GUY
Italiano 7 – “A volte il destino ti mette alla prova, e tu rispondi con un tiro da tre”. Come in un film di Tarantino, ma con Italiano protagonista. Quando la partita sembrava appeso a un filo, Nazzareno Italiano ha mostrato cosa vuol dire essere un vero uomo da post-season. Con il punteggio sull’83-80 per Vigevano e poco più di una manciata di secondi da giocare, ha preso in mano la squadra e ha sparato una bomba da tre che ha mandato tutto in overtime. Un colpo da cinema, di quelli che ti fanno saltare dalla sedia e ti rovesci i popcorn addosso in ogni dove. La sua freddezza sotto pressione, anche ai liberi all’overtime, ha ricordato a tutti che non è sempre il più visibile a fare la differenza, ma è colui che sa essere presente nei momenti cruciali. Con 9 punti e 3 assist, ha dato un contributo fondamentale, proprio quando la squadra ne aveva più bisogno. “Non è il momento che fa il giocatore, ma il giocatore che fa il momento”. NAZZA C’E’
Buca 5,5 – Si carica ingenuamente di 3 falli nei primi 5 minuti costringendo Di Carlo ad accendere le luci di emergenza fin troppo presto sull’astronave amaranto alla ricerca del pianeta salvezza. Per fortuna l’atterraggio di emergenza è meno doloroso del previsto. Prestazione sotto tono per il gioiello di via Pera che comunque raddrizza il timone laddove può raccattando nei soli 12 minuti giocati su 50 di questa sera, ben 8 rimbalzi di cui 3 offensivi regalando una schiacciata ai flash dei fotografi. Ad avercelo avuto più a disposizione forse il match si sarebbe risolto prima e con meno spine nel fianco. PIU’ FALLI… (quasi) CHE MINUTI GIOCATI
Coach Di Carlo 6,5 – Gliele dicono di ogni dagli spalti: metti Bargnesi, fai giocare Fratto, fuori Hooker e dentro Douvier, Mr. Plum con la corda in cucina, il Coccodrillo come fa e attacco con tre dall’Alaska alla Kamchatka… Ma chiaramente chi ha le chiavi dell’astronave è lui, il Picard di Startrekkiana memoria il cui motto era “Se non ci mettiamo in gioco, non possiamo vincere”. Calza a pennello. Nel pre-partita aveva chiamato in causa la Fede. Anche in qualcosa che non si può vedere. Il popolo libertassino lo ha seguito. Stasera oltre alla fede anche un polmone, due corde vocali e un cuore d’acciaio. Ma questa partita ha avuto anche qualche difetto. Il coach del pane al pane e vino al vino gestisce al meglio le rotazioni con tutta la difficoltà di un mare in tempesta come quello di stasera. E se “un mare calmo non ha mai fatto un buon marinaio”, allora Di Carlo stasera è di diritto CAPITAN HARLOCK.
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