Il violoncello di Enrico Dindo inaugura la stagione dei concerti “Al chiaro di luna”
Dalle ore 20 degustazione di prodotti tipici toscani offerti dagli organizzatori
E’ un musicista di straordinarie qualità e fa cantare il suo strumento, un prezioso violoncello del 1717, con “un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana”, parola del grande ed indimenticabile Mstislav Rostropovič: è Enrico Dindo, strumentista e direttore d’orchestra di fama internazionale, chiamato ad inaugurare giovedì 9 novembre, alle 21 la stagione concerti al Teatro Goldoni di Livorno nella doppia veste di solista e sul podio dell’Orchestra della Toscana.
Una serata inaugurale di assoluto livello artistico che sarà accompagnata da alcune sorprese: l’apertura della cupola del teatro, per fare filtrare attraverso la copertura di cristallo unica al mondo, la luce della luna, secondo il progetto originario del teatro di metà Ottocento (di qui il titolo del cartellone di quest’anno “Al chiaro di luna”, ricordando anche le memorabili pagini di Beethoven e Debussy); inoltre, dalle ore 20 sarà offerta a tutti i presenti una degustazione di prodotti tipici toscani grazie alla qualificata partecipazione de “La Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi” e “Toscana in tavola”, unendo idealmente le eccellenze del nostro territorio alla buona musica. Saranno così offerti per l’occasione un vino “Aleatico Rosato dell’Isola d’Elba” ed un vino “Rosso di Bolgheri” messi a disposizione dalle aziende Fattoria delle Ripalte di Capoliveri e Giorgio Meletti Cavallari di Bolgheri insieme a stuzzicanti crostini.
Applaudito con compagini quali la London Philharmonic Orchestra, la Tokyo Symphony Orchestra, la Filarmonica della Scala, la Filarmonica di San Pietroburgo, la Chicago Symphony, solo per citarne alcune, Dindo mostrerà la scioltezza e la flessibilità del violoncello attraverso tre smaglianti e melodiche pagine tardo ottocentesche: la giovanile Romanza in fa maggiore op.13 di Richard Strauss, rispuntata fuori dagli archivi del compositore a fine ’900, a un secolo dalla stesura; Le chant du menestrel op.71 dove il russo Alexander Glazunov dipinge un medioevo da sogno in una breve pagina che conobbe una grande fortuna presso il grande pubblico; il Rondò op.94 scritto da un Antonin Dvořák cinquantenne, poco prima della sua celeberrima Sinfonia n.9 Dal Nuovo mondo ed appena insignito della laurea honoris causa dall’università di Cambridge. Poi, nella seconda parte, rimesso nella custodia il violoncello, Dindo affronta la Prima Sinfonia di Robert Schumann (1841), ispirata da un’ode sulla primavera del poeta Adolf Böttiger: il titolo dell’opera Primavera e dei singoli movimenti (“Risveglio della Primavera”, “Sera”, “Allegri compagni di giochi”, “L’addio della Primavera” ) furono eliminati da Schumann prima della pubblicazione, e tuttavia spiegano –lontano da ogni descrittivismo bucolico– la freschezza creativa che permea l’intera composizione.
ENRICO DINDO, figlio d’arte, inizia a sei anni lo studio del violoncello. Si perfeziona con Antonio Janigro e nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso “Rostropovič” di Parigi.
Da quel momento inizia un’attività da solista che lo porta ad esibirsi con le più prestigiose orchestre del mondo ed al fianco dei più importanti direttori (Chailly, Muti, Ceccato, Noseda, Chung, Gatti e lo stesso Rostropovič. Numerosi gli autori che hanno creato musiche a lui dedicate; Accademico di S. Cecilia, è direttore stabile dell’Orchestra da camera I Solisti di Pavia, ensemble da lui creato nel 2001, direttore musicale della HRT Symphony Orchestra di Zagabria, e docente della classe di violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, presso la Pavia Cello Academy e ai corsi estivi dell’Accademia Tibor Varga di Sion. Incide per Chandos e per Decca.
Info: 0586-20.42.90 è aperto dal martedì al sabato ore 17 – 20 e www.goldoniteatro.it
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