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Livorno, parla Navarra: “Programmiamo per spiccare il volo. Niente improvvisazioni”

Lunedì 14 Settembre 2020 — 18:37

Idee chiare e decise per il neo-presidente. "Il Livorno? E' un treno deragliato dai binari, sarà quindi fondamentale risorgere dalle ceneri e ciò impiegherà qualche mese di assestamento"

di Filippo Ciapini

Solidità, serietà e programmazione, sono queste le tre parole chiave del nuovo Livorno targato Rosettano Navarra (nella foto tratta da un fotogramma video di un’intervista pubblicata su YouTube dalla redazione “Nonsoloambiente”. Qui il link al video) Il neo-presidente, in attesa della presentazione ufficiale prevista per martedì 15 settembre, è stato contattato da QuiLivorno.it nel pomeriggio di lunedì 14 settembre e nonostante gli impegni societari e logistici del caso ha trovato, cordialmente e con grande disponibilità, il tempo per fare un primissimo bilancio su questi primi giorni con la società. Idee chiare e decise. “Il Livorno – spiega Navarra – è un treno deragliato dai binari, sarà quindi fondamentale risorgere dalle ceneri e ciò impiegherà qualche mese di assestamento. Fare bene sarà l’imperativo, ma niente corse contro il tempo. E’ necessario fare uno scanning dell’organigramma potare gli eventuali rami secchi e rilanciare un Livorno Calcio più fresco, giovane e vincente. Servirà quindi un po’ di tempo per riassestare squadra e società sulla giusta strada, inserire il carburante e far ripartire il motore di una Ferrari”.
L’imprenditore ha speso parole anche per la piazza amaranto con i tifosi che dopo aver subito un grave lutto sportivo come quello della retrocessione, avranno bisogno di fiducia nella nuova dirigenza per tornare a colorare gli spalti dell’Armando Picchi.

Salve presidente e benvenuto, come è nata l’idea Livorno Calcio?
“Salve a tutti i tifosi amaranto. L’idea? Beh è sicuramente nata dalla voglia di essere protagonisti e dal fatto di avere tanta passione per questo mondo. Dopo dodici anni avevo un forte desiderio di rientrare in grande. Ci eravamo già sentiti con Aldo Spinelli lo scorso anno per rilevarlo in serie B ma per una serie di situazioni non ci siamo visti, poi abbiamo ripreso i contatti ma il Livorno era già retrocesso. Vista l’importanza della piazza mentalmente ero già pronto a prenderlo tempo fa e quindi non ho esitato”.

Quali obiettivi vi siete prefissati? Da cosa dovrà partire il nuovo Livorno?
“Ripartirà dalle ceneri. Non della mala gestione, sia chiaro, ma quando si retrocede è per tutti un vero e proprio lutto sportivo. Saremo una fenice che risorgerà. Detto questo so che mi aspetta un compito importante, ci sono tantissime cose da fare e nel momento in cui metteremo il vagone sul binario giusto, potremmo sfruttare il vento positivo di questa città, della sua storia e delle categorie che si merita. Chiaro che in questi mesi bisogna ripartire e riorganizzare il tutto, tagliare i rami secchi e dare freschezza, il mondo è dei giovani e così sarà il Livorno”.

Parliamo dei soci (Silvio Aimo, Angelo Corniglia, Umberto Aimo e Mauro Ferretti ndr), che impressione le hanno fatto?
“Non sono un mago con la palla di vetro ma le persone con cui abbiamo a che fare sono tutte disponibili e brave e so che potremo far bene tutti insieme. So benissimo che siamo tanti e quando bisogna parlare in cinque, sei, sette non è il massimo. Fortunatamente ho piena delega al riguardo di una società che doveva viaggiare su dei binari e che purtroppo è deragliata. Spetterà a noi rimetterla quanto prima in sesto”.

Una prima parte di campionato sarà giocata senza il supporto dei tifosi, Le dispiace?
“Assolutamente sì, il tifoso, soprattutto qua, è l’anima di questo mondo, è un vero dispiacere che in questo momento (riferendosi alla pandemia, ndr) non ci siano i sostenitori perché potevano allietare questo periodo difficile. Il loro abbraccio quotidiano avrebbe fatto bene a noi e alla squadra. I ragazzi? Ci siamo già visti ma in queste condizioni è difficile anche stabilire rapporti, mi auguro veramente che questa situazione si stabilizzi quanto prima”.

Prima di Lei le delusioni Yousif e Fernandez hanno lasciato il segno e l’amarezza nei palati dei livornesi. Vuole dare qualche rassicurazione alla piazza?
“Darò tutto me stesso, non voglio né spaventare né illudere nessuno. Ci vorrà qualche mese per riuscire a fare una base che possa partire e dare una propria impronta. Fra due o tre anni saremo pronti per spiccare il volo, la nostra parola d’ordine è programmazione e serietà, non mi va di far aspettare nessuno se ho una scadenza un’ora prima la pago, non ne ho mai pagato un’ora di ritardo. In questo Livorno non ci saranno improvvisazione, non mi piacciono, e su questo garantisco”.

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